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In tremila al corteo contro il G20 dell’ambiente di Napoli

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Riprendiamo il comunicato della rete Bees against G20 sulla giornata di contestazione di ieri a Napoli che in mattinata ha visto il blocco del porto e di una raffineria Q8 e nel pomeriggio un corteo di oltre tremila persone che ha attraversato la città.

Tremila persone, dalle reti ambientali ai comitati territoriali, dalle esperienze di autorganizzazione ai sindacati di base, per contestare il G20 ambiente, un Titanic che sta affondando e trascinando il mondo con se’. Nessuna fiducia a chi di anno in anno allontana anche gli obiettivi minimi della riduzione di co2 e uso di combustibili fossili mentre la crisi climatica e la devastazione ambientale accelerano drammaticamente con effetti sulla salute degli esseri umani e sugli equilibri del pianeta. Non lo faranno perche delle multinazionali petrolifere e dei combustibili fossili questi signori sono esattamente I portavoce piuttosto che dei diritti di miliardi di persone. Lo dimostra in modo esemplare il caso dell’Italia con investimenti in essere su tanti nuovi gasdotti e un ministro dell’ambiente, Cingolani, espressione soprattutto della lobby degli armamenti. Non hanno nessuna intenzione paesi come gli Usa o autentiche dittature come la turchia o l’arabia saudita che sul petrolio regge il regime

Ci siamo mobilitati nella regione della terra dei fuochi e delle periferie urbane sacrificate agli interessi delle multinazionali del petrolio in eterna attesa di una bonifica che non arriva mai. Ma anche territori che hanno espresso inquesti anni lotte, resistenze e saperi. Tanti gli interventi e le performance della manifestazione, l’ultima delle quali e’ stato il lancio di palloni d’acqua con messaggi per I ministri scritti a pennarello ( “Chi ha inquinato deve pagare/ Stop Greenwashing/ stop combustibili fossili/ Voi siete il Titanic/ giustizia ambientale e giustizia sociale) per irridere il surreale dispositivo di blindatura con migliaia di poliziotti che come al solito attesta la “democraticita di questi vertici”. Le lotte ambientali di questi anni sono Le basi di un percorso che viene oggi rilanciato ricordando quell’imponente movimento che vent’anni fa insegno’ a tutte e tutti che un altro mondo e’ possibile e ricordando l’assassinio del nostro fratello Carlo Giuliani. La manifestazione ha anche denunciato l’assassinio da parte di un responsabile alla “sicurezza” leghista di Youns Boussetaoui, cittadino marocchino e della connivenza politica espressa da Matteo Salvini col gesto.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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