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Intervista a Roger Waters: il muro dell’apartheid israeliano è 100 volte più raccapricciante di quello di Berlino

Israele è uno dei pochi stati del Medio Oriente in cui un artista come te può andare ed esprimere le proprie opinioni senza temere per la propria vita. Invece che fare l’eroe all’estero, perchè non vieni qui e provi a convincerci delle tue opinioni?

Ho provato a convincervi, ma è stato inutile. Non penso che la visita di un famoso musicista possa avere un impatto sulla politica di Israele, se non quello di legittimarla e normalizzarla.

Gli artisti internazionali che hanno ignorato il tuo appello dicono che non dovresti mischiare la politica con la musica.

Conosco bene queste argomentazioni: “Sono solo un musicista modesto”, “Sto solo facendo il mio siparietto.” Insomma, la posizione di Alicia Keys.

Hai provato a convincerla ma senza successo, è venuta e si è esibita qui da noi.

E’ una donna adulta, può fare quello che le pare…

Ma nel frattempo, i tuoi fans qui si sono sentiti offesi da te.

Vorrei che i fans capissero che non parlo per fare critiche generali fini a sé stesse. La mia è una critica diretta alla politica del governo di Israele, non ai suoi cittadini.

Ma tuttavia, li boicotti.

Sono stato nel vostro paese, ho viaggiato per la Cisgiordania, ho visitato Jenin. Hi visto i checkpoint, le colonie, le forze di occupazione. E ho deciso di prendere una posizione di protesta riguardo tutto questo. E come si aspettino che io protesti? Incatenandomi ai cancelli di Buckingham Palace? Non penso sarebbe particolarmente efficace.

Ma il boicottaggio culturale è un passo straordinariamente estremo.

Quando gli attivisti bianchi iniziarono ad organizzare proteste fuori dal Sud Africa per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, dicevano: “Dovete smontare il sistema perchè è ingiusto.” Quel movimento è maturato lentamente negli anni fino ad arrivare allo sviluppo dell’idea del boicottaggio culturale. Perchè il boicottaggio è una pratica efficace.

Stai parlando del regime di apartheid in Sud Africa. Qui la situazione è diversa.

Nei Territori Palestinesi Occupati, gli ebrei sono giudicati meidante il codice civile, mentre palestinesi ed arabi sono sottoposti ad un diverso tipo di legge, quella militare. Esattamente come le vecchie Pass Laws [1] che erano presenti in Sud Africa. Questo si chiama apartheid!E’ chiaro ed evidente, non si può negare. A questo punto, Waters fa anche riferimento alla definizione di apartheid, per provare le sue ragioni, e infatti: “La separazione di un popolo basata sull’etnia, un regime dove l’etnia dominante possiede privilegi che l’altra non è concessa avere.” E continua: “Quando una razza o un gruppo etnico controlla gli altri mediante la sua forza, questo è il crimine di apartheid e questo è lo status quo imposto quotidianamente nei Territori Occupati.” E alzando la voce, Waters aggiunge: “E così è anche in Israele al di dentro della Linea Verde, ci sono leggi differenti a seconda che tu sia ebreo o arabo.”

Ti riferisci alla Legge del Ritorno? [2] Questa è il pilastro su cui si fonda l’idea di Israele come stato ebraico.

Questa è una delle leggi a cui mi riferisco. In teoria c’è bisogno di solo cinque o sei leggi discriminanti per avere una stato di apartheid. Quindi, finchè voi non garantirete uguali diritti per tutti, voi state applicando un regime di apartheid. E sono pronto a ripeterlo centinaia di volta, e Netanyahu può anche negarlo migliaia di volta fine alla fine dei suoi giorni. E’ evidente, mi spiace che alcuni dei miei fan in Israele siano sensibili a queste dichiarazioni, ma questi sono i fatti.

Dimentichi che Netanyahu ha già dichiarato la sua idea per una soluzione a due Stati, e ha fatto appello ai palestinesi affinchè siano avviati negoziati senza precondizioni esistenti.

Ci sono certi politici che dicono qualcosa riguardo una soluzione a due Stati e il fatto che vogliono la pace, ma le politiche che portano avanti dicono il contrario. Non fanno altro che continuare a costruire insediamenti e a mantenere l’occupazione.

Se incontrassi Netanyahu, cosa vorresti dirgli?

Sto pensando a come potrei dirgli ciò che penso senza sembrare maleducato. Sì, penso che gli direi che è sempre più palese che lui non idoneo per risolvere questo problema, quindi, se davvero ci tiene, dovrebbe impiegare quanto più tempo possibile nel ricercare un leader israeliano che potrebbe farlo al suo posto.

Israele non ha mai annesso i territori. Ad ogni occasione, dichiara che la situazione (dal 1967, Cisgiordania, Alture del Golan, Gerusalemme Est, ndr) è solo temporanea. Non c’è un solo cittadino israeliano che non sia interessato alla pace.

Se guardi la mappa e fai attenzione a dove le colonie sono situate e dove è fatto passare il muro di separazione, vedrai che la situazione non è qualcosa di temporaneo. E’ un deliberato tentativo di annettere l’intero territorio. A proposito, Israele ha già ufficialmente annesso Gerusalemme Est e le Alture del Golan. Ufficialmente, non de facto.

 

Stai guardando la situazione in bianco e nero, fatto di persone brave e persone cattive. E i palestinesi? Non sono in parte da incolpare per la situazione?

Penso che dare anche solo parte della colpa ai palestinesi sia come biasimare una donna stuprata per quello che le è successo. La vittima non può essere colpevole. In questo caso, i palestinesi sono stati espulsi con la forza armata dalla loro terra nel 1948 e non è mai stato concesso loro di poter tornare alle proprie case. Loro sono vittime. Ed è inevitabile che alcuni di loro provino a resistere in modi che non condivido.

Sei detto essere un uomo di pace, eppure ti sei lanciato nel boicottaggio. Pensi sia davvero la via giusta?

Sì, proprio come in Sud Africa. Tra l’altro, alla fine è stato evidente come l’unico paese che ha continuato a sostenere le politiche dei bianchi in Sud Africa fu proprio Israele. E sebbene il Sud Africa non sia ancora un posto perfetto sotto molti aspetti, non c’è più una discriminazione legalizzata. E voglio che questo accada anche in Israele.

Questo non è un muro, è una barriera di separazione costruita dopo una serie di attacchi suicidi provenienti dalle aree dell’Autorità Palestinese. Invece tu continui a dire che è un simbolo di separazione etnica.

Ascolta pure la posizione ufficiali di tutti gli ultimi governi israeliani, che quella barriera è costruita per difendervi, ma se guardi la mappa capisci che in realtà è costruita per rubare la terra e annettere quanto più terreno possibile. Quindi, perchè devi mentire? Perchè fate finta che quel muro abbia una qualsiasi relazione con motivi di sicurezza? Dovrebbe stare sulla Linea Verde, sui confini del 1967, se quello che dici è vero. Ma non lo è, è un altro pezzo di menzogna, i governi israeliani mentono e non capisco come pensino di poter portare avanti un processo di pace in questo modo.

E dai, pensi sia davvero fattibile comparare il muro di separazione col muro di Berlino?

Il vostro muro è cento volte più raccapricciante del muro di Berlino, e il vostro viene mantenuto in piedi, l’altro è stato distrutto molto tempo fa…

Definire la Stella di David come simbolo di oppressione offende i sentimenti delle gente ebraica.

Difendo assolutamente il mio diritto di espressione nel mio lavoro nel modo in cui lo trovo più appropriato e giusto. La Stella di David è il simbolo dello stato di Israele. Se voi iniziate a bollare come antisemita chiunque non lo sia ma che prova a criticare le vostre politiche (cosa che fate) andate direttamente ad indebolire i vostri futuri attacchi contro chi antisemita lo è veramente, contro chi odia davvero gli ebrei e qualsiasi cosa relativo al giudaismo. Io non sono antisemita.

E quindi perchè ti hanno accusato di esserlo? Così, senza motivo?

Due anni fa, ho spiegato all’ Anti-Defamation League l’uso che faccio dello Stella di David relativa con il maiale, e mi dissero: “Non ci piace, ma non crediamo che tu sia antisemita.” Improvvisamente, dopo che ho scritto una lettera aperta ai miei colleghi del rock’n’roll affinchè si unissero al boicottaggio culturale di Israele, hanno cambiato idea e mi hanno definito antisemita. Forse hanno pensato che la mia lettera fosse pericolosa.
Quando mi hanno accusato di antisemitismo, gli ho detto che mi ricordavo ancora i nomi degli amici di mia madre dopo la seconda guerra mondiale. Mi ricordo di Miriam e Claudette, dei loro numeri incisi sugli avambracci. Loro che sono due dei pochi che sono riusciti a sopravvivere ai campi di sterminion nazisti sono stati una parte fondamentale della mia vita, quindi non chiamatemi antisemita.

 

Sei cresciuto in un ambiente familiare particolarmente politico?

Mia madre era una comunista dichiarata. La nostra casa era colma di documenti sui più crudeli crimini commessi nel nome dell’ideologia nazista nel Terzo Reich. Non ho mai visitato una camera a gas, ma da piccolo me ne hanno fatto vedere gli effetti, e da allora non mai dimenticato cosa fosse stato l’Olocausto. Mia madre, che è morta qualche anno fa, nel 1996, ha dedicato il resto della sua vita all’attivismo politico, che pensava potesse portare benefici a un gran numero di persone che ne hanno bisogno.

Tuo padre è stato ucciso quando avevi solo 5 mesi, in quella stessa guerra.

Mio padre è morto lottando contro i nazisti mentre era con l’esercito inglese in Sud Italia. Prima della guerra, era stato spesso in Palestina, era insegnante alla Saint George’s School di Gerusalemme, e amava profondamente quella terra e suoi abitanti. Quindi è come se sentissi una specie di relazione con lui attraverso questa terre. Spesso mi chiedono “Perchè lo fai?” Non ho scelta se non fare quello che sto facendo: la mia vita politica e il sentire che devo prendere attivamente parte sono strettamente connessi a ciò che ho ereditato dai miei genitori. Se fossero stati due idioti magari adesso non sarei quello che sono oggi, mi sento molto fortunato ad aver avuto genitori che fossero persone buone, dignitose e riflessive.

E la Siria?

E’ diverso, ci sono conflitti al mondo dove una parte è totalmente nel giusto, come in è stato in Sud Africa, negli Stati Uniti meridionali o [i palestinesi] nel vostro paese. Ma in Siria la situazione non è così. Israele ha una storia unica nel suo genre per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani e delle leggi internazionali, senza nessuno osi fare niente in risposta. Siete protetti alle Nazioni Unite al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dal veto statunitense. Chi va a perorare la causa palestinese? Nessuno. E chi invece va ad attaccare l’Iran e la Siria e spinge per sanzioni internazionali? Quasi tutti.

Qualche giorno fa, sono state pubblicate immagini orribile sull’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad. Devi convenire che gli Stati Uniti sono chiamati a dare una risposta, magari anche un attacco aereo.

E’ problematico quando dicono, senza avere alcuna prova, che non hanno dubbi che Assad abbia usato armi chimiche sulla popolazione civile uccidendo 1.500 persone.

Mi stai dicendo che non ci credi?

Guarda, non sono un fan di Assad e sicuramente non credo ad ogni sua parola. Ma dopo le menzogne dell’amministrazione Bush, sono felice che i cittadini degli Stati Uniti dicano: “Aspettate un attimo, questa storia l’abbiamo già sentita prima dell’invasione dell’Iraq.” Non nel senso che stanno diventando dei santi, piuttosto egoisti. Ma questo tipo di egoismo è stato sufficiente fino ad ora per fermare Obama, che sembra dare leggermente di matto quando dice di voler lanciare missili su un paese già dilaniato e fatto a pezzi da una sanguinosa guerra civile.

Quindi vuoi che il mondo non faccia niente di fronte a queste immagini raccapriccianti?

Chi sa cosa è meglio per il popolo siriano, la padella o la brace? Putin ha mostrato un video in cui uno dei ribelli strappa il cuore dal cadavere di un soldato lealista siriano e se lo mangia. Quindi sei davvero sicuro di voler sostenere questi ribelli? Quello che sta ccadendo in Siria va ben oltre la catastrofe, l’esistenza di questi abominii serve solo a mantenere potenti i potenti, ricchi i ricchi ed estremisti gli estremisti.

Tutto quello che fai è criticare. Dicci allora, cosa dovrebbe fare il mondo occidentale nel chaos che è il Medio Oriente?

Il primo passo sarebbe di non metterci il naso. Non fare quello che la sa lunga, che vuole essere il poliziotto della situazione. Non dovrebbe più inviare rifornimenti di armi. Volete combattere? Bene, prendete le pietre. Ma non rendere il tutto un’industria che inizia una guerra e ne trae profitto per miliardi di dollari. Un giorno stai gocando nel cortile dietro a casa tua e un minuto dopo ti ritrovi senza le gambe. Perchè?…

 

[1] http://en.wikipedia.org/wiki/Pass_laws

[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Law_of_Return

 

Fonte: mondoweiss.net

Traduzione: BDS Italia

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pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

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