
“Noi baschi offesi dalla bandiera leghista”

All’attenzione del Sig. Roberto Rotondo,
 Le scrivono due cittadini baschi residenti in Lombardia. Ci sentiamo  molto offesi e sconcertati dopo aver letto il suo articolo “Addio Lega  di governo. Si torna ruvidi” apparso sulla testata Varese News il 23  novembre 2011 (http://www3.varesenews.it/politica/articolo.php?id=219343). Abbiamo visto la nostra bandiera appesa sul balcone della sede della Lega Nord di Varese. Doppiamente  offesi. Da un lato come baschi per l’insulto e affronto della Lega Nord  di Varese che, strumentalizzando la lotta basca, millanta somiglianze e  affinità inesistenti; non siamo come loro, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai. Dall’altro  lato, come lettori per la continua manipolazione dei media italiani e  la totale disinformazione e impreparazione dei giornalisti italiani.
 Il movimento della sinistra abertzale (nazionalista) basca nasce con la  finalità di “unire”: unire le nostre terre e unire le popolazioni basche  sparse in territori spagnoli e francesi. Il Paese Basco era uno Stato  tanti anni fa, il celebre Regno di Navarra, e ha poi subito una dura  invasione. L’anno prossimo ricorrono i 500 anni di questa invasione;  un’invasione militare, che non è riuscita però a cancellare il nostro  sentimento di popolo, e nemmeno a zittire la nostra bocca né la nostra  lingua. Euskaldun (basco in lingua basca), vuol dire portatore  dell’euskera (lingua basca). Qualunque immigrato che parli l’euskera può  essere riconosciuto tanto basco quanto noi. Siamo orgogliosi e  felici di avere una componente di immigrati così alta nelle nostre  terre, vera e propria ricchezza sociale e culturale. Questa è una delle  grandi differenze con la Lega Nord: l’inclusione da una parte e  l’esclusione dall’altra. Per questo siamo fieri di sottolineare ogni  volta ciò che ci differenzia da chi costantemente fa campagne di odio e  razzismo, dentro e fuori le istituzioni.
 Lo stato spagnolo ci ha invaso militarmente, perché questo è l’unico  campo in cui sono forti. Per questo noi baschi vinceremo con la parola,  con le idee, con le nostre azioni quotidiane, per far fronte ad un  assedio che è quotidiano, da 500 anni, e ad una persecuzione diretta  verso qualunque traccia che odori di basco, sia politica che culturale. E  quotidiana è stata anche la nostra resistenza. In questo  contesto, 50 anni fa, è nata E.T.A., organizzazione armata, nata dalla  volontà di molti studenti universitari che, durante la dittatura  fascista di Franco, si sono espressi a difesa popolare e contro il  fascismo. ETA ha però terminato pochi mesi fa la lotta militare perché  il popolo basco ha chiesto questo. Recentemente tutte le  organizzazioni, partiti, collettivi, associazioni che hanno fatto o  fanno parte del Movimento di Liberazione Nazionale Basco hanno deciso,  con convinzione, di far confluire la lotta ideologica e politica della  popolazione in organizzazioni politiche come quella, per esempio, di  Amaiur, una coalizione formata da numerosi partiti che rivendicano la  sovranità popolare e la difesa dei diritti di base, tutt’altro che  scontati in Euskal Herria (Paese Basco). Il nuovo panorama  politico evidenzia come Euskal Herria rappresenti un’anomalia nel  contesto europeo: una sinistra reale che compete alla pari con forze  politiche il cui riferimento sociale e politico è quello dominante  attualmente in crisi. Il Paese Basco sta lanciando un chiaro  messaggio all’Europa: un’altra democrazia è possibile. La proposta e  l’azione della sinistra indipendentista non è per una nuova gestione del  presente ma per il cambio delle gerarchie di potere sociale e per una  democrazia realmente partecipativa. I neo eletti della coalizione  Amaiur, rappresentanti politici eletti democraticamente dai cittadini,  porteranno le rivendicazioni di giustizia e libertà fino a Madrid,  utilizzando solo l’arma della politica. Definire la coalizione  politica di Amaiur “terrorista” vuol dire non conoscere e non sapere  leggere e analizzare gli accadimenti che poco lontano dall’Italia  accadono.
 Avevamo detto di essere doppiamente offesi. Sappiamo che la  manipolazione dell’informazione negli stati francesi e spagnolo è una  cosa sistematica, ma non capiamo come paesi che non hanno interessi in  questo conflitto si facciano complici, sia con il silenzio che con la  manipolazione. Un silenzio che occulta le denunce delle torture subite  dai cittadini baschi nelle carceri spagnole, torture che anche organismi  come Amnesty International e relatori internazionali per i diritti  umani riportano e smascherano costantemente. In Italia la manipolazione è  addirittura doppia, visto che la Lega utilizza, sempre a sproposito, il  conflitto basco-spagnolo, per il proprio interesse.
 Siamo quindi offesi sia come cittadini baschi sia come lettori.  Ci auguriamo che, almeno nel secondo caso, si debba ad un errore o a  semplice ignoranza. Capiamo che chi non è informato  sull’indipendentismo basco possa fare confusione con la Lega Nord, ed è  per questo motivo che vorremmo invitare il Sig. Rotondo ed i lettori del  giornale in cui scrive ad essere maggiormente attenti, interessati e  curiosi, con la voglia di capire cosa sta loro intorno, con la voglia di  capire cosa accade a un migliaio di km da casa loro, nel territorio  basco.
 Vorremmo invitar loro anche alla lettura dell’opuscolo “Lega chi  la conosce la evita, chi la capisce la combatte” a cura del Comitato  Autonomo Varesino dove si spiegano le differenze che abbiamo prima  citato (inclusione/esclusione per fare un esempio) ed alle  iniziative dei diversi comitati Euskal Herriaren Lagunak / Amici e  amiche dei Paesi Baschi, sparsi in tutta Italia. A febbraio, da numerosi  anni, si organizza una settimana di solidarietà con il Paese Basco con  dibattiti, proiezioni, conferenze con rappresentanti baschi, a Milano e  dintorni. Vi invitiamo calorosamente a queste iniziative, sperando che  siate numerosi e numerose, perché siamo convinti che se per noi vale la  frase “Lega, se la conosci la combatti”, allo stesso modo per voi  potrebbe valere la frase “Sinistra Abertzale, se la conosci la  condividi”.
Lucia Ezker, Mikel Leyun
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