InfoAut
Immagine di copertina per il post

Perché è stupido e disonesto equiparare Hamas allo Stato Islamico?

L’equiparazione tra Hamas e l’Isis è una delle carte che il governo israeliano si è giocato dall’inizio del conflitto, paragone ampiamente ripreso da molti media occidentali. Ma per avere una comprensione adeguata di quanto sta succedendo in Palestina è necessario comprendere che il quadro è molto più complesso. Di seguito traduciamo un post di Cerveaux non Disponibles che spiega in maniera molto chiara perché questo paragone è disonesto e stupido.

Negli ultimi giorni, la stragrande maggioranza dei politici francesi è stata felice di descrivere Hamas come un’organizzazione terroristica. Macron si è spinto oltre, riprendendo la retorica di Netanyahu e dell’estrema destra israeliana, paragonando l’organizzazione palestinese allo Stato Islamico.

Ma questi due gruppi non hanno nulla in comune. Ecco perché riteniamo necessarie alcune precisazioni.

Chiariamo subito, per tutti gli appassionati, che questo testo non intende in alcun modo legittimare i crimini commessi da Hamas.

Detto questo, cominciamo col rivedere brevemente cos’è lo Stato Islamico.

Nato in Iraq all’indomani del caos generato dall’intervento americano del 2003, lo Stato Islamico è un movimento che si è inizialmente sviluppato sotto le insegne di al-Qaeda, prima di rompere definitivamente con questa organizzazione, a causa di differenze ideologiche.

Lo Stato Islamico è diventato rapidamente noto per il suo odio viscerale nei confronti dei musulmani sciiti. In Afghanistan, dove ha ancora una certa capacità di azione, la maggior parte dei suoi obiettivi sono moschee sciite.

Ciò che è ancora più notevole è che lo Stato Islamico ha una visione internazionalista e si oppone al concetto di confini all’interno del mondo musulmano. Vede il nazionalismo come una piaga che dividerebbe la comunità musulmana.

Questo è uno dei motivi per cui è in guerra aperta con i Talebani afghani, che hanno un’agenda nazionalista e non hanno assolutamente intenzione di esportare la jihad al di fuori del loro Paese.

Hamas, invece, si considera e sostiene di essere un movimento di liberazione nazionale.

La sua lotta si ferma ai confini della Palestina (quelli antecedenti al 1948), quindi non ha alcuna vocazione a scendere in guerra contro l’Occidente o i musulmani sciiti (Hezbollah e l’Iran sono tra i suoi principali sostenitori), poiché il suo nemico è limitato allo Stato di Israele.

Hamas ha condannato pubblicamente gli attacchi a Charlie Hebdo nel novembre 2015.

Inoltre, il semplice fatto di difendere il concetto di nazionalismo, ovvero quello di uno Stato palestinese, pone Hamas in opposizione ideologica allo Stato Islamico. Questa opposizione è diventata molto chiara quando lo Stato Islamico ha cercato di insediarsi nella Striscia di Gaza.

In effetti, Hamas ha dato un duro colpo alla minima espressione di simpatia per lo Stato Islamico, dando la caccia a tutti i suoi sostenitori per impedirgli di insediarsi nella regione.

Le due organizzazioni, infatti, si odiano ferocemente, senza contare che Hamas gode dell’appoggio del governo iraniano, che lo Stato Islamico considera senza dubbio il suo principale nemico.

Tutto ciò non impedisce ad Hamas di difendere un Islam reazionario e posizioni antisemite, ma bisogna capire che per la maggior parte dei giovani che si arruolano nelle sue fila tutto ciò è di secondaria importanza.

Ciò che conta per loro, l’oggetto della loro lotta, è la liberazione della Palestina, e Hamas è ai loro occhi l’organizzazione che permette loro di lottare più efficacemente per perseguire questo ideale.

Quindi, senza la colonizzazione e l’apartheid, Hamas probabilmente non esisterebbe, o sarebbe solo un piccolo gruppo con scarsa capacità di azione.

È quindi sbagliato equiparare Hamas allo Stato Islamico, che è in guerra contro tutto ciò che non è conforme alla sua visione dell’Islam e il cui obiettivo è l’istituzione di un califfato musulmano unificato e globalizzato.

Questo è tutto, è un po’ veloce e si tratta di un argomento che meriterebbe di essere sviluppato a lungo, ma è un assaggio della portata dell’ignoranza di Macron e dei suoi compari, o del loro desiderio di manipolare.

In generale, il modo migliore per combattere Hamas è porre fine alla colonizzazione e al regime di apartheid in Palestina, non massacrare persone innocenti a migliaia.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAhamasIsispalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ uno sporco lavoro / 1: ma qualcuno deve pur farlo…

Almeno per una volta l’alter ego dell’ispettore Stephan Derrick, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha lasciato da parte l’ipocrisia con cui da tempo l’Europa maschera le sue posizioni dichiarando che «Israele sta facendo il lavoro sporco anche per noi». di Sandro Moiso, da Carmilla Una frase che più che dai dialoghi della serie televisiva che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La ribellione dei ricercatori: 300 membri del CNR rifiutano di collaborare al riarmo

Oltre 300 ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dichiarato la propria indisponibilità a prestare la propria attività intellettuale a studi finalizzati al settore bellico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

UK: Palestine Action e legislazione anti terrorismo

23 giugno 2025 – Yvette Cooper, Home Secretary del Regno Unito, dichiara l’intenzione di mettere al bando Palestine Action ai sensi della legislazione antiterrorismo, ponendo quindi l’organizzazione sullo stesso piano di gruppi armati come al-Qaeda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le applicazioni più vendute create da spie israeliane

Alcune delle applicazioni di Apple e Google più scaricate sono state sviluppate da spie e Criminali di Guerra israeliani, generando miliardi di entrate per l’Economia dell’Apartheid.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dopo il 5 luglio il percorso Stop Riarmo continua!

Riprendiamo il comunicato uscito su @STOPRIARMO e alcuni articoli sulla giornata del 5 luglio scorso a Torino contro guerra, riarmo e gencidio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militarizzazione: la Sicilia sempre più al centro degli interessi bellici di Stati Uniti e NATO

La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zohran alza la temperatura

Una sorpresa dagli Stati Uniti governati da Trump: la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, che ha da subito scatenato il delirio islamofobo della destra e l’allarme nell’establishment democratico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: I popoli dell’Oaxaca convocano un Incontro Nazionale contro la Gentrificazione

I popoli e le comunità dell’Oaxaca hanno convocato l’Incontro Nazionale contro la Gentrificazione, davanti alla necessità di organizzazione “per far fronte al saccheggio” territoriale e culturale provocati dalla gentrificazione e turistificazione nel paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Italia le prove NATO di guerra nucleare, chimica e batteriologica

Escalation bellica planetaria ed i reparti d’élite della NATO si addestrano in Lazio alla guerra nucleare, chimica a batteriologica. A fine giugno si è conclusa l’esercitazione multinazionale “Black Poison 2025”, una complessa attività addestrativa condotta dalla Combined Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defence Task Force (CJ-CBRND-TF) della NATO, dal 1° gennaio di quest’anno sotto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Guerra o Clima?”: Extinction Rebellion sulle colonne e le statue del comune di Torino chiede l’interruzione dei rapporti con Israele

Extinction Rebellion ha vestito le statue all’ingresso del Comune di Torino con dei gilet con i colori della Palestina, arrampicandosi sulle colonne e appendendo uno striscione con scritto: “Torino 2030: Clima o Guerra?”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.