Un corteo- omaggio e riconoscimento - che ha fatto da trait-d'union tra quanto successo nel 1977 e quanto si muove oggi nella zona universitaria e non solo. Mille persone hanno attraversato il centro cittadino scandendo slogan che - oltre a ricordare quel maledetto 11 marzo – riprendevano l'opposizione quotidiana agli sfratti e agli sgomberi di case, la determinazione dei picchetti davanti i cancelli della logistica, le ragioni di chi all'università come negli istituti superiori si oppone a militarizzazione e a una stringente aziendalizzazione.
Un corteo, quello di ieri, cha ha fatto leva sulla forza viva della memoria per Francesco Lorusso per rilanciare i percorsi di lotta di oggi e di domani, con un esplicito riferimento anche all' imminente sciopero nazionale indetto dal Si.Cobas del 18 Marzo, importante per la sua politicità in chiave non solo antigovernativa per quanto riguarda le disposizioni in materia di lavoro,casa,salute e pensioni, ma capace di toccare il tema fondamentale di una opposizione alla guerra che si faccia pratica e non
astratta rappresentazione nei territori raggiunti dalle lotte sociali.
L'11 marzo ha visto tante bandiere rosse sventolate dai militanti ma non solo; tanti nuovi volti hanno preso parte al corteo, mescolandosi a quelli talora giovanissimi, talora invecchiati, della lotta per la casa. Le bandiere rosse per Francesco Lorusso sono state sventolate anche per Davide Bifolco, il giovanissimo ragazzo ucciso a Napoli dai Carabinieri, per cui ieri si è tenuta l'udienza del processo agli assassini con il presidio di amici,solidali e familiari di fronte al Tribunale partenopeo.
Il corteo, conclusosi in piazza Verdi, è stato l'apice di tre giorni costellati di iniziative culturali nella zona universitaria ribelle e antagonista che nei giorni scorsi non si è piegata all' affronto di veder girare all'interno del suo perimetro ronde di guardie giurate assoldate dall' Alma Mater.
Nella cornice di via Zamboni si sono susseguiti pranzi sociali, intervallati a momenti di dibattito, come l'interessanre laboratorio controurbano del 9 Marzo focalizzato sui cambiamenti del centro storico di Bologna lungo la sua storia, a cui è seguita la mostra di “Medicina in Movimento” con immagini dei movimenti legati al diritto alla salute nei decenni scorsi.
Altre immagini dell' Archivio Lorusso-Giuliani, con riviste storiche del movimento e non solo, hanno aperto la seconda giornata, con una via Zamboni cha ha ospitato dapprima la presentazione del libro “La Linea” con l'autore Enrico Astolfi e Aladin Hussain el Baradouni, il quale è stato poi autore di un nuovo bellissimo murales che ha riempito di colori e contenuti antagonisti la facciata di Palazzo Paleotti. Una presentazione che ha preceduto il dibattito, molto ricco e pieno di spunti, sui percorsi per (ri)scrivere una storia pubblica, per riscrivere il presente e la storia, per ribaltare punti di vista e rapporti di forza.
La giornata di ieri è poi vissuta della presentazione del libro “Cuori Rossi” di Cristiano Armati: indubbiamente la migliore preparazione al corteo che si è dato poco dopo con il concentramento in piazza Verdi. La sera infine, Marco Philopat ha presentato e discusso il suo libro “La Banda Bellini”.
Migliaia di persone hanno attraversato le iniziative, da quelle pomeridiane alle serate musicali con artisti quali Zulù, Signor K, le Bestie Rare con Elio Germano, e le crew bolognesi WHP e BUM, che hanno potenziato il mix tra memoria storica, rabbia militante e creatività culturale capace di far vivere la zona universitaria in maniera differente dalla routine di grigiore e guardie a cui i tentativi di normalizzazione vorrebbero auspicare. A trentanove anni di distanza, la memoria di Francesco Lorusso rivive anche nelle lotte e nei desideri di chi crea e porta avanti conflitto nelle strade e nelle facoltà del centro bolognese.
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