InfoAut
Immagine di copertina per il post

Russia-Cina, un nuovo asse di potere

E’ stata proprio la successione degli eventi in Ucraina ad accelerare questo avvicinamento, con i due paesi che secondo Putin hanno “i migliori rapporti della loro storia”, meglio ancora di quelli tessuti nel decennio dei ’50 subito dopo la vittoria dei maoisti. La Russia ha infatti reagito alle sanzioni euro­americane e alla perdita di influenza su Kiev con l’arma che ha saputo utilizzare meglio, quella energetica, firmando un contratto del valore di 400 miliardi di dollari per forniture di gas a Pechino.

L’accordo che partirà nel 2018 infatti vede la Russia rispondere alle sanzioni europee con una mossa che indica le enormi possibilità di fare profitti che questa potrebbe avere anche abbandonando, in prospettiva, l’Unione Europea (e a rompere questa alleanza stanno lavorando anche gli americani, per poter incrementare tramite vendita di shale gas estratto negli Usa e nucleare i loro profitti in campo energetico). E dimostrando quantomeno, secondo le parole di Barroso, ­ che si è subito dichiarato preoccupato delle conseguenze dell’accordo ­  che la Russia può tranquillamente fare a meno dell’Ue dati i trend globali nei consumi energetici. Cosa che non può dirsi viceversa per l’Europa.

La Cina allo stesso tempo ha sfruttato intelligentemente la situazione ucraina in due modalità. Da un lato ha utilizzato sapientemente la situazione ucraina per ribadire fermamente il suo concetto cardine di “non­ingerenza negli affari interni”, definendo golpista il governo scaturito dai fatti di Maidan e legittimando l’appoggio putiniano ai filo­russi dopo una prima astensione sul tema in sede Onu.  Dall’altro, ha sfruttato la necessità russa di dare un segnale all’Europa per migliorare ulteriormente i termini dell’accordo sull’energia, termini in definizione da decenni e risolti in termini vantaggiosi da Xi Jinping. Così facendo ha rinsaldato l’alleanza con Putin che sarà utile anche per quanto riguarda la questione del sud­est asiatico, nei termini dell’appoggio russo ai punti di vista cinesi sullo sfruttamento delle risorse dei fondali della zona.

Ad uscirne fortemente penalizzata è l’amministrazione Usa, che vede rinforzarsi la posizione cinese nel Pacifico (dove gli Usa appoggiano il Giappone e gli altri stati del Sud­Est asiatico come Filippine e Vietnam al fine del contenimento della Cina nell’area) nonchè quella russa a livello economico complessivo. Anche l’annunciata volontà di Cina e Russia di sostituire progressivamente all’utilizzo del dollaro un sistema basato maggiormente sulla centralità di rublo e yuan nelle loro transazioni non può che spaventare gli strateghi americani, i quali tramite l’utilizzo della propria moneta hanno scaricato a livello globale la maggior parte dei costi dovuti alla crisi dei subprime.

L’alleanza sino­russa è un problema enorme per le volontà dell’Occidente, un’alleanza la cui forza è già stata testata sulla questione siriana, che ha segnato un cambio di rotta dall’ultima “vittoria” occidentale, quella segnata dall’intervento franco­americano Libia. Un’alleanza che sembra poi potersi espandere anche sul piano militare; primo segnale di ciò sono state le esercitazioni militari congiunte tra Cina e Russia tenutesi nel Mar Cinese Orientale contestualmente alla firma dell’accordo.

Da non sottovalutare poi che l’intesa energetica è stato firmato contestualmente ai lavori del CICA, meeting sui temi della sicurezza e la stabilità dei paesi asiatici che ha visto la presenza di circa 40 attori statali del continente, tra cui Iran e Turchia. Nemesi degli Usa il primo e sempre di più dell’UE il secondo. Due attori regionali che vedono nella nascente crescita di Russia e Cina le possibilità di poter giocare ruoli più forti nei loro rispettivi dossier, quello sul nucleare i primi e quello sugli equilibri mediorientali la seconda, dove i suoi obiettivi collidono con paesi come Egitto e Israele da sempre grandi alleati di Washington.

In questo quadro, l’Unione Europea sembra sempre più ridotta a misero burattino statunitense, peraltro con questi ultimi probabilmente sempre meno intenzionati a considerarla all’interno delle proprie relazioni un alleato fondamentale. Dati i fatti, sembra piuttosto il Giappone di Abe (anch’esso mossosi con sanzioni contro Mosca in seguito ai fatti ucraini) tornare a prender rilevanza per gli Stati Uniti, in un contesto in cui la difficoltà di manovra europea dovuta al suo meccanismo intergovernativo e al suo relativo minor peso nell’economia mondiale ne fanno per gli Usa più una questione di cuscinetto in chiave antirussa che altro.

La situazione potrebbe cambiare se all’Unione Economica si facessero grossi passi nella direzione di un’Europa maggiormente integrata a livello politico, ma questo elemento sembra sempre più utopia dopo i recenti risultati elettorali che sembrano andare nella direzione opposta. Mentre sembra sempre più evidente il fallimento e la schizofrenia dei decisori del Vecchio Continente, che prima appoggiano le posizioni americane sull’Ucraina per poi accorgersi di quanto ogni minimo irrigidimento russo sulle forniture di gas possa avere effetti devastanti sulla sua economia già decisamente stagnante.

In definitiva, vediamo l’emergere di nuovi equilibri di potere che più che nella direzione di una nuova egemonia globale paiono muoversi verso un maggiore multipolarismo. Una configurazione geopolitica che tendenzialmente favorisce l’emergere di tanti piccoli attori regionali che giocano al rialzo sulle mosse delle potenze globali. Una dinamica ben sfruttata per esempio dagli stati africani. A differenza del periodo coloniale, i governanti africani stanno ben riuscendo a guadagnare da una fase in cui l’appetito di risorse di tante nuove potenze globali e regionali (Cina, India ad esempio) si unisce ai tradizionali interessi europei, sviluppando una sempre maggior capacità di saper giocare sugli interessi contrapposti delle potenze per trattare al rialzo sulle condizioni della vendita delle proprie ricchezze minerarie.

Migliori standard lavorativi imposti alle ditte straniere, agevolazioni nel campo delle commesse di armamenti equipaggiamento militare, appaltamento agli stati investitori della costruzione di infrastrutture nel paese in cambio della firma di lucrosi contratti di vendita di materie prime.  I regimi politici africani sembrano rafforzarsi sfruttando il nuovo “Scramble for Africa”, nonostante gli ovvi costi che questo presenta, soprattutto quello di legare la propria economia troppo alla singola esportazione di particolari prodotti.

La tendenza sembra dunque essere che da questo mondo in tensione, dal modello “win­win” di cooperazione internazionale di cui la Cina si vanta e si fregia, possa derivare un mondo più in equilibrio di potenza (e purtroppo non certo privo di forti diseguaglianze sociali al suo interno) di quello segnato dal trionfo globale del neoliberismo e dai milioni di morti che questa egemonia ha portato con sé.

Chongtu

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

cinarussia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra e algoritmi: la nuova frontiera di Israele nella sperimentazione militare a Gaza

Un inchiesta pubblicata oggi (il25 aprile ndr) dal New York Times rivela come Israele abbia trasformato il campo di battaglia in un laboratorio sperimentale senza precedenti per l’intelligenza artificiale applicata alla guerra. Un laboratorio in tempo reale, con esseri umani, spesso civili. da Pagine Esteri Secondo il quotidiano statunitense, citando interviste condotte con nove funzionari israeliani e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli occhi dell’impero sulle Galapagos

La decisione del presidente ecuadoriano Daniel Noboa di cedere una base nelle Galapagos alle forze armate degli Stati Uniti dovrebbe scuotere la società

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone oggi ad 80 anni dalle bombe nucleari USA su Hiroshima e Nagasaki

Nella puntata odierna andiamo in Giappone, facendo il punto sulla politica domestica del Paese nipponico e sugli scenari internazionali del quadrante asiatico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“I popoli sostengono la causa palestinese. Potenti e governi voltano le spalle”. Corrispondenza dalla Cisgiordania occupata

Il ministro israeliano della Difesa Katz ha dichiarato oggi, mercoledì 16 aprile 2025, che “Israele non ha alcuna intenzione di permettere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armarsi per salvare il capitalismo finanziario! La lezione di Rosa Luxemburg, Kalecki, Baran e Sweezy

Per quanto grande sia una Nazione, se ama la guerra perirà; per quanto pacifico sia il mondo, se dimentica la guerra sarà in pericolo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dati trapelati rivelano una massiccia campagna israeliana per la rimozione di post pro-Palestina da Facebook e Instagram

Una repressione radicale dei post su Instagram e Facebook critici nei confronti di Israele, o anche solo vagamente a sostegno dei palestinesi, è stata orchestrata direttamente dal governo israeliano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NATO incontra Palantir: un’analisi critica del sistema di guerra basato su IA della NATO

È notizia di oggi che il 25 marzo 2025, la NATO ha finalizzato l’acquisizione del Maven Smart System NATO (MSS NATO), una piattaforma di guerra basata su intelligenza artificiale integrata sviluppata in collaborazione con Palantir Technologies. Acclamato come un passo avanti nelle capacità decisionali operative, il MSS NATO rappresenta l’ennesimo esempio dell’integrazione dell’IA nella sfera […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”: la diretta dalla manifestazione nazionale di Milano

“Fermiamo la macchina bellica. Palestina libera!”. Decine di migliaia di persone – circa 50mila per le realtà organizzatrici – sabato 12 aprile a Milano per la manifestazione nazionale per la Palestina, sottoposta a 77 anni di occupazione e a un anno e mezzo di genocidio per mano dello Stato israeliano. La piattaforma rivendicativa ribadisce le motivazioni della giornata di lotta: “NO al genocidio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Come gli europei vanno incontro all’era complessa

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Pierluigi Fagan sulla congiuntura europea. Fagan parteciperà al dibattito di sabato 12 aprile alle 16 dal titolo “Scenari della guerra globale“. L’articolo è apparso […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La lunga frattura – Un contributo al dibattito su guerra e riarmo

In questi mesi la storia corre veloce, in poco tempo alcuni dei capisaldi su cui si è retto l’ordine mondiale definitivamente consolidatosi dopo il crollo del muro di Berlino stanno vivendo profonde tensioni e ristrutturazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rottura e interdipendenza: la partita tecnologica tra Usa e Cina

La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump ribalta Zelensky facendo dissolvere la falsa coscienza dal capitalismo “liberale”

Terre rare, materie prime, il dollaro come valuta di riferimento, porte spalancate ai capitali americani e i risparmi nazionali dritti dritti nei portafogli di società Usa. In meno di una riga di post, il neo-presidente, attaccando l’omologo ucraino, ha riassunto la dottrina che gli Stati Uniti hanno seguito per anni. L’Europa balbetta, proponendo solo nuova […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek

Trump è diventato il referente politico delle Big Tech e non è una congiuntura.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sputnik Moment?

La notizia del lancio del prodotto cinese ha sorpreso quasi tutti. Nessuno poteva immaginare che la Cina fosse già a questo livello nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale cosiddetta generativa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice dei Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?

In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei Brics+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’Europa morirà americana?*

Qual è oggi lo stato dei rapporti transatlantici nel quadro del conflitto ucraino e sullo sfondo del montante scontro Usa/Cina?