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Tunisia: sciopero generale per Belaid. Ennahdha degage!

Una nota a conclusione dello sciopero generale: A tre giorni dalla morte di Chokri Belaid la tensione in Tunisia è alle stelle. La mobilitazione molto spesso trasformatasi in rivolta è stata di una determinazione e ampiezza straordinaria. In tre giorni si è manifestata nelle sue variegate forme il processo rivoluzionario che attraversa la Tunisia dal 2011. Manifestazioni pacifiche, assalti alle sedi del partito al governo Ennahdha, alle caserme della polizia, jacquerie, tango down dei siti istituzionali, scontri con la polizia, e non in ultimo lo storico sciopero generale di oggi, uno dei più grandi e partecipati nella storia del paese magrebino. Nella sola Tunisi sono scese in piazza oggi al grido de “il popolo vuole la caduta del regime”, più di un milione e mezzo di tunisini e tunisine per l’ultimo saluto a Belaid, mentre nelle altre città le manifestazioni contavano migliaia di partecipanti. E’ un segnale forte che mostra, anche ai meno accorti e ai maliziosi detrattori delle rivoluzioni del 2011, la durata dei processi di lotta e le loro modulazioni in un contesto politico segnato dai colpi di coda della guerra lampo tra la società tunisina lanciata dalle fazioni islamiste. Queste ultime mostrano segni di cedimento come attestano le poche centinaia di simpatizzanti Ennahdha che nel pomeriggio hanno raggiunto la sede centrale del movimento, e i primi annunci di scioglimento di cellule della sedicente “lega di protezione della rivoluzione” (milizie islamiste), come nel caso di Siliana. Ma le laceranti contraddizioni interne alle formazioni islamiste, e di conseguenza agli orientamenti di normalizzazione promossi dall’occidente nell’area, non si dilateranno se non tramite altre, e ben più potenti, spallate della contrapposizione sociale. Da questo punto di vista il problema resta lo stesso dalla fine della Seconda Casbah: l’organizzazione. La Tunisia post-elezioni-farsa è stata il teatro di continue rivolte e micro-insurrezioni locali o regionali dove il proletario giovanile insieme ai disoccupati e alle diverse figure della povertà non ha mai cessato di battersi per gli stessi obiettivi che lo hanno mosso durante il rovesciamento del regime di Ben Ali. Creare e organizzare contro-potere all’interno di queste lotte così estese e radicali resta il problema a cui le diverse componenti della sinistra rivoluzionaria dovrebbero dare risposta. Il martirio di Chokri Belaid è riuscito a ridare coraggio e a mobilitare una massa incredibile di tunisini e tunisine, riuscirà anche ad essere l’occasione per affrontare questo problema? Ci auguriamo di si. Intanto Ennahdha ha iniziato a tremare, e per rispondere a queste tre giornate di “degage” popolare ha lanciato una manifestazione nel centro di Tunisi per domani, urlando a quella jihad che i tunisini sembrano da una vita voler rifiutare.

 

Nei prossimi giorni torneremo con focus e approfondimenti sui fatti recenti che stanno accadendo in Tunisia.

 

Aggiornamento 17:00. La giornata di sciopero generale va avanti in Tunisia. Con un ministero degli interni costretto a dichiarare che più di 1.400.000 tunisini e tunisine stanno accompagnando in strada Chokri Belaid per l’ultimo saluto militante. L’Avenue Bourguiba è completamente blindata e militarizzata da militari, celere e corpi speciali della polizia, armati di tutto punto e coperti da passamontagna. Il dispositivo sicuritario non permette a nessuno di avvicinarsi nel grande viale della capitale dove si affaccia il ministero degli interni. Diversi video girati da mediattvisti mostrano i corpi speciali aggredire e scaraventarsi contro chiunque faccia qualche passo avanti nella direzione dell’avenue. 

L’emittente filo-islamista AlJazeera sta vincendo anche oggi il primato della disinformazione e della mistificiazione mandando immagini del corteo di Chokri Belaid riprese dall’alto, montando immagini che sembrano zoommare sulla folla, ma al posto di quelle vere, appaiono vecchie manifestazioni a sostegno di Ennadha [guarda il video della disinformazione di AlJazeera]. Il capo del governo Jabali ha annunciato una conferenza stampa nelle prossime ore dopo aver incontrato l’ambasciatore francese a Tunisi. Si registrano scontri a Mahdia, dove è stata incenerita una sede di Ennahdha, Hammam Lif, dove i manifestanti da ore tentano di incendiare la questura, mentre a Sfax e in altre località del centro del paese continuano le manifestazioni e le ostilità tra manifestanti e celere.  

 

 

Aggiornamento 14:20. La polizia sta lanciando numerosi lacrimogeni contro la folla raccolta al cimitero El Jellaz di Tunisi per l’ultimo saluto a Belaid. Nonostante la gravissima provocazione degli ministero degli interni le decine di migliaia di manifestanti continuano a scandire lo slogan “Il popolo vuole la caduta del regime”. Contemporaneamente all’aggressione al cimitero, la polizia ha caricato altri manifestanti che si stavano radunando sull’Avenue Bourguiba. Alcuni testimoni parlano dell’utilizzo di scosse elettriche tramite taser, inflitte dai celerini contro i manifestanti. Tunisi è completamente ferma, come il resto del paese. Gli anziani intervistati paragonano lo sciopero generale di oggi a quello seguito dopo la morte di Moncef Bey, leader nazionalista tunisino dello scorso secolo. A Sousa violentissimi scontri tra polizia e manifestanti. Le ostilità tra gli uomini del ministero degli interni di Ennahdha e la piazza sono riprese anche a Gafsa, bastione delle rivolte per la dignità e la giustizia sociale in Tunisia.  

 

Pagina in aggiornamento

Sono migliaia i tunisini e le tunisine che stanno accompagnando la salma di Chokri Belaid verso il cimitero El Jellaz di Tunisi scandendo con rabbia e determinazione “il popolo vuole la caduta del regime”. Altre migliaia salutano dai lati della strada e tantissimi sono già all’ingresso del cimitero. E’ la giornata della rabbia contro Ennahdha, è la giornata di lotta dello sciopero generale che si oppone alla contro-rivoluzione. L’aeroporto, il porto, e le attività pubbliche e private sono completamente bloccate. I primi bollettini del sindacato UGTT e testimoni contattati pochi minuti fa, ci parlano di una Tunisia completamente ferma, solo le farmacie e i panifici restano aperti come indicato dal sindacato. Dal canto suo, con puntuale infamia, Ennadha dalle pagine facebook ufficiali, si compiace che i tunisini sono andati a lavorare, tutti i commerci sono aperti e il trasporto pubblico funzionante! Il partito della reazione islamista sembra così voler scongiurare un dato di realtà che parla di una mobilitazione straordinaria della contrapposizione sociale unita in quello che ormai è divenuto simbolo e martire della lotta per la libertà in Tunisia: Chokri Belaid.

Durante tutta la giornata di ieri si sono ripetuti scontri durissimi tra polizia e manifestanti, in alcuni casi oltre agli assalti alle poche sedi di Ennahdha ancora in piedi, ci sono state vere e proprie jacquerie, come a Sfax, mentre a Gafsa durante gli scontri un poliziotto è stato linciato dalla folla ed ora è in fin di vita.

La crisi istituzionale non trova ancora soluzione dopo che Ennadha ha rifiutato la proposta di Jebali di formare un governo tecnico di unità nazionale. Ma d’altronde con l’assemblea costituente partecipata dai soli rappresentanti dei partiti della maggioranza di governo sembra quasi impossibile una ricomposizione istituzionale. Anche in questo caso sarà la piazza ad essere decisiva: la mobilitazione e la rivolta sociale seguita all’omicidio di Belaid ha funzionato da vero e proprio terremoto politico e istituzionale, e la convocazione dello sciopero generale da parte dell’UGTT ne è solo una manifestazione. Intanto ieri notte, come alcuni video diffusi in rete testimoniano, le milizie di Ennahdha hanno annunciato di essere in mobilitazione e di voler difendere con ogni mezzo il governo e il partito islamista.

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