InfoAut
Immagine di copertina per il post

Torino. Aggiornamenti e corteo in solidarietà con le lotte nel Rif

||||

Martedì 26 Giugno si è conclusa, con condanne molto pesanti, la prima fase del processo contro gli attivisti del movimento Hirak, arrestati nel corso delle mobilitazioni avvenute durante la primavera e l’estate del 2017.

Chi, in Marocco, decide di prendere parte a manifestazioni lo fa con la consapevolezza di essere sotto lo sguardo attento di un apparato poliziesco pervasivo. Chi finisce sotto processo, allo stesso modo, sa bene che il suo giudizio non potrà che essere in larga parte determinato da interessi politici giocati su un piano ben diverso da quello giudiziario. Nonostante ciò, le condanne a 20, 15 a 10 anni, per un totale di 360 anni, hanno spezzato gli equilibri costituitisi tra istituzioni e movimenti degli ultimi anni. Tra i condannati, dopo nove mesi di processo, c’è anche Nasser Zafzafi, primo portavoce della protesta. Condannato a 20 anni di prigione per aver “minato la sicurezza dello stato”. La stessa sentenza è stata emessa per gli altri leader del movimento Nabil Ahmijeq, Wassim El Boustani e Samir Aghid. Gli altri attivisti dovranno scontare pene inferiori che vanno da 1 anno a 15 anni di carcere. In totale sono state condannate 53 persone.
Le condanne risultano essere molto pesanti anche alla luce del fatto che le rivendicazioni avanzate dal movimento Hirak fossero centrate attorno al riconoscimento di diritti sociali basilari, quali sanità, istruzione, mobilità, opponendosi al contempo agli abusi continui della polizia ed alle politiche marginalizzanti di Rabat nei confronti della regione. La rivolta è stata innescata, nell’ ottobre 2016, dalla morte di un venditore di pesce, Mohcine Fikri, schiacciato da un camion dei rifiuti mentre cercava di recuperare la merce che la polizia gli aveva sequestrato e buttato. Il fatto è stata ripreso e divulgato sul web causando indignazione in buona parte del Marocco. Questo episodio è servito da pretesto per polarizzare ulteriormente la rabbia e il malcontento verso il regime e gli abusi della polizia (qui un precedente articolo risalente ai primi giorni di mobilitazione https://www.infoaut.org/precariato-sociale/la-morte-di-un-venditore-ambulante-scatena-le-proteste-in-marocco).
Mantenersi principalmente su un piano rivendicativo sociale, escludendo gli attacchi diretti alla monarchia, concentrandosi sulla richiesta di infrastrutture, ospedali, università, non è bastato ad evitare al movimento le consuete accuse, rivolte da sempre a chiunque abbia la colpa di vivere nel Rif di essere separatisti, indipendentisti, antimarocchini, antimonarchici, narcotrafficanti, pecorari, montanari, sobillatori di guerre civili, in poche parole dei poco di buono, se non dei criminali. Il Rif è la regione montuosa e costiera del Marocco settentrionale, prossima alla cittadina di Al Hoceima ed alla frontiere con l’Algeria. Popolata prevalentemente da popolazioni di lingua berbera, e con alle spalle mezzo secolo di tensioni con il potere centrale, culminanti in veri propri interventi militari durante gli anni 50′ e gli anni 80′, fa parte di quello che viene spesso chiamato “il Marocco inutile”, il Marocco periferico e rurale, economicamente arretrato, sconnesso dalla vita dinamica delle città principali e delle regioni industriali ed agricole del centro.
Rispetto alle condanne, c’è chi parla di una svolta nelle strategie del Palazzo, evocando paralleli tra le condanne di questi giorni e la repressione di ogni opposizione politica che il Marocco aveva vissuto durante i cosiddetti “anni di piombo”, ovvero il periodo più duro del lungo regno di Hassan II, di una rottura di ogni processo di “ricostruzione comunitaria”, e del disvelarsi di ogni sua ipocrita retorica. Sebbene il movimento fosse stato indebolito dagli arresti, la risposta a queste condanne non si è fatta attendere. Mobilitazioni sono in corso in questi giorni nelle principali città del Marocco e nelle città europee dove è più numerosa la diaspora dalla regione del Rif.

Anche a Torino la solidarietà agli arrestati si mobilita. Di seguito l’appello lanciato dai solidali con i detenuti ed il link all’evento.

———————————————-

Manifestazione in solidarietà con i prigionieri politici del movimento Hirak!
Sabato 30 giugno, alle 16:00 a Porta Nuova
#FREEMOROCCANPRISONNERS

Contro le assurde condanne ai militanti arrestati del movimento!
Contro la repressione del Movimento Hirak, contro il processo farsa che ha condannato a 360 anni, con pene di 20 anni a persona, chi è sceso in piazza per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali.

Per noi sono stati arrestati, per loro lottiamo!
Per la loro lotta per la libertà, per una vita dignitosa, per la giustizia sociale e la lotta alla corruzione, i migliori giovani del Marocco sono stati arrestati.
Mobilitiamoci subito, in una giornata di solidarietà e rabbia, per difendere chi lotta per libertà, dignità e giustizia in Marocco. 
Sabato 30 giugno, alle 16:00, scendiamo in piazza!
La manifestazione partirà dalla stazione di Porta Nuova e si muoverà verso il consolato marocchino.

APPELLO dei marocchini residenti all’estero in solidarietà con i prigionieri politici marocchini e il Hirak. La società odierna è intrappolata in una dinamica di crescenti sfruttamento e disuguaglianza, con l’incapacità della maggior parte delle organizzazioni politiche e civili a svolgere il loro ruolo nel garantire e difendere i diritti dei cittadini di godere dei diritti fondamentali, ossia: istruzione, salute, lavoro e alloggio.
Attualmente il Marocco conosce diversi avvenimenti legati al movimento Hirak, per rivendicare proprio l’accesso a questi bisogni fondamentali, oltre alla dignità, alla libertà e uno stato di diritto. Questi movimenti ci portano a porci molte domande sulla complessità della realtà politica e l’ineguaglianza sociale del paese.
Oggi queste lotte si fanno sempre più intense, in particolare nella regione del Rif che è stata si ritrova da molto tempo in una situazione di abbandono ed isolamento: è proprio qui che nato, nel novembre del 2016, il movimento Hirak.
In risposta alle rivendicazioni del popolo marocchino e di Hirak, lo Stato conduce una politica di repressione, di processi giudiziari corrotti e con pesanti condanne contro dei cittadini che hanno sempre manifestato pacificamente.
In risposta a ciò che sta accadendo in Marocco, sentiamo il dovere come cittadini marocchini residenti in Italia, e altri cittadini solidali, di esprimere la nostra indignazione e il nostro sostegno al Hirak.

بلاغ
في إطار الدينامية والحركية التي يعرفها مجتمعنا، وعجز جل الإطارات الجماهيرية في لعب دورها في تأطير المواطنين، والدفاع عن مطالبهم المشروعة كالحق في التعليم، والصحة والشغل والسكن، مما جعل من الإحتجاجات على قضايا مختلفة واقعا يوميا، يفرض إيقاعا جديدا في المشهد السياسي بطرح أكثر من سؤال اليوم، وطنيا يعرف تصاعدا قي الإحتجاجات، وخصوصا منطقة الريف التي أهدر حقها في التطور و التنمية، ولمدة طويلة، وحين تمت المطالبة بهذا الحق، ووجهت باعتقالات ومحاكمات صورية٠
لدا، فنحن كمغاربة يعيشون بإيطاليا مطالبين بالتضامن مع هدا الحراك كجزء من مسؤوليتنا إتجاه قضايا الوطن والمواطنين٠

Communiqué des Marocains résidant à l’étranger en solidarité avec les prisonniers politiques marocains et Hirak:
La société d’aujourd’hui est désormais prise au piège dans une dynamique de croissantes exploitation et d’inégalités, avec l’incapacité de la majorité des organisations politiques et civiles de jouer leur rôle dans l’encadrement et la défense des droits des citoyens à jouir des besoins primaires et fondamentaux, c’est à dire : l’ÉDUCATION, la SANTÉ, l’EMPLOI et le LOGEMENT.
Actuellement le Maroc connait plusieurs manifestations, dans le cadre du mouvement HIRAK, portant sur différentes revendications liées notamment à la garantie de ces besoins primaires, à la dignité, à la liberté et à un État de droit. Ces mouvements nous amènent à nous poser plusieurs questions sur la complexité de la réalité politique et sociale du pays.
Aujourd’hui plusieurs régions connaissent une accentuation dans le rythme des manifestations, et cela plus particulièrement dans celle du RIF, région qui a été délaissée pendant une longue période et où est né, en novembre 2016, le mouvement HIRAK. En réponse aux revendications du peuple marocain et du HIRAK, l’État mène une politique de répression, de procès préconfectionnés et de peines lourdes envers des citoyens qui ont manifesté de façon pacifique.
En réponse à ce qui se passe actuellement au Maroc, nous sentons le devoir, en tant que Marocains Résidant en Italie, et autres citoyens solidaires, d’exprimer notre indignation et notre soutien au HIRAK.

 

 

https://www.facebook.com/events/282914935586294/

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

marocco

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/3

Qui e qui le altre parti. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network 4. Le perdite economiche derivanti dalla distruzione del settore agricolo e dei sistemi di produzione alimentare La distruzione sistematica del settore agricolo di Gaza e dei sistemi di produzione alimentare ha portato a devastanti conseguenze umanitarie ed economiche. Se Gaza […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Decimomannu (Ca): la polizia scaglia elicottero e lacrimogeni contro la protesta antimilitarista e innesca un incendio

Dura repressione poliziesca contro la protesta antimilitarista che, sabato 14 giugno, ha portato compagne e compagni del movimento A Foras e di altre realtà solidali del territorio attorno all’aeroporto militare di Decimomannu, in provincia di Cagliari, per manifestare contro la guerra e le basi militari presenti in zona.La repressione è infatti iniziata ancora prima dell’inizio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contaminazione in Iran. Silenzio sulle bombe atomiche di Israele.

Riprendiamo da Radio Onda Rossa In una corrispondenza con Giorgio Ferrari, analizziamo i diversi aspetti collegati all’attacco di Israele nei confronti dell’Iran: dal ruolo ambiguo dell’ AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), alle modalità di dotazione nucleare da parte dell’Iran, ai rischi molto concreti di contamnazione a seguto dei bombardamenti israeliani, motivo per cui gli […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele-Iran è guerra totale: appunti per orientarci

Domenica 15 giugno 2025.  Com’è noto, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, Israele ha massivamente attaccato l’Iran. L’offensiva ha avuto successo colpendo innumerevoli basi scientifiche e militari, portando alla morte di figure chiave dell’establishment politico (capo dello stato maggiore e capo dei pasdaran) nonché di almeno nove scienziati chiave del programma nucleare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fuck ICE! Note sulla rivolta.

Da giorni Los Angeles è sotto assedio, una vera e propria invasione poliziesca contro i lavoratori migranti ha scatenato un’odata di proteste e resistenza popolare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medio Oriente: Israele dà fuoco alla regione. Attacchi multipli all’Iran

Raid pure in Libano e Palestina. Teheran: “è una dichiarazione di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global March to Gaza: migliaia di persone in marcia nel Convoglio Sumud dalla Tunisia e da molti altri Paesi del mondo

Di seguito il comunicato della Global March to Gaza che vede l’adesione e il ricongiungimento anche con il Convoglio Sumud partito dalla Tunisia lunedì 9 giugno e alcuni aggiornamenti e corrispondenze dalle carovane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Los Angeles: ICE si scioglie davanti al fuoco

Riemergono le contraddizioni di un’America fondata sull’espropriazione degli ultimi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Marocco: i portuali impediscono la consegna di pezzi di ricambio per l’aviazione israeliana

Il regime marocchino sta guidando la normalizzazione con Israele nel mondo musulmano. Nel bel mezzo del genocidio di Gaza, lo Stato marocchino moltiplica i suoi gesti di simpatia verso Israele e persegue partnership commerciali e militari con lo Stato coloniale. tradotto da Contre Attaque Il popolo marocchino rifiuta questa fedeltà e da mesi fa sentire […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La crisi dell’UE, tra comitati d’affari e spinte geopolitiche

Il terremoto che sta sconvolgendo il Parlamento Europeo dopo l’affaire Qatar odora di “tangentopoli” europea. Lo spettro dell’inchiesta si allarga di giorno in giorno e la vera preoccupazione generale dei politici di ogni schieramento è che salti tutto.

Immagine di copertina per il post
Culture

Geopolitica della qualificazione del Marocco

Dopo aver sconfitto il Portogallo il Marocco è alle semifinali contro la Francia. Un match estremamente simbolico esattamente quanto quelli che l’hanno preceduto. Le ripetute vittorie hanno generato festeggiamenti in ogni angolo del continente africano e anche in molte periferie d’Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Marocco: indignazione per le violenze della polizia contro gli insegnanti che protestano

Il 16 marzo a Rabat centinaia di inseganti a contratto sono scesi in piazza per protestare contro le condizioni di lavoro. La polizia ha disperso la folla brutalmente creando un moto di indignazione nel paese.   Gli insegnanti a contratto, che si definiscono “educatori a contratto forzato”, hanno iniziato il loro sciopero nel 2019, chiedendo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La normalizzazione tra Israele e Marocco affonda palestinesi e saharawi

Nuova batosta diplomatica per Abu Mazen. Ma l’Amministrazione Usa uscente ha anche riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara occidentale cancellando le aspirazioni del popolo saharawi Re Mohammed VI, Donald Trump e Benjamin Netanyahu di Michele Giorgio – Il Manifesto Roma, 11 dicembre 2020, Nena News – L’ennesima sorpresa dell’Amministrazione Trump a favore di Israele […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggressione del Marocco al Sahara Occidentale

In seguito ad un’operazione militare lanciata dal Marocco in Sahara Occidentale, il Fronte Polisario ha dichiarato la guerra e la ripresa della lotta per la propria autodeterminazione. Lo scorso 13 novembre ha avuto inizio una nuova fase del conflitto che oppone il Marocco alla Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD), 29 anni dopo il cessate il fuoco raggiunto tra le parti in […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Marocco: il virus e la crisi economica scatenano le proteste

A causa dell’acuta crisi socio-economica in Marocco, causata dalle ripercussioni della disastrosa gestione pubblica e dalle conseguenze della pandemia globale di Covid-19, migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade principali di Rabat e di Casablanca. Secondo le immagini condivise sui social network, i giovani marocchini colpiti dalla disoccupazione e dalla repressione della polizia, hanno bruciato […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Giornalista marocchino rischia un anno di carcere per un tweet

Omar Radi, attivista e giornalista marocchino è stato fermato due giorni fa a Casablanca per un tweet. Omar, attivo nelle lotte sociali del 2011, aveva criticato sui social più di un anno fa, la sentenza contro il movimento del Rif, il movimento per la giustizia sociale del Marocco del nord duramente represso dalla monarchia. Adesso […]