InfoAut
Immagine di copertina per il post

Anche a Torino l’Università revoca gli spazi per l’assemblea contro il Technion

“Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore” – Desmond Tutu

In data 1 Marzo l’Università di Torino ha revocato l’aula concessa ai gruppi studenteschi partecipanti all’assemblea contro il Technion.
Le affermazioni del Rettore e di alcuni esponenti dell’Università italiana – comparse oggi su La Stampa – rispecchiano la retorica superficiale adottata nel discorso politico ogni qualvolta si tenti di accogliere e sostenere l’appello della società civile palestinese del BDS.

L’assemblea contro il Technion è stata pensata come un momento volto principalmente a dar spazio alla riflessione sul rapporto tra scienza ed etica declinata nel caso palestinese. Allo stesso tempo, questa vuole essere un’occasione per invitare gli studenti a riflettere sulla propria responsabilità e rapporto con situazioni d’ingiustizia e di oppressione. Per questo motivo la prima parte dell’incontro prevede gli interventi di Ronnie Barkan, “attivista israeliano per i diritti umani […] che [avrebbe raccontato] la sua esperienza di attivista per i diritti dei palestinesi” (dicitura che abbiamo espressamente utilizzato nella nostra richiesta di un’aula all’Università). In nessun momento abbiamo tentato di far passare quest’assemblea come un “seminario scientifico [con] la presenza di una controparte”, come affermato su La Stampa dal Professor Ferrara, direttore della scuola di scienze giuridiche, politiche ed economiche.

Il nostro non è un “pregiudizio ideologico”, né intendiamo dare una lettura univoca della questione, ma riteniamo anche di non poter essere neutrali parlando dell’oppressione di questo popolo e di questa situazione d’ingiustizia. Questo perché, come nel caso dell’apartheid in Sud Africa e delle discriminazioni razziali contro gli ebrei durante i regimi nazista e fascista, dichiararsi neutrali significa aver scelto la parte dell’oppressore (D. Tutu). In questo momento iniziale dei nostri sforzi per rispondere alla chiamata BDS e per sostenere l’appello degli accademici italiani StopTechnion, intendiamo focalizzarci prima di tutto sui soggetti oppressi, sulla loro privazione di giustizia e libertà, sulla violazione dei loro diritti, piuttosto che sulle affermazioni di una controparte che distoglierebbero l’attenzione e il discorso da questo nucleo di riflessione.

È sicuramente utile riflettere anche sul boicottaggio stesso e sulle motivazioni di chi decide di aderirvi e di chi non, ma non è questo il tema che ci eravamo prefissati per quest’assemblea studentesca, e non vediamo perchè focalizzarsi sui temi menzionati sopra sia meno rilevante per la comprensione del boicottaggio e perchè venga stigmatizzato con accuse di antisemitismo che rigettiamo completamente. Infatti, la decisione d’invitare Ronnie Barkan, attivista ebreo israeliano, è volta a confermare che il BDS e il nostro attivismo non mirano in alcun modo a portare avanti discriminazioni contro individui. Fare l’equivalenza tra boicottaggio di Israele e antisemitismo “è di per sé una dichiarazione antisemita”, come afferma Omar Barghouti – co-fondatore del Movimento BDS – su Il Fatto Quotidiano di oggi. Il fatto che l’Università ci abbia inizialmente concesso l’aula dando per scontato che Ronnie Barkan rappresentasse una controparte perchè ebreo conferma esattamente questa retorica.

È vero, le università italiane collaborano con il Techinion in diversi campi della ricerca scientifica, tra cui acqua e nanotecnologie. Tuttavia, come fa notare Joseph Halevi, uno dei firmatari dell’appello StopTechnion, proprio il Nanotechnology Institute del Technion mantiene stretti legami con Elbit, parte del complesso industriale-militare israeliano, strumento principale dell’oppressione del popolo palestinese. Tuttavia, il fatto che questi accordi producano “buona scienza” non esime l’Accademia e la Scienza dall’interrogativo sul rispetto dei diritti umani.

Insistiamo sulla necessità di discutere dei legami tra le nostre università e il Technion e non accettiamo di essere complici dell’apartheid e delle logiche strutturali di colonialismo d’insediamento imposte in Palestina.
Denunciamo la revoca dello spazio come un impedimento della libertà di espressione all’interno dell’Università, e intendiamo svolgere comunque la nostra assemblea al Campus Luigi Einaudi.

Torino, 1 Marzo 2016Studenti Contro il Technion

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Formazionedi redazioneTag correlati:

israelepalestinauniversità

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Formazione

Breaking the Wall Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero nazionale contro il ddl Bernini: mobilitazione in tutta Italia delle Assemblee Precarie Universitarie

Ieri in occasione della giornata di sciopero oltre 20 città si sono mobilitate in tutta Italia contro la riforma Bernini, contro i tagli alla ricerca e contro gli investimenti in ottica bellica. Lo sciopero promosso da diversi sindacati (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap) ha visto l’attivazione di molti atenei attraverso iniziative di blocco, presidi, cortei e occupazioni, grazie alla mobilitazione delle Assemblee Precarie Universitarie.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Immaginare un contropercorso nelle scuole, partire dalle condizioni oggettive della lotta

Ci troviamo in una fase in cui le organizzazioni studentesche della politica anti-istituzionale da anni si muovono solo in un terreno tattico di risposta alle grandi dichiarazioni scandalose dei politici e dei padroni, molto spesso assumendole come punto di vista generale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sbatti i prof in prima pagina: solidarietà a Gaia Righetto

Sempre più spesso, insegnanti e lavoratori/trici della scuola vengono messi alla gogna per le proprie idee e il proprio impegno civile. da Global Project È il caso di Gaia Righetto, attivista e docente precaria colpita da una campagna diffamatoria prima ancora di entrare in classe. Come già accaduto ad altri, si vuole trasformare il dissenso […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Venti di guerra sull’Italia? La guerra viene fatta a noi studenti e lavoratori!

Riprendiamo l’appello di studenti e studentesse del Collettivo Einstein di Torino che chiamiamo un’assemblea studentesca presso la loro scuola sul tema del riarmo europeo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inaugurazione anno accademico di Torino: finanziamenti alle università, non alle armi

Lunedì 17 marzo l’Università di Torino celebrerà in mattinata la cerimonia di inaugurazione del suo anno accademico, cerimonia a cui è stato invitato come “ospite di riguardo convocato per l’occasione” Enrico Letta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

L’attacco di destre, sionisti e lgbt liberali al pride di Parigi

Il 28 giugno a Parigi si svolge la Marche des Fiertés Paris & Île-De-France, il più importante pride francese quest’anno anticipato da violente polemiche

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ombra di Sigonella sui bombardamenti israeliani all’Iran

Passa immancabilmente dalla base siciliana di Sigonella parte del sostegno delle forze armate USA alla guerra di Israele contro l’Iran.  di Antonio Mazzeo, da Pagine Esteri Secondo il sito specializzato ItaMilRadar che monitorizza il traffico aereo militare nel Mediterraneo, nei giorni 13, 15 e 16 giugno sono state documentate lunghe missioni nello spazio aereo prossimo ad Israele, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/3

Qui e qui le altre parti. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network 4. Le perdite economiche derivanti dalla distruzione del settore agricolo e dei sistemi di produzione alimentare La distruzione sistematica del settore agricolo di Gaza e dei sistemi di produzione alimentare ha portato a devastanti conseguenze umanitarie ed economiche. Se Gaza […]