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L’Italia va alla guerra

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“L’Italia avrà un ruolo importante sul fianco sud-est della Nato” Lo ha dichiarato all’ANSA Francesco Maria Talò, ambasciatore italiano alla NATO. Ha poi aggiunto, tra l’altro, che al prossimo summit NATO a Madrid, “la Nato si aggiornerà e si attrezzerà”.

“Con l’acronimo D.I.A.N.A – spiega il diplomatico – si punta a incentivare le PMI e le start-up attive nel campo della difesa e l’Italia farà la sua parte con un “acceleratore a Torino” e due test center, uno a Capua e uno a Spezia. Poi ci sarà un fondo per l’innovazione, che opererà sulla falsa riga del venture capital. Perché la NATO non è solo missili e carri armati, come testimonia il programma DEXTER: prototipo di tecnologia per contrastare la minaccia di armi da fuoco ed esplosivi nei luoghi affollati, sviluppato con il contributo di ENEA, è stato testato con successo in una stazione della metropolitana di Roma (…) Gli alleati a Madrid faranno dunque il punto sul rafforzamento del fianco est, imposto dall’invasione russa in Ucraina…”

Un’Alleanza tuttofare, dunque, con un colpo d’acceleratore all’ipermilitarizzazione della società, della ricerca e dell’economia globale.
E per non farsi mancare nulla, mentre i riflettori sono accesi sulla guerra in Ucraina, il governo italiano decide di aumentare il proprio impegno bellico in Niger, dove è già operativa una delle più rilevanti tra le 40 missioni militari italiane in Niger. Nelle scorse settimane è stato costituito il Task Group Air Sahel, una forza di pronto intervento aereo nell’ambito della Missione bilaterale di supporto delle forze armate italiane a favore della Repubblica del Niger (MISIN).

Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo

Ascolta la diretta:

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Da Radio Blackout

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