Le prime avvisaglie della protesta sono arrivate ieri l'altro quando i primi dipendenti della Hi-P, una società di Singapore impegnata nel settore tecnologico, hanno cominciato a gridare slogan fuori dalla fabbrica dopo aver saputo dell'intenzione dei vertici di spostarla. I manifestanti portavano uno striscione con scritto "Vogliamo una spiegazione! Vogliamo la verità! Dov'è la verità della Hi-P' Dov'è la credibilità del governo? "
Secondo la stessa Hi-P le problematicità emerse dallo sciopero sarebbero state "molto ridotte". La proprietà singaporiana dell'azienda, che produce pezzi per Apple, Hewlett-Packard, Rim (la produttrice dei Blackberry), Motorola e altri intende spostare la fabbrica di Shanghai in una zona meno cara, licenziando 1000 dipendenti che non avrebbero avuto (secondo il CLW) alcun preavviso e ai quali sarebbero state promesse compensazioni irrisorie. La Hi-P è stata fondata nel 1980 ed ha 25 siti produttivi in Asia, America ed Europa. In Cina ha fabbriche a Shanghai, Chengdu, Xiamen, Qingdao, Tianjin, Suzhou e Dongguan.
Da qui è nata la protesta sfociata in scontri con la polizia, protesta che si sta diffondendo in tanti teatri della Cina anche a causa della congiuntura economica e della nuova ondata recessiva alle porte che sta seriamente rallentando le esportazioni cinesi.
L'azienda non ha voluto confermare la circostanza anche se non è la prima volta che si trova in una situazione simile. Lo scorso luglio, infatti, migliaia di lavoratori scesero in strada per dieci giorni per protestare contro lo spostamento di parte dell'azienda da Shanghai alla vicina Suzhou. Come la Hi-P sono moltissime le aziende che stanno abbandonando Shanghai per altre città, a causa degli alti costi della capitale economica cinese in termini di terreno, spostamenti e manodopera.
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