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Una nuova giornata di lotta sposta gli assetti in #Chile

E questa volta non c’è spazio per finire tranquillamente la marcha. A Santiago si è deciso che la bella faccia del movimento è quella colorata di sassi e molotov, e che non ha più senso lasciare al sindacato il tempo di terminare il suo teatrino pacificato. Oggi a parlare seriamente con i carabineros si inizia presto. Oggi il corteo devia dal percorso concesso dall’intendenza, e la polizia non può accettarlo. È battaglia strada a strada. Il messaggio è chiaro, ed è chiaro a chi è rivolto. Il movimento non è più disposto ad accettare che in suo nome vengano giocate partite di tattica politica tra sindacato e governo. Si è rotto qualcosa che difficilmente si potrà riaggiustare con i concilianti discorsi dei leaderini studenteschi.

Nella regione di Biobìo i lavoratori portuali hanno incrociato le braccia bloccando l’accesso ai cantieri navali in sostegno alla mobilitazione studentesca. Il loro invito è allargato a tutte le categorie: la strada tracciata da questi giovani deve vederci tutti quanti seguirla.

Il tavolo di trattativa pomeridiano tra ministro dell’istruzione e CONFECH ha prodotto i risultati che ci si poteva aspettare da un governo che, al minimo storico di consensi, continua imperterrito le sue politiche di svendita del pubblico. Il ministro Bulnes ha garantito che si potrà cominciare a parlare di ipotetiche sovvenzioni statali alle università dal prossimo incontro, ma chiede agli studenti di sciogliere le occupazioni come prova di buona volontà. Resa incondizionata e poi vediamo se possiamo accordarci.

Un raro slancio di pudore ha permesso che per ora il sindacato non accettasse.

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