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Contestato Profumo, scontri tra studenti e polizia

Decine di studenti borsisti, ex-borsisti, pendolari, fuori sede le cui famiglie stanno pagando la crisi e non riescono più a mantenere i propri figli in un’università che taglia i fondi del diritto allo studio, in una città in cui gli affitti per case fatiscenti sono altissimi, i servizi sempre di meno e accessibili a pochi.

In questo contesto il ministro Profumo stamattina ha dato vita ad un incontro i cui temi sono intrisi della retorica del merito e della competizione, una retorica che gli studenti e le studentesse hanno rispedito al mittente portando la propria voce fuori dalla sede dove si stava svolgendo l’incontro.

Qui, come già visto e rivisto in tante altre occasioni, a proteggere i “potenti” c’erano schierate le forze dell’ordine che non hanno esitato a caricare più volte gli studenti, alcuni dei quali sono rimasti contusi, uno dei manifestanti è stato ferito alla testa ed è dovuto ricorrere alle cure in pronto soccorso.

Nonostante le cariche e i tentativi di intimidazione da parte della questura, gli studenti e le studentesse hanno proseguito sulla strada della contestazione, il presidio si è ingrossato e in centinaia hanno deciso di sfilare in corteo non autorizzato per le vie del centro. Subito la manifestazione ha raggiunto un altro ingresso della scuola che è stato trovato barricato dall’interno…il ministro Profumo vuole che il suo decreto sull’università venga approvato, che l’università si trasformi in un luogo di mera competizione e di guerra tra poveri, ma pretende anche che gli studenti, sulle cui teste decide, siano tenuti a debita distanza!

Il corteo ha poi raggiunto le facoltà del centro, tanti studenti e studentesse si sono uniti alla protesta. Al grido di “ma che competizione, che meritocrazia, i nostri diritti non li portate via”, i manifestanti hanno deciso di occupare la sede del Dsu, l’azienda del diritto allo studio, i cui dirigenti sono tra i maggiori responsabili di una gestione delle risorse verso l’alto che porta loro ad avere stipendi altissimi e gli studenti ad essere tagliati fuori dall’assegnazione delle borse di studio.

Lungo il percorso, molti gli interventi che hanno sottolineato le condizioni di vita precarie a cui è costretto chi frequenta l’università: la mancanza di posti letto e servizi, i ritmi insostenibili di esami e lezioni, il taglio dei corsi di studio, la chiusura degli spazi come le aule studio. Nel frattempo, l’università lascia interi edifici abbandonati e li mette nei piani di alienazione per poi svenderli allo speculatore privato di turno.

A tutto questo gli studenti hanno già cominciato a rispondere con la riappropriazione: proprio una settimana fa, a Pisa, l’assemblea di ateneo ha deciso di occupare un edificio sfitto dell’università per trasformarlo in uno studentato autogestito.

La contestazione di questa mattina dunque è solo una tappa di un percorso che vedrà gli studenti e le studentesse, giorno dopo giorno, riappropriarsi di quanto i ministri di turno, i dirigenti delle aziende per il diritto allo studio, i baroni dell’università e i rettori, vorrebbero sottrarre.

Possono rinchiudersi nelle loro stanze, sbarrare porte e cancelli, schierare le forze dell’ordine, alzare scudi e manganelli, ma nessun ostacolo potrà fermare studenti e studentesse che hanno deciso di lottare per il proprio futuro e per una vita dignitosa.

Ascolta l’intervista con Simone del CUA (Radio Onda D’Urto):

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