InfoAut
Immagine di copertina per il post

Julian Assange: l’uomo dietro le fughe di notizie che hanno scosso il Medio Oriente

Uno sguardo al ruolo che il fondatore di WikiLeaks ha svolto nell’esporre la corruzione e le operazioni militari e nell’influenzare le dinamiche politiche nella regione del Medio Oriente.

Fonte: English version

Staff di The New Arab – 25 giugno 2024Immagine di copertina: WikiLeaks, un’organizzazione non profit che pubblicava informazioni classificate, censurate o altrimenti riservate, ha svolto un ruolo significativo nell’influenzare le dinamiche politiche e sociali del Medio Oriente [Getty].

Martedì, la notizia di un accordo che prevedeva la liberazione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ponendo fine alla sua prigionia nel Regno Unito dopo una odissea legale durata 14 anni, sono stati accolti con favore da diversi paesi e dai principali gruppi per i diritti umani.

Assange, 52 anni, ha accettato di dichiararsi colpevole di un’unica accusa penale: cospirazione per ottenere e divulgare documenti classificati sulla difesa nazionale degli Stati Uniti, secondo le dichiarazioni depositate presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per le Isole Marianne Settentrionali.

WikiLeaks, un’organizzazione non profit che pubblicava informazioni classificate, censurate o altrimenti riservate, ha svolto un ruolo significativo nell’influenzare le dinamiche politiche e sociali del Medio Oriente.

Attraverso il suo lavoro con WikiLeaks, Assange ha esposto varie operazioni governative e militari, che hanno avuto conseguenze di vasta portata nella regione.

Ecco uno sguardo dettagliato a ciò che Julian Assange ha offerto al Medio Oriente e ai suoi collegamenti con la regione.

Catalizzatore della Primavera Araba

Uno degli impatti più notevoli di WikiLeaks nel Medio Oriente è stato la sua influenza sulla Primavera Araba. La diffusione dei cablogrammi diplomatici statunitensi nel 2010 ha fornito resoconti dettagliati di corruzione, abusi dei diritti umani e pratiche autoritarie in diversi paesi arabi, contribuendo a alimentare il malcontento pubblico che ha portato alle rivolte che hanno attraversato la regione.

WikiLeaks ha rilasciato cablogrammi che evidenziavano la corruzione e lo stile di vita sontuoso dell’ex presidente della Tunisia, Zine El Abidine Ben Ali, e della sua famiglia. Queste rivelazioni hanno contribuito all’indignazione pubblica che ha portato alla Rivoluzione tunisina, la prima della serie di rivolte conosciute come la Primavera Araba, che ha portato alla destituzione di Ben Ali.

Allo stesso modo, in Egitto, WikiLeaks ha esposto la corruzione e gli abusi del regime di Mubarak, aggiungendo slancio alle proteste che alla fine hanno portato alle dimissioni del presidente.

Morti civili nelle guerre in Iraq e Afghanistan

WikiLeaks ha anche svolto un ruolo cruciale nell’esporre le operazioni militari e le azioni nel Medio Oriente, facendo luce sulle realtà della guerra e sull’impatto sulle popolazioni civili.

Nel 2010, WikiLeaks ha pubblicato i “Iraq War Logs”, una raccolta di quasi 400.000 rapporti sul campo dell’esercito statunitense dalla guerra in Iraq. Questi documenti hanno rivelato la vera portata delle vittime civili, casi di tortura e  dettagli sulle operazioni militari in Iraq.

I registri hanno fornito una visione trasparente del conflitto, sfidando le narrazioni ufficiali e mettendo in evidenza il costo umano della guerra. È emerso che oltre il 60% delle morti in Iraq erano civili – segnando una media di 31 morti civili al giorno nel periodo di sei anni.

Analogamente, i “Afghanistan War Logs” rilasciati da WikiLeaks dettagliavano le operazioni militari statunitensi in Afghanistan, comprese le vittime civili non riportate e il ruolo dei contrattisti privati. I documenti offrivano una visione del comportamento della guerra e del suo impatto sulla società afgana.

Cablogrammi diplomatici statunitensi

La diffusione di oltre 250.000 cablogrammi diplomatici statunitensi da parte di WikiLeaks, noto come “Cablegate”, ha avuto significative ripercussioni nel Medio Oriente, fornendo valutazioni schiette di vari governi, dinamiche regionali e strategie di politica estera degli Stati Uniti.

I cablogrammi rivelarono discussioni interne all’interno del governo saudita, le sue manovre di politica estera e le sue preoccupazioni riguardo l’Iran. È stato rivelato che l’Arabia Saudita aveva fatto pressioni sugli Stati Uniti affinché attaccassero l’Iran, mentre altri alleati arabi segretamente agivano per un’azione militare contro Teheran nel contesto dello sviluppo del suo programma nucleare.

In Yemen, i cablogrammi hanno esposto il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle operazioni militari contro Al-Qaeda, comprese le operazioni di droni, con dispacci che rivelavano l’accordo segreto del presidente Ali Abdullah Saleh per consentire agli Stati Uniti di lanciare attacchi missilistici contro AQAP, ma dichiararli come opera dello Yemen.

Queste fughe di notizie hanno influenzato l’opinione locale e il discorso politico arabo in Yemen, mettendo in luce l’estensione dell’intervento straniero nel paese.

Su Israele

WikiLeaks ha anche fatto luce sul conflitto israelo-palestinese e sulla geopolitica più ampia della regione con cablogrammi che rivelavano la stretta cooperazione tra Stati Uniti e Israele su varie questioni di sicurezza, comprese le discussioni sul programma nucleare iraniano.

I documenti rilasciati da WikiLeaks evidenziavano lo scetticismo israeliano riguardo al processo di pace, con funzionari israeliani che esprimevano dubbi sull’efficacia dei negoziati e sul ruolo di altri attori regionali.

I cablogrammi trapelati rivelavano che Israele intendeva mantenere l’economia di Gaza sull’orlo del collasso, mantenendola appena al di sopra di una crisi umanitaria mentre evitava un disastro completo. Questa strategia mirava a esercitare pressione e soffocare Gaza senza innescare una grave protesta umanitaria.

I cablogrammi rivelavano anche le preoccupazioni di Israele riguardo all’instabilità nei paesi vicini, in particolare Siria ed Egitto, e come i cambiamenti nella leadership avrebbero potuto influire sulla sua sicurezza.

I documenti trattavano anche la politica di opacità nucleare di Israele, con poco riconoscimento ufficiale da parte degli Stati Uniti o di Israele delle sue capacità nucleari, nonostante la diffusa speculazione internazionale. Altre rivelazioni riguardavano le capacità e le iniziative di Israele nella cybersecurity e nella guerra informatica, che un informatore israeliano aveva rivelato.

Guerra in Siria

Nel contesto della guerra in Siria, WikiLeaks ha rilasciato email e documenti che offrivano approfondimenti sulle strategie del regime di Assad e le risposte della comunità internazionale.

Le email rilasciate includevano comunicazioni tra funzionari siriani e i loro alleati stranieri, rivelando le tattiche del regime e i suoi sforzi per mantenere il potere durante la guerra.

I “Syria Files” hanno fatto luce sul funzionamento interno del regime siriano, sulla corruzione e sull’economia, ma hanno anche rivelato come l’Occidente e le aziende occidentali dicessero una cosa e ne facessero un’altra. I “Syria Files” hanno principalmente imbarazzato gli Stati Uniti e Assad e hanno evidenziato i legami tra i due, che WikiLeaks ha visto come prova dell’ipocrisia occidentale.

Anche la first lady della Siria, Asma al-Assad, ha suscitato polemiche quando WikiLeaks ha rivelato le sue spese sontuose durante l’inizio della guerra, che ha visto decine di migliaia di manifestanti scomparire e città bombardate e gasate.

Whistleblowing e libertà di parola

L’attività di Assange per la trasparenza e la responsabilità ha risuonato nel Medio Oriente, dove molti giornalisti e attivisti affrontano la repressione. Il lavoro di WikiLeaks ha ispirato un movimento più ampio per la libertà di parola e la responsabilità del governo nella regione.

Fornendo una piattaforma per i whistleblower, WikiLeaks ha incoraggiato gli individui a farsi avanti con informazioni sugli abusi e la corruzione dei governi. Questo ha avuto un impatto particolare nei regimi autoritari, dove tali divulgazioni sono spesso soppresse.

La Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) ha accolto con favore il rilascio di Assange, definendolo una vittoria significativa per la libertà di stampa.

La caduta di 17 delle 18 accuse che gli erano state imputate, evita la criminalizzazione delle normali pratiche giornalistiche come incoraggiare le fonti a condividere confidenzialmente prove confidenzialmente prove di illeciti e criminalità, ha dichiarato il gruppo.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” –Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

assangeinformazionemedio orienteprimavere arabeWikileaks

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turisti della guerra a Sarajevo: aperta un’inchiesta, almeno 5 gli italiani coinvolti

Si radunavano a Trieste e da lì partivano per sparare “per divertimento” ai civili insieme ai militari dell’esercito serbo-bosniaco che assediavano la città di Sarajevo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ottavo fronte: la Cupola di Ferro Digitale di Israele e la battaglia narrativa

Mentre i suoi militari bombardano Gaza, nonostante l’accordo per un cessate il fuoco, Tel Aviv lancia un’offensiva parallela su internet volta a mettere a tacere le narrazioni della Resistenza, manipolare le percezioni globali e riprogettare la memoria digitale dei suoi Crimini di Guerra.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medio Oriente: Israele dà fuoco alla regione. Attacchi multipli all’Iran

Raid pure in Libano e Palestina. Teheran: “è una dichiarazione di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Sostieni Radio Blackout 105.250 fm – Torino

Ultimi giorni della campagna di autofinanziamento per Radio Blackout: sosteniamo le esperienze di controinformazione, sosteniamo l’informazione libera.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra in Medio Oriente: non è un se, ma un quando

Chi vuole un ampliamento del conflitto? Chi vuole trasformare la carneficina di Gaza in una guerra regionale?