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Budapest No Tav

 

 

Il 29 Febbraio una partecipata assemblea al Café Siraly di Budapest ha visto l’intervento di divers* esponenti dei movimenti e della società civile; dagli organizzatori di Rhythms of Resistance (RoR, una realtà transnazionale, autonoma e partecipe ai più importanti movimenti politici ungheresi) ad esponenti dei club antifascisti, dal Radical Queer Affinity Collective, attivo sulle tematiche di genere, agli studenti della Central European University e della Corvinus University occupata, in lotta contro la nuova riforma dell’educazione. Appassionato il racconto delle compagne italiane presenti che hanno ripercorso i 20 anni di lotta No Tav – dalla rabbia e della bellezza delle persone conosciute fino allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena a colpi di gas CS. Al termine della riunione si è quindi convocato per il 3 marzo successivo un presidio sonoro davanti all’Ambasciata Italiana, in solidarietà al movimento valsusino e a Luca Abbà.

 

Per tre ore la manifestazione (coperta solo dai media indipendenti della trasmissione radio Mindenki Joga 98FM e del Budapest Infoshop, data la pesante cappa mediatica presente nel paese) è stata animata dalla performance musicale, artistica e politica della Samba Action di RoR e da slogan in italiano ed in inglese: “land for the people, not for the market”, “giù le mani dalla Val Susa”, “stop that train”, “liberi tutti, stop repression”!  Da segnalare l’arrogante comportamento dei carabinieri dell’Ambasciata, a fronte delle lamentele dei quali contro i presenti persino l’oppressiva polizia ungherese della Rendőrség si è trovata a confermare la legalità della manifestazione.

Sul volantino in italiano, inglese e ungherese distribuito per l’occasione si leggeva:

 

Budapest è solidale con il movimento NO TAV.

Con le persone in prigione, agli arresti domiciliari, in ospedale, con Luca.

Con le donne e gli uomini che lottano in Val di Susa per difendere la dignità della terra.

Siamo con le compagne e i compagni che in questi giorni occupano le strade, bloccano le stazioni italiane, a fronte dell’inizio illegale delle espropriazioni alla Maddalena.

Contro logiche di mercato che passano sui corpi delle persone, giustificate da interessi mercificati.

Contro la repressione, contro le botte illegali, le torture, la violenza dei militari italiani, contro le misure “precauzionali”, provvedimento sempre più abusato nell’UE.

Contro la mafia e i suoi affari nelle grandi opere pubbliche, che in Italia, raggiungono costi surrealistici.

A Budapest oggi diciamo NO TAV all’ambasciata italiana.

Suoniamo per la Val di Susa.

 

Solidarietà anche dal presidente del partito Zöld Baloldal Párt (verde), che con un comunicato stampaappoggia la manifestazione del 3 marzo davanti l’ambasciata italiana ed è solidale con i manifestanti, poiché la linea ad alta velocità Torino-Lione viene costruita senza tener conto del fattore ambientale, nonché rovina la qualità di vita, sia da un punto ambientale che economico, degli abitanti della Val di Susa”.

 

 

Ringraziamo BabaJaga per disponibilità ed il report

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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