InfoAut
Immagine di copertina per il post

Contro Stato e dirigent3 tutto e subito all3 student3!

Scendiamo in piazza, il 15 novembre, pochi giorni prima dalla giornata dell3 student3, contro un sistema scolastico devastato da continui tagli ai fondi pubblici, dall’autoritarismo e dalla repressione che tende ad insinuarsi anche nei nostri luoghi del sapere e da una didattica che non pone al centro lo sviluppo del pensiero critico bensì una valutazione numerica.

da Coordinamento Autonomo Romano

Ormai è innegabile la complicità dello Stato Italiano nel processo di occupazione e pulizia etnica che lo Stato d’Israele sta attuando per mezzo di un genocidio ai danno del popolo Palestinese. Questa complicità si dimostra tanto sul piano politico, attraverso la continua repressione delle forme di dissenso e l’oscurantismo della propaganda occidentale, quanto su quello economico con persistenti aumenti delle spese militari e l’invio di armi. Infatti l’Italia è il secondo paese ad esportare maggiormente armi ad Israele all’interno dell’Unione Europea, inoltre a causa della Leonardo S.p.a. è il primo esportatore di armi in tutta l’UE e il sesto nel mondo considerando le guerre in corso. Questa economia militaristica aggrava una crisi in corso ormai da anni e non fa che aumentare la riduzione dei soldi destinati ai servizi pubblici quali la sanità, i trasporti e la scuola. Il settore scolastico è vittima di incessanti tagli dei fondi che si manifestano concretamente nelle infrastrutture fatiscenti; esempio lampante è la condizione del Liceo Gullace, a Cinecittà, dove l3 student3 saranno costrett3 alla didattica a distanza fino a dicembre. Inoltre le politiche sociali insoddisfacenti anche a causa di questi tagli, non riescono a far fronte all’ aumento del prezzo del materiale scolastico, che costituisce un vero e proprio ostacolo al diritto allo studio, infatti le spese per i libri scolastici nel 2024 sono arrivate a costare oltre 550€. E’ evidente che i mancati investimenti comportano ogni anno la mancanza di cattedre per l3 docent3, con il conseguente ritardo nell’avvio della didattica e una fortissima precarizzazione. Ciò comporta uno svilimento del lavoro di professor3 e post-pone l’importanza della scuola e della conoscenza, le quali dovrebbero essere alla base di una società che si fonda su principi democratici e garantiscono cittadin3 consapevol3. Inoltre la riforma Valditara mira ad una aziendalizzazione a scapito della formazione, infatti attraverso una modifica dello svolgimento dei PCTO negli istituti tecnici, permette alle aziende di insinuarsi all’interno delle scuole. Queste impongono poi un lunghissimo tirocinio non remunerato di 2 anni, durante il quale viene insegnato un lavoro utile principalmente all’azienda di turno che promette successivamente un’assunzione, la quale l3 student3 è portato ad accettare entrando in un sistema, quello del lavoro, che purtroppo è sottopagato e precario.

Dunque questa prima parte della riforma riduce il ruolo pedagogico della scuola, a causa dell’asservimento ai bisogni delle aziende private e di un sistema produttivo capitalista, alla mera creazione di capitale umano e all’omologazione delle conoscenze pratiche e teoriche. Inoltre a causa dell’interesse di pacificazione del fronte interno e di un governo di estrema destra che vuole imporre la “cultura della sicurezza”, aumenta la repressione nelle politiche, nelle piazze e purtroppo anche nell’atteggiamento autoritario dell3 dirigent3 scolastich3: come una macchia d’olio si sta diffondendo uno Stato di polizia e bellico. Paradigma di ciò è il nuovo DdL Sicurezza 1660, che sarà approvato a breve al Senato, dopo aver già ottenuto in ottobre il via libera della Camera. Questo disegno di legge è pensato per andare a colpire ogni forma di dissenso sociale e politica (blocchi stradali, manifestazioni contro le grandi opere, occupazioni, ribellioni nelle carceri e CPR) e anche per evitare che si possano formare nuove menti dissidenti tramite l’introduzione del reato di “terrorismo della parola” che vieta la detenzione e la diffusione di materiali come libri o opuscoli perché riconducono ad un pensiero “sovversivo”.

Questa svolta si sta permeando anche nelle scuole, infatti la seconda parte del decreto Valditara riguardo le nuove norme sul voto in condotta colpisce l3 student3 che si attivano e cercano di portare il dissenso politico nelle scuole. In particolare vuole ridurre il fenomeno delle occupazioni, strumento degll3 student3 per dimostrare quale sarebbe la scuola che vorrebbero: scuola pubblica laica, solidale e transfemminista. Possiamo vedere come negli ultimi mesi stia avvenendo questa criminalizzazione di ogni forma di protesta politica all’interno della scuola, specialmente riguardo il tema della Palestina. Gli eventi accaduti al Righi, al Manara e al Plinio, dove l3 dirigent3 hanno chiamato le forze dell’ordine in seguito ad azioni in solidarietà con il popolo palestinese o in opposizione al DdL Sicurezza 1660 sono chiaro esempio di quest’autoritarismo sistemico che riflette e incentiva una società caratterizzata dal disimpegno politico e sociale. La repressione, però, non colpisce unicamente l’operato dell3 student3 ma anche quello di numeros3 professor3; l’anno scorso al Righi, un professore ha subito delle indagini e ha rischiato di essere sospeso dal suo ruolo solo per aver parlato di Palestina, mentre allo Chateaubriand, un collaboratore didattico, dopo aver condiviso nelle storie Instagram dei contenuti pro Palestina, è stato sospeso dal suo incarico e successivamente gli è stato tolto il permesso di soggiorno per essere poi rinchiuso nel CPR (centro di permanenza per il rimpatrio) di Ponte Galeria,. Altro esempio è la sospensione di un professore dell’Archimede per 3 mesi, con dimezzamento dello stipendio, solo per aver espresso un opinione e contestato il Ministro dell’Istruzione Valditara. Questo clima autoritario non nasce casualmente ma è intrinseco nella nostra società classista e verticale.

Per questo vogliamo una scuola basata sulla partecipazione e sul confronto, al fine di stimolare lo sviluppo del pensiero critico. Una scuola dove il ruolo dell3 docent3 rispetto all3 student3 non sia caratterizzato dall’esercizio di forme di potere, bensì dalla condivisione del sapere. Rifiutiamo l’arretratezza e la poca inclusività dei programmi, dove non vengono trattati a sufficienza temi e autori contemporanei o la storia non occidentale coloniale. Vogliamo una scuola che abbia alla base una pedagogia transfemminista che caratterizzi trasversalmente i programmi come l’ambiente scolastico. Vogliamo l’introduzione di un’educazione sessuale, affettiva e al consenso, poiché riteniamo questa più efficacie di nuove predisposizioni di sicurezza, per abbattere una cultura dello stupro, di prevaricazione e machista. Vogliamo contrapporre ad una educazione aneddotica e nozionistica, un’educazione finalizzata veramente allo sviluppo delle persona e della persona, slegata da una logica di profitto. Siamo stanchi di una società pronta a sacrificare l3 student3, piuttosto che intaccare i privilegi dei privati. Saremo il radicale cambiamento etico e politico partendo proprio dalle scuole per creare spazi di libera espressione, che si oppone alle politiche belliche e repressive come alla società patriarcale.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Formazione

Patriarcato, classe e razza: una sola lotta

Il 25 novembre di quest’anno si inserisce in una cornice particolare: a poco più di un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, a pochi giorni dalle affermazioni del ministro Valditara e in un contesto di movimento in cui, anche in Italia, inizia a farsi strada con determinazione il discorso decoloniale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Precari/e e studenti/e verso lo sciopero generale del 29 novembre

Mercoledì 19 una folta assemblea al Campus Einaudi ha iniziato ad articolare la partecipazione organizzata di precari e precarie della ricerca, insieme a studenti e studentesse dell’Intifada Studentesca e personale universitario, alla piazza dello sciopero generale chiamato da sindacati di base e confederali per il 29 Novembre.

Immagine di copertina per il post
Formazione

VALDITARA NON POTRÀ PATRIARCARE PER SEMPRE! DIMETTITI. VERSO E OLTRE IL 25 NOVEMBRE, PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITÀ TRANSFEMMINISTA

Riprendiamo il comunicato di ZAUM: Noi, student3 dei licei e delle università, non possiamo restare in silenzio di fronte alle gravissime dichiarazioni del Ministro “dell’Istruzione e del Merito” Giuseppe Valditara, rilasciate la settimana che precede il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Affermazioni che riducono il patriarcato a una “questione ideologica”. Vogliamo […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Leonardo occupata: costruire una prassi per boicottare la guerra

L’Intifada ha annunciato sin dall’inizio dell’anno accademico l’intenzione di proseguire con l’azione di boicottaggio contro Israele e i suoi alleati.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inizia l’Intifada degli studenti medi

Inizia l’intifada degli studenti medi, oggi ci siamo presi la città! Si preannunciava una grande giornata di lotta e così è stato.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Polizia a scuola o scuola di polizia?

Di recente il professor Raimo è balzato agli onori della cronaca a causa della pubblica punizione inflittagli dal Ministero dell’Istruzione, tramite l’Ufficio Scolastico Regionale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Mobilitazione contro la riforma del pre-ruolo: voci dal presidio al rettorato di Unito

Venerdì 1 novembre si è tenuto un presidio al rettorato dell’Università di Torino in Via Po, organizzato da studenti e studentesse, docenti e soprattutto precari e precarie della ricerca e dell’accademia, contro la cosiddetta “riforma del pre-ruolo” a firma ministra Bernini

Immagine di copertina per il post
Formazione

Argentina: le lotte studentesche crescono in tutto il paese

Affollate marce con fiaccolate a Buenos Aires e La Plata

Immagine di copertina per il post
Formazione

In Val Susa si accende lo sciopero studentesco

Durante la giornata di ieri un grande numero di studentesse e studenti si è riunito in piazza per scioperare contro l’accorpamento tra il Liceo Norberto Rosa e l’iis Enzo Ferrari e la chiusura della stazione di Susa per i lavori della stazione internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Torino Per Gaza aderisce al corteo del 29 Novembre

Condividiamo il comunicato di Torino Per Gaza: Il 29 novembre anche Torino per Gaza parteciperà al corteo sindacale previsto alle 9.00 da piazza XVIII Dicembre.Riconosciamo la necessità di mettere al centro la questione del lavoro, dei tagli ai servizi e del progressivo impoverimento che le persone stanno subendo come conseguenza alla scelta del nostro governo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano