InfoAut
Immagine di copertina per il post

Marines a Sigonella, per la Libia

Il governo libico infatti ha convocato l’ambasciatrice Usa Deborah Jones per avere chiarimenti sulla cattura del presunto leader di al Qaeda Nazih Abdul Hamed al-Raghie, nome di battaglia Abu Anas al-Libi, prelevato a fine settimana a Tripoli dalle squadre speciali Usa, in pieno giorno. «Un sequestro», per le autorità libiche, deciso a loro insaputa. Affermazioni ufficiosamente smentite dal Pentagono, che ha comunque rivendicato il diritto a perseguire i ricercati senza limiti o frontiere.

«Chi ha rapito mio padre parlava il dialetto libico», ha affermato il figlio di Abu Anas testimone del sequestro. Per i media statunitensi, l’operazione è opera delle Navy Seals, le stesse forze speciali Usa che hanno catturato e ucciso Osama bin Laden, con la Cia e l’Fbi. Abu Anas sarebbe stato portato a bordo della San Antonio, nave da guerra dell’Us Navy di stanza nel Mediterraneo, per essere interrogato: secondo il copione delle rendition.

«Ormai è un detenuto degli Stati Uniti», ha dichiarato il segretario americano alla Difesa Chuck Hagel, precisando che il raid era stato approvato dal presidente Obama. Amnesty International ha denunciato la cattura di Abu Anas, perché «viola i principi fondamentali dei diritti umani», e ha chiesto al governo americano di «confermare immediatamente il suo luogo di detenzione, fornirgli l’acesso a un avvocato, a cure mediche e permettergli di contattare la famiglia».

Tripoli fa la voce grossa, ma per un governo a sovranità limitata messo in sella dalla Nato a suon di bombe, è difficile evitare il grottesco dell’apparire complice o insignificante. La Libia «liberata» da Gheddafi è quotidianamente umiliata dalle milizie armate che si contendono il territorio, e suscitano allarme negli Usa. Ieri, mentre il governo libico minimizzava la portata di un ultimo attentato compiuto a Bengasi davanti all’ospedale al Jala, il Pentagono ha fatto sapere di aver inviato un numero imprecisato di marine dalla Spagna alla base di Sigonella: inizialmente si è parlato di 500 uomini, o comunque di oltre 200.

Un’operazione militare non proprio di routine, che rilancia il dibattito sull’utilizzo della base siciliana. intanto governo italiano e parlamento tacciono. Sulla testa del 49enne che viveva tranquillamente nel paese da due anni, c’era una taglia di 5 milioni di dollari. Era fra le persone più ricercate dall’Fbi, accusato di complicità negli attentati contro le ambasciate nordamericane in Tanzania (11 morti, 70 feriti) e in Kenya (213 morti fra cui 12 statunitensi) nel 1998. Poco graditi ai tempi di Gheddafi, molti radicalisti islamici hanno lasciato il paese negli anni ’90 per stabilirsi in Afghanistan o in Iraq, dove sono entrati in contatto con al Qaeda e poi sono rientrati in Libia nel 2011.

Aver combattuto a fianco dei ribelli libici gli ha dato voce in capitolo. Forti dell’arsenale militare accumulato, hanno formato milizie armate e campi d’addestramento per giovani libici o stranieri da inviare a combattere in Siria. Questi gruppi sarebbero diventati così potenti da non aver bisogno di affiliarsi ad al Qaeda, preferendo seguire i propri emiri locali. Al gruppo salafita Ansar al-Sharia, ben radicato nell’est del paese, è attribuito l’attacco al consolato Usa a Bengasi dell’11 settembre 2012, costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens e a tre statunitensi.

Geraldina Colotti

per Il Manifesto

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

LibiasigonellaUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zohran alza la temperatura

Una sorpresa dagli Stati Uniti governati da Trump: la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, che ha da subito scatenato il delirio islamofobo della destra e l’allarme nell’establishment democratico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: I popoli dell’Oaxaca convocano un Incontro Nazionale contro la Gentrificazione

I popoli e le comunità dell’Oaxaca hanno convocato l’Incontro Nazionale contro la Gentrificazione, davanti alla necessità di organizzazione “per far fronte al saccheggio” territoriale e culturale provocati dalla gentrificazione e turistificazione nel paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Italia le prove NATO di guerra nucleare, chimica e batteriologica

Escalation bellica planetaria ed i reparti d’élite della NATO si addestrano in Lazio alla guerra nucleare, chimica a batteriologica. A fine giugno si è conclusa l’esercitazione multinazionale “Black Poison 2025”, una complessa attività addestrativa condotta dalla Combined Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defence Task Force (CJ-CBRND-TF) della NATO, dal 1° gennaio di quest’anno sotto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla guerra

Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Los Angeles, o la fine dell’assimilazione

“Non è nostro compito inventare strategie che potrebbero permettere al Partito dell’Ordine di respingere il diluvio. Il nostro compito è piuttosto quello di individuare quali compiti necessari ci vengono assegnati giorno per giorno, quali forze di creatività, determinazione e solidarietà vengono chiamate in causa, e quali forme di azione appaiono ora ovvie a tutti.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fuoco e ghiaccio: lezioni dalla battaglia di Los Angeles

Traduciamo questo articolo anonimo dal sito ill will. Il testo è del 14 giugno, quindi scritto nei giorni caldi delle rivolte. Ci sembra importante cercare di seguire il dibattito interno al movimento che si sta dando negli Usa, per provare a restituire la complessità delle questioni che esso mette sul tappeto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Costruita per Dominare

Pubblichiamo la traduzione del seguente articolo: Palantir sta progettando l’infrastruttura della repressione — e ci sta dicendo il perché. Una nuova campagna di reclutamento è apparsa nei campus delle università d’élite statunitensi nell’aprile scorso. In scuole come Cornell e UPenn, manifesti alle fermate degli autobus, su uno sfondo nero austero, lanciavano un cupo avvertimento: “È […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ombra di Sigonella sui bombardamenti israeliani all’Iran

Passa immancabilmente dalla base siciliana di Sigonella parte del sostegno delle forze armate USA alla guerra di Israele contro l’Iran.  di Antonio Mazzeo, da Pagine Esteri Secondo il sito specializzato ItaMilRadar che monitorizza il traffico aereo militare nel Mediterraneo, nei giorni 13, 15 e 16 giugno sono state documentate lunghe missioni nello spazio aereo prossimo ad Israele, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fuck ICE! Note sulla rivolta.

Da giorni Los Angeles è sotto assedio, una vera e propria invasione poliziesca contro i lavoratori migranti ha scatenato un’odata di proteste e resistenza popolare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu verso la soluzione finale

Il piano annunciato dal governo di Netanyahu, che pare attenda soltanto il passaggio di Donald Trump nel Golfo, per essere messo in atto ha i contorni ben precisi.