Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.
Ursula von der Layen ha dedicato un’ampia parte dei 48 minuti e 20 secondi del discorso in cui ha presentato la sua “strategic vision” per i prossimi cinque anni
Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto?
Armi, tecnologie della sorveglianza, droni, tattiche e repressione: Antony Loewenstein, giornalista australiano e nipote di ebrei tedeschi rifugiati, racconta come la Palestina sia diventata il luogo perfetto per gli affari dell’industria militare israeliana.
Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.
«Il Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP) di Genova ha denunciato un nuovo sbarco di mezzi militari nel porto ligure, arrivati a bordo di una delle navi della compagnia saudita Bahri (le “navi delle armi”) e diretti a Camp Darby.
La denuncia dei portuali del Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP) di Genova
L’intento è ben celato, ma evidente: smantellare la legge n. 185 del 1990, quella che introdusse in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”.
Nei giorni scorsi la commissione Affari esteri e Difesa del Senato ha approvato alcuni emendamenti finalizzati a modificare tutti quei meccanismi di rilascio delle autorizzazioni alla vendita di armi che erano stati per anni ferocemente contestati dalle lobby delle imprese belliche trovando sponda nei partiti del centro destra
L’Autorità Uama presso il ministero degli Esteri nega ad Altreconomia l’accesso civico alle informazioni sull’export effettivo dall’inizio dei bombardamenti su Gaza. Tra le “ragioni” opposte il “nocumento al sistema di difesa nazionale” e la tutela della “confidenzialità” con Tel Aviv. Una tesi che contraddice le uscite del ministro Crosetto