InfoAut
Immagine di copertina per il post

La normalizzazione tra Israele e Marocco affonda palestinesi e saharawi

||||

Nuova batosta diplomatica per Abu Mazen. Ma l’Amministrazione Usa uscente ha anche riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara occidentale cancellando le aspirazioni del popolo saharawi

Re Mohammed VI, Donald Trump e Benjamin Netanyahu

di Michele Giorgio – Il Manifesto

Roma, 11 dicembre 2020, Nena News – L’ennesima sorpresa dell’Amministrazione Trump a favore di Israele è stata svelata ieri. Il presidente americano ha annunciato con un tweet che il Marocco normalizzerà le relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico aggiungendosi ai tre paesi arabi – Emirati, Bahrain e Sudan – che aderiscono al cosiddetto Accordo di Abramo.

«I nostri due grandi amici Israele e il Regno del Marocco hanno acconsentito a piene relazioni diplomatiche…È svolta storica…un grandissimo passo in avanti» per la pace in Medio Oriente, ha scritto Trump. Poco dopo da Rabat è arrivata la conferma del ministero degli esteri. Quindi sono giunte le dichiarazioni colme di gratitudine del premier israeliano Benyamin Netanyahu verso il suo stretto alleato a Washington.

«Voglio ringraziare il presidente Trump per il suo straordinario sforzo per portare la pace in Israele e nel Medio Oriente», ha dichiarato alla tv. «Sarà – ha aggiunto – una pace molto calda, una grande luce di pace».

Per l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen è l’ennesima batosta diplomatica. Il presidente palestinese vede frantumarsi il fronte che per 18 anni è stato dietro la risoluzione araba del 2002 fondata sul principio della pace con Israele in cambio del ritiro dai territori arabi occupati. Ora i leader arabi, o almeno quello filo-Usa, chiudono a chiave in un cassetto i diritti dei palestinesi sotto occupazione militare. A questo punto, come affermava ieri Jared Kushner, genero e inviato di Trump in Medio oriente, la normalizzazione tra Israele e l’Arabia saudita, potrebbe essere davvero vicina.

Non è detto che l’Anp reagisca con rabbia a questa nuova intesa, così come aveva fatto nei mesi scorsi richiamando gli ambasciatori palestinesi ad Abu Dhabi e Manana. La leadership dell’Anp ha abbassato i toni della polemica con Emirati, Bahrain e Sudan, e forse si accontenterà del colloquio telefonino tra Mohammed VI e Abu Mazen in cui il re marocchino ha ribadito «la sua immutata posizione a sostegno della questione palestinese».

Parlare di accordo di pace tra Tel Aviv e Rabat è a dir poco una esagerazione. Si tratta piuttosto come nel caso di Emirati, Bahrain e Sudan di un nuovo sviluppo dell’assetto strategico arabo-israeliano che si sta realizzando intorno a Israele e Arabia saudita contro l’Iran. I due paesi non sono mai stati realmente in guerra. Il Marocco, o meglio la monarchia ha sempre avuto buone relazioni dietro le quinte con lo Stato di Israele dove sono emigrati centinaia di migliaia di marocchini ebrei.

Un milione di israeliani ha origine marocchine, tra questi i ministri Amir Peretz e Miri Regev, l’ex capo di stato maggiore Gadi Eizenkot e numerosi esponenti politici del passato. C’è sempre stato dialogo. I cittadini israeliani, in qualche modo, hanno sempre avuto accesso in Marocco. Presto ci saranno uffici di collegamento, poi delegazioni diplomatiche e voli diretti.

Questa quarta normalizzazione non avviene soltanto a scapito dei diritti dimenticati dei palestinesi. La paga anche un altro popolo. Trump ha annunciato di avere firmato «una proclamazione che riconosce la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale». Secondo la Casa Bianca la «proposta di autonomia seria, credibile e realistica è l’unica base per una soluzione giusta e duratura per garantire pace e prosperità».

Mohammed VI, entusiasta, ha definito «una presa di posizione storica» il riconoscimento da parte di Washington della sovranità del Marocco. Qualche media italiano ieri sera scriveva che il Sahara occidentale è un territorio conteso. È un giudizio di parte, schierato a favore delle pretese del Marocco.

Il Sahara occidentale è nella lista delle Nazioni Unite come un territorio non autonomo, al Palazzo di Vetro detiene un posto di osservatore ed è rivendicato dal popolo sahrawi in lotta da sempre contro l’occupazione marocchina. Il Fronte Polisario ne ha dichiarato l’indipendenza proclamando la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi. Il mese scorso, dopo una lunghissima tregua, i sahrawi hanno minacciato la guerra per mettere fine all’occupazione marocchina di fronte a un quadro immobile da decenni.

«Il destino del Sahara Occidentale non lo decide un proclama. Questo è un territorio che appartiene ai saharawi e solo loro possono decidere a chi darlo», ha replicato ai tweet di Trump la rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Fatima Mahfud. «Per quanto ci riguarda si tratta di una dichiarazione» ha aggiunto «il Sahara Occidentale è un territorio non autonomo, in attesa di un referendum sull’autodeterminazione. Altri movimenti di liberazione nazionale come in Sudafrica, insegna la storia, sono poi usciti vincitori nonostante tutte le vicissitudini».

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

FRONTE POLISARIOisraelemaroccopalestinaUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezione Civile: 2.000 palestinesi scomparsi a seguito del ritiro delle forze israeliane da alcune aree di Gaza

La Difesa civile della Striscia di Gaza ha rivelato in un comunicato divulgato domenica che circa duemila palestinesi sono stati dichiarati dispersi in varie aree dell’enclave dopo il ritiro delle forze di occupazione israeliane (IOF) da esse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA per la Palestina: dipendenti Google licenziati e studenti alla Columbia University sgomberati dalla polizia

Negli Stati Uniti proteste in corso a sostegno del popolo palestinese, per il quale diversi settori della società civile si sono mobilitati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sui fatti di ieri, rispondiamo ai Ministri.

Sui fatti di ieri, tutti i ministri presenti si sono spesi in dichiarazioni abbastanza perentorie e retoriche ai giornali, come al solito ribaltando la realtà e ricostruendo uno scenario molto fantasioso su quelle che sono state le dinamiche della piazza di contestazione.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Parigi: marcia contro il razzismo e islamofobia vietata dalla prefettura.

Il 21 aprile è prevista una importante marcia contro il razzismo e l’islamofobia, per la tutela dei giovani che nei quartieri popolari sono sistematicamente obiettivo della violenza e del razzismo della polizia e dello Stato.