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Honduras: Insurrezione popolare in tutto il paese per abbattere il dittatore Hernández

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L’ex presidente Zelaya fa appello ad occupare le strade. Tegucigalpa è bloccata dal popolo. Dura repressione. La polizia superata dalla gente ha deposto le armi ed è passata a fianco dei manifestanti.

Almeno un morto e 15 feriti

Di fronte all’appello allo sciopero della Polizia Nazionale dell’Honduras, sono aumentate le proteste contro Hernández in tutte le regioni del paese.

Almeno un morto e 15 persone sono risultate ferite questo mercoledì nelle violente proteste che si realizzano in Honduras, frutto delle richieste della popolazione civile che chiede la rinuncia del mandatario Juan Orlando Hernández.

Secondo un comunicato emesso dall’Ospedale Scuola Universitario, il morto era Luis Antonio Maldonado, di 29 anni, che ha subito un trauma cranico, a seguito dell’impatto di un proiettile.

La tensione e la destabilizzazione colpiscono questo mercoledì vari settori della nazione, specialmente di fronte all’appello allo sciopero della Polizia Nazionale dell’Honduras, per cui sono aumentate le proteste in tutte le regioni del paese contro Hernández.

In diverse zone della nazione, principalmente a Tegucigalpa (capitale), si è creato il caos dopo l’occupazione delle strade da parte della popolazione. Saccheggi e incendi di immobili sono stati la costante durante la notte di questo mercoledì.

Sospese le attività accademiche questo giovedì

Di fronte alla situazione e alla nuova giornata di attività, l’Università Tecnologica Centroamericana dell’Honduras (UNITEC) ha ratificato per questo giovedì la sospensione delle attività accademiche e amministrative nell’istituzione e nel Centro Universitario Tecnologico (CEUTEC) in tutto il paese.

Attraverso un comunicato pubblicato nelle reti sociali, il centro di studi ha confermato la misura, a seguito degli incidenti che colpiscono la nazione.

Da maggio settori della Sanità e dell’Educazione continuano la giornata di proteste, mentre in questa giornata si è unito il Corpo di Polizia e i trasportatori.

 

Mobilitazioni del popolo in tutto il paese

Parte della polizia in sciopero 

I trasportatori hanno occupato le strade insieme al popolo

Ci sono manifestazioni nei 18 dipartimenti del paese, il popolo è insorto, ugualmente i deputati fanno azioni insieme al popolo.

In questo momento la situazione in Honduras è molto complicata, a Tegucigalpa e San Pedro Sula ci sono blocchi di strade, incendi di caselli autostradali, ci sono incendi e saccheggi, la polizia si è unita alla sollevazione popolare, si è in attesa della caduta di JOH che ha rubato le ultime elezioni.

Sollevazione della Polizia in Honduras

A Tegucigalpa, il Comando specializzato della Direzione Nazionale delle Forze Speciali (DNFE), meglio conosciuto come Comando COBRAS, si è dichiarato in sciopero di fucili caduti, ieri notte, martedì 18 giugno, si sono trincerati nella sede della propria caserma situata nella città di Tegucigalpa, sollevandosi contro la gerarchia poliziesca di turno. I sollevati hanno risposto con gas lacrimogeni e spari di fucile alla visita del Direttore Generale della Polizia. Allo stesso modo si sono unite le altre unità di polizia dalle proprie stazioni situate in vari punti della capitale.

La crisi poliziesca avviene nel quadro di un clima di instabilità sociale e politica del paese, che è andata aumentando a partire dalle moltitudinarie proteste sociali per la difesa dell’educazione e della salute pubblica e dal rifiuto verso il regime di Juan Orlando Hernández a partire dalla sua imposizione alla presidenza della Repubblica attraverso una rielezione illegale.

 

Le proteste sociali, che sono scoppiate due mesi fa contro i decreti di privatizzazione della sanità e dell’educazione pubblica, si sono sviluppate in tutto il territorio nazionale, sono andate aumentando fino a giungere allo scenario che vediamo oggigiorno. La risposta del regime di JOH è stata una violenta repressione da parte della polizia e dell’esercito, aumentando ancor più lo scontento popolare e la richiesta della sua rinuncia.

Le principali città del paese si trovano praticamente paralizzate, giacché anche i trasportatori di carichi pesanti hanno deciso di fermare le proprie unità e bloccare le strade importanti del paese, impedendo la circolazione di materie prime e di combustibile. Si riporta la mancata fornitura di combustibile nelle stazioni di servizio a livello nazionale a seguito dei blocchi delle strade e alla paralisi del trasporto pesante. Le richieste di questi settori sociali (e della polizia)  non sono state risolte.

È necessario menzionare che nel bilancio di potere, il regime di JOH conta sulla lealtà delle Forze Armata dell’Honduras e della Polizia Militare.

Un appello di Mel Zelaya ad occupare le strade e a mobilitarsi in tutto il paese fino alla caduta della dittatura di Juan Orlando Hernández.

La capitale Tegucigalpa è bloccata dal popolo

Repressione militare, raffiche di proiettili degli organismi armati al servizio del dittatore nei quartieri e nelle colonie di Tegucigalpa.

20 giugno 2019

da Resumen Latinoamericano

Traduzione di Comitato Carlos Fonseca

 

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