InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il salario dei minatori africani. Le rivolte in Zambia e in Sudafrica

34 morti e 74 feriti nell’eccidio della miniera di Marikana, e mentre prosegue lo sciopero selvaggio in Sudafrica i minatori dello Zambia uccidono negli scontri il capo che rifiutava di pagarli.

 

 

Come in Sudafrica gli operai trucidati dalla polizia della miniera di Marikana lottavano per una paga più altra e condizioni di vita più dignitose, così allo stesso modo le rivolte in Zambia nel distretto minerario di Sinazongwe si sviluppano sul salario.
Da anni in Zambia i minatori locali lottano contro la violenza del neo-imperialismo di capitali cinesi che negli ultimi tempi hanno investito nelle miniere di rame e carbone oltre 400 milioni di dollari. Nel 2010 a più riprese i capi cinesi avevano aperto il fuoco sui minatori in agitazione. 11 operai erano stati feriti dalle armi del padrone alla Collum Coal Mine, la stessa miniera nella quale Wu Shengzai, 50 anni, dirigente della Collum, è morto colpito da un carrello che è stato spinto contro di lui mentre cercava di fuggire in una galleria. Il dirigente era noto per il suo pugno di ferro, per il ritardo nei pagamenti agli operai e aveva ripetutamente negato di accordare gli aumenti sulla paga e i miglioramenti sulle condizioni di lavoro richiesti dai minatori. La sua intransigenza davanti all’ultima protesta gli è stata fatale.

 

L’elezione di Michael Sata alla guida dello Zambia nel 2011 ha mischiato le carte per gli investitori stranieri nel paese. Dopo un ventennio di governo del Movement for Multiparty Democracy (MMD) e la presidenza di Ruphia Banda (2008-2011), ampiamente sostenuto dai finanziatori cinesi durante le ultime presidenziali grazie alla sua politica aperta a un ingresso indiscriminato di capitali cinesi nel paese, Sata, leader del Patriotic Front (PF), ha garantito la continuità degli investimenti richiedendo però il miglioramento delle condizioni di lavoro per i cittadini zambiesi. Di recente il governo di Sata ha fissato un nuovo tetto per il salario minimo, innalzandolo a 220 dollari (circa 180 euro), senza però dimostrare di poter politicamente imporre il rispetto della propria risoluzione.
La Collum infatti ha rifiutato di allinearsi ai nuovi standard salariali costringendo gli operai a scendere in sciopero. Secondo fonti della polizia fra i dimostranti erano presenti molti abitanti dei villaggi vicini unitisi alla lotta dei minatori per costringere i capi ai pagamenti. Non a caso infatti i 12 arresti effettuati dalla polizia per l’omicidio del dirigente cinese hanno colpito i “sospettati” del villaggio, nel tentativo di rompere le reti di solidarietà costruite in una lotta comune contro lo sfruttamento feroce nell’industria estrattiva.

 

Ian Farmer, l’amministratore delegato della Lonmin, la multinazionale britannica responsabile del massacro in Sudafrica, afferma che in un periodo di crisi “bisogna tutelare i bilanci”, ovvero tagliare sul costo del lavoro, scaricando sul lavoro vivo il peso della stagnazione sul mercato della richiesta di materie prime. Per l’industria globale la crisi rappresenta un’occasione nella quale insediarsi e concentrare capitali grazie al mantenimento di salari bassissimi o alla loro riduzione (le riforme nostrane sul mercato del lavoro e le strategie di reindustrializzazione in occidente descrivono questa storia tra precarizzazione e svalutazioni salariali).

Il neo-colonialismo cinese in Zambia ben simboleggia questo processo di accumulazione. Ma questa dinamica è pur sempre agita da un soggetto politico, ovvero modifica e istituisce nuovi rapporti sociali, risponde a un’iniziativa capitalistica suscettibile di inversione nell’attivazione di forme di resistenza. Questo significano le rivolte sul salario dei minatori africani per noi: invertire la spirale attorno a un “no costituente”, raccogliere le istanze di liberazione – dalla possibilità di riprodurre la vita nel salario fino alla sottrazione dallo sfruttamento capitalistico – e ricomporre una sintassi conflittuale oltre il ricatto della crisi trasformando, anzi, la crisi stessa nel vero terreno di scontro e di cambiamento grazie al motore delle lotte

 

Leggi anche:

Sudafrica, piombo “democratico” contro gli operai

Sudafrica, la polizia spara sui minatori in sciopero: 18 morti

Vedi il video: manifestazioni nelle miniere di rame zambiane

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

cinaminatorisalariosudafricazambia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

American Primeval

Dell’omicidio di Charlie Kirk e del suo presunto esecutore Tyler Robinson si sta parlando ampiamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Mobilitazione generale a fianco della Palestina: presidi in tutta Italia

Striscia di Gaza, 16 settembre 2025. Da questa notte Israele ha iniziato l’operazione di conquista totale di Gaza City, effettuando bombardamenti a tappeto su tutta la città per preparare il terreno all’invasione via terra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nella logica distorta di Israele, veganismo e genocidio vanno di pari passo

Un elemento meno noto della campagna di disinformazione israeliana è il suo status autoproclamato di nazione leader in materia di diritti degli animali

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nepal: intervista da Katmandu con Navyo Eller, “Mai vista una rivoluzione così veloce, netta e senza compromessi”

È tornata la calma nel paese himalayano dopo le durissime quanto rapide proteste della scorsa settimana a Katmandu e in molti altri centri del Nepal.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: le barche italiane lasciano la costa siciliana alla volta di Gaza, “Buon vento”

Sono salpate, alla volta di Gaza, le imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla dal porto siciliano di Augusta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza Inc: dove il Genocidio è testato in battaglia e pronto per il mercato

Gaza è diventata la vetrina di Tel Aviv per lo Sterminio privatizzato, dove aziende tecnologiche, mercenari e fornitori di aiuti umanitari collaborano in un modello scalabile di Genocidio Industriale venduto agli alleati in tutto il mondo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

America Latina, “la guerra secondaria”

Nel 2025, la competizione globale per i minerali essenziali – terre rare, litio, cobalto – e per le fonti energetiche – petrolio, gas, energie rinnovabili – sta riconfigurando il potere globale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al csoa La Strada

Nella notte tra giovedì e venerdì, poco dopo le 4, ignoti hanno lanciato una bomba carta contro l’ingresso del Centro Sociale “La Strada” in via Passino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La questione della Palestina nel mondo di lingua cinese

Nell’ottobre 2023, con l’operazione “Diluvio di al-Aqsa” lanciata da Hamas e la brutale risposta di Israele, il movimento di solidarietà con la Palestina è ricomparso in Cina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Culture

Leggere la Cina è capire il mondo

Non è semplice, in un periodo di attacco agli atenei e al pensiero non mainstream, trovare studi sulla Cina sottratti al paradigma “noi e loro”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Russia: i segreti della resilienza economica

Abbiamo tradotto il testo di Mylène Gaulard, docente di economia presso Università Pierre Mendes France – Grenoble 2, apparso originariamente su Hors-serie in quanto intende mettere a nudo l’enorme distanza tra la narrazione dominante occidentale (e principalmente europea) sul conflitto in Ucraina e la realtà materiale dei rapporti di forza economici e geopolitici che si stanno ridefinendo su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Working Class Heroes: lo sciopero alla Feltrinelli e le condizioni di lavoro nel settore dell’editoria libraria

Working Class Heroes: La Voce del Mondo del Lavoro su Radio Onda d’Urto Lo scorso lunedì su Radio Onda d’Urto per Working Class Heroes, la trasmissione quindicinale che mette al centro i temi cruciali del mondo del lavoro, siamo tornati a occuparci di quanto accade nel mondo dell’editoria, con diversi contributi e un focus sullo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rottura e interdipendenza: la partita tecnologica tra Usa e Cina

La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek

Trump è diventato il referente politico delle Big Tech e non è una congiuntura.