
Merci pour ce moment – Ancora su Nantes contro il FN
Merci pour ce moment!
A Nantes varie migliaia di persone contro il Front National e il suo mondo
Delle esplosioni, dei canti, delle scritte, nubi di fumo acre. Il sole. È sabato 25 febbraio, nelle strade di Nantes c’è aria di primavera, l’aria delle giornate intense contro la Loi Travail.
Una settimana di dibattiti e iniziative che hanno avuto luogo in tutta la città circa varie tematiche, dalla lotta kurda alla comune nantaise del ’68, dalla “generazione ingovernabile” alla repressione all’interno dello stato d’urgenza (qui il link de La Semaine des Resistances), migliaia di persone che si sono mosse verso Nantes contro il meeting del FN. “2200 di cui 800 estremisti” dirà la polizia. 3000 persone alla partenza per gli organizzatori nel momento in cui il corteo inizia a muoversi, e quasi il doppio all’arrivo confiderà un sindacalista. Realisticamente attorno ai 5 / 6000. Ma le cifre importano poco. Malgrado le minacce ripetute della prefettura, l’inquadramento poliziesco del centro città e gli articoli ansiogeni della stampa, le strade sono piene e il corteo è solidale. Scommessa vinta.
All’apertura delle danze, a livello del concentramento prima della partenza, dozzine di poliziotti cercano di rubare un carro costruito da Génération Ingouvernable Nantes rappresentante una barca alla deriva con a bordo un candidato a 5 teste, quelle dei candidati alle Presidenziali [Macron, Le Pen, Dupont-Aignan, Fillon e Jadot]. La provocazione è respinta da giovani in kway nero e militanti della CGT. Il carro resterà fino alla fine fra i manifestanti.
La forza di questo corteo sta proprio nella sua diversità. C’è certo una parte di giovani ingovernabili vestiti in nero, massiccia, capace di sprigionare una forza impressionante e affrontare le forze dell’ordine per ore. Questa parte è circondata da fotografi e telecamere per tutto il pomeriggio. C’è però anche un vasto corteo sindacale, con passeggini, persone di tutte le età che insieme cantano “tout le monde déteste le FN”. É proprio questa molteplicità, la stessa che ha messo in difficoltà il governo, questa diversità che gli organi di stampa penseranno bene di occultare. Lungo tutto il percorso, pur se corto, la polizia mette in campo una pressione intensa sul corteo. Lacrimogeni, granate di disperione, le cariche della BAC [Brigade Anti Criminalité, il corpo di polizia in borghese francese, a volto coperto e armato di tutto punto] seguite da risposte determinate. Il corteo si scinde più volte, riesce sempre a ricompattarsi e a operare la congiunzione fra le differenti componenti in strada.
È un diluvio di colori, fuochi d’artificio e lacrimogeni che costellano rue de Strasbourg. I muri riprendono parola, i locali di Vinci [il primo gruppo industriale francese di costruzioni, parte anche del progetto aeroportuale di Notre-Dame-des-Landes] vengono devastati, la sede del Comune è dipinta di rosso, dei fuochi d’artificio crepitano a ogni angolo. Sempre con tutti gli effettivi, la manifestazione arriva a Mirroir d’Eau dove dovevano tenersi vari interventi sindacali dal furgone. La polizia approfitta di questo tempo morto per stringere la morsa, e spara a intervalli regolari granate dispergenti. La prima presa di parola è interrotta per una serie di esplosioni. Un sindacalista comincia a felicitarsi per la manifestazione festiva e se la prende con le provocazioni poliziesche. Un altro, quando il confronto con gli agenti della BAC diventa più acceso, seguito da cariche e lacrimogeni, dal microfono si rivolge alle forze dell’ordine con un ironico Merci pour ce moment ! (“Grazie per questo momento!”). Il furgone con l’amplificazione resta dov’era. Un altro intervento parla dei legami fra Polizia e Front National, mentre i tafferugli continuano ai quattro angoli della piazza.
Fine del primo tempo, quello della manifestazione unitaria.
Dopo un momento di titubanza, un nuovo corteo si compatta e riparte verso Cours Sanint Pierre. Ancora lacrimogeni. Il carro presidenziale viene dato alle fiamme. In fretta viene innalzata una barricata. Una voce inizia a girare, il GUD [gruppo d’estrema destra francese] è nei paraggi, attimi di discussione fra chi vuole tornare verso il centro e chi vuole cacciare i fasci. Questa perdita di tempo permette al dispositivo poliziesco di riposizionarsi e di piazzarsi all’accesso del Corso. I manifestanti sono ancora molte centinaia lungo lo Chateau des Ducs de Bretagne. Ritorno a rue de Strasbourg, altre scritte, altre vetrine che vengono giù. Sale la tensione. Una lingua di fuoco si abbatte sulle fila di CRS [antisommossa]. Quando la testa del corteo è ancora immersa nel gas, la BAC carica da dietro. Spari di cartucce in caucciù e raffiche di granate dispergenti ad altezza testa. Vari feriti, di cui qualcuno al volto. Panico. Il momento di disperdersi è arrivato.
Delle cariche proseguono nelle piccole rues del centro quando si viene a sapere che un’altra parte di manifestanti è stata spinta verso il Lieu Unique [lontano qualche km dal resto del corteo]. Dopo un paio d’ore di tregua un centinaio di persone si ritrovano su Place du Bouffay. Un fuoco viene acceso con le tavole di legno utilizzate per coprire le facciate delle banche. Un pasto caldo e delle bevande sono servite. La festa continua fino a tardi. Atmosfera da Nuit Debout.
Questa manifestazione contro il grande meeting presidenziale dell’estrema destre è un successo numerico e politico. I manifestanti sono stati capaci di stare insieme nelle loro diversità di pratiche all’interno del percorso deciso collettivamente. C’era più gente nelle strade di Nantes il sabato che domenica in uno Zénith bunkerizzato. Le autorità vogliono cercare di decostruire le connessioni che si sono venute a creare contro l’estrema destra e le sue idee, come durante la Loi Travail e in seguito alle manifestazioni anti-Aeroporto. Sta a noi di dispiegare il nostro racconto di questa giornata e costruire insieme le resistenze da mettere in campo nelle settimane e nei mesi che seguiranno.
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Domenica 26 febbraio: opération escargot [azione di perturbamento, confluendo nelle strade con le proprie auto per bloccare il traffico] attorno allo Zénith, viene infiammata una barricata sulla strada che da Rennes porta verso Nantes, e dei veicoli di alcuni militanti di FN vengono completamente imbrattati.
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