InfoAut
Immagine di copertina per il post

Esplode la rabbia ai funerali dei ragazzi inghiottiti dal mare

Solo pochi giorni fa in un paese nei pressi di Keiruen, nella piccola località agricola chiamata Zaafrana, si sono svolti i funerali di alcuni ragazzi morti durante il naufragio di un imbarcazione che avrebbe dovuto portarli sulle coste italiane. Anche loro dopo aver lottato per conquistare una vita degna per la propria gente, avevano voluto cogliere l’occasione tanto attesa e salpare, come molti altri, per un altro viaggio della dignità. Un’altra impresa titanica.

Ma ormai i tunisini l’hanno fatto capire al mondo intero che non sono più disposti a chinare il capo, e che quando si tratta di dignità sanno andare fino in fondo, e con tenacia. «Karama» è una di quelle parole che da mesi in Tunisia si gridano forte, ad alta voce. Vuol dire dignità. I primi a lanciare questa parola per le strade e le piazze delle città sono stati i giovani di Sidi Bouzid, poi l’eco è arrivato nei paesi intorno e nelle altre regioni e da grido si è fatto boato e ha raggiunto anche la capitale. «Karama» è la parola che accompagna la rivoluzione tunisina perchè ne è una pratica e parte della narrazione. Non sorprende che siano stati proprio loro, i giovani proletari e disoccupati del centro della Tunisia a riscoprire questa parola dopo decenni di repressione e disoccupazione. Secondo una ricerca del sindacato chi sceglie l’immigrazione da queste regioni, parte per l’Europa e alla fine si ferma in Italia. Per i laureati o diplomati disoccupati di queste zone della Tunisia, sono le origini contadine ad aprire la via al lavoro (soprattutto in nero) dell’industria agricola nel sud Italia. L’abitudine a spaccarsi la schiena nei campi della zona per qualche spicciolo diviene l’abilità da vendere nel mercato del lavoro in Italia per raggiungere un po’ di quell’indipendenza tanto desiderata, e perchè no, magari in futuro tornare nelle propria casa con in tasca qualche soldo. Insomma dalle terre da cui è esplosa la rivoluzione, si migrava e si parte ancora oggi.

Eppure nel caso dei ragazzi di Zaafrana ci si èmesso il brutto tempo o forse l’imbarcazione di fortuna ha ceduto, ed è successo il peggio. I loro corpi sono stati tirati su dai pescatori e dalla guardia costiera sulle spiagge e nei pressi della costa delle piccole isole Kerkenna. Un lavoro doloroso che è routine da anni per i pescatori della zona che in queste ultime settimane sono tornati a raccogliere tanti, troppi corpi. Dopo i funerali dei due giovani di Zaafrana sono iniziate le contestazioni. Le strade sono state bloccate e i manifestanti hanno denunciato il legame tra la morte dei ragazzi e la disoccupazione che colpisce soprattutto i più giovani della regione. Ancora una volta «karama», dignità, tra gli slogan dei manifestanti, che dopo ore riescono a farsi ricevere in delegazione dal governatore della regione.

Soluzioni per ora non ce ne sono e qui come altrove per tanti giovani la dignità finisce per coniugarsi con lamigrazione, entrando in collisione con «i rimpatri forzati» del ministro Maroni. «Ma che vuol dire forzati? Che fanno, gli mettono la catena al collo e li riportano qui?», ci si chiede al presidio indetto dalla società civile sotto l’ambasciata italiana di Tunisi per contestare la visita del premier italiano. È qui che con la parola «karama» si è rovesciato un regime che aveva forzato al silenzio generazioni intere di tunisini e oggi, quella parola a mo’ di rivendicazione, fa eco fino a Lampedusa, superando anche le frontiere. Forse più che le tre latrine di Lampedusa è proprio la frase «rimpatri forzati» che qui indigna di più, d’altronde siamo nella terra dei coraggiosi che tante catene sono riusciti a spezzare in pochi giorni di dura lotta per la dignità, «karama», che il governo italiano vorrebbe rubargli ancora una volta.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

maghrebmigrantitunisia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina, le linee guida del plenum sul piano 2026-2030

Si è conclusa la quarta sessione plenaria del XX Comitato centrale del Partito comunista. Fissati gli obiettivi generali del XV piano quinquennale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia in rivolta: proteste e scioperi contro l’inquinamento dell’impianto chimico

Il 21 ottobre 2025, la città tunisina di Gabès è stata paralizzata da uno sciopero generale e da massicce proteste contro l’inquinamento causato dall’impianto chimico statale gestito dal gruppo Tunisian Chemical Group (CGT)

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: solidarietà internazionalista, João Pedro Stédile spiega la posizione del MST sul Venezuela

João Pedro Stédile, nell’intervista che ha concesso a Rádio Brasil de Fato, spiega la posizione politica del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) di fronte alla situazione in Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sui diritti degli Indiani americani

In corrispondenza con noi Sibilla Drisaldi del Healing and Freedom Movement e Donald Hatch, detto Buddy, rappresentante della tribù Cheyenne e Arapaho del Sud Oklahoma. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: accendiamo i riflettori della festa del cinema sulla Palestina, blocchiamo l’ambasciata israeliana

Venerdì 24 novembre alle ore 18 in piazza Verdi a Roma è stato chiamato un corteo da parte di diverse realtà di cui riprendiamo il comunicato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: “fermiamo la macchina di guerra”. Presidio lunedì 20 ottobre alla Malpensa

Lunedi 20 ottobre è prevista la partenza da Malpensa del volo CV06311 con cinque carichi di ali di F-35 diretti allo stabilimento Lockheed Martin di Fort Worth, USA, per l’assemblaggio e la successiva spedizione verso Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dalla strategia di Trump ai pakal

Nelle analisi non è bene separare le diverse dimensioni della dominazione, né di nessun oggetto di studio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel Paese Basco meridionale: risposta antifascista contro i nostalgici di Franco

Durante il raduno, i sostenitori della Falange hanno moltiplicato i saluti fascisti, sfilando con bandiere spagnole e simboli della dittatura militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il problema è il Neruda o l’assenza di prevenzione?

Questa mattina è uscita la notizia su “La Stampa” e altre testate locali riguardo alla presenza di alcuni casi di tubercolosi all’interno dello Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global March to Gaza: migliaia di persone in marcia nel Convoglio Sumud dalla Tunisia e da molti altri Paesi del mondo

Di seguito il comunicato della Global March to Gaza che vede l’adesione e il ricongiungimento anche con il Convoglio Sumud partito dalla Tunisia lunedì 9 giugno e alcuni aggiornamenti e corrispondenze dalle carovane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lettere dal nuovo incubo americano

USA. Persone migranti, non importa se regolari o meno, vengono rastrellate per strada, sequestrate da uomini dal volto coperto e senza divise o distintivi, e sbattute in pulmini neri per poi scomparire nei centri di detenzionea dell’ICE (U.S. Immigration and Customs Enforcement).

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Governo Meloni: tra propaganda e decreti

La decisione del governo italiano di collaborare con l’Albania per la gestione dei migranti si inserisce in un processo di esternalizzazione delle frontiere, oltre che di chiusura delle frontiere, che da decenni va avanti concorrendo a una vera e propria guerra contro i migranti.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Per Anàs, morto in mare e per tutte le altre vittime dei confini

Lo scorso 9 agosto la comunità lametina si è stretta attorno alla piccola bara bianca contenente i resti di Anàs, bimbo di sei anni annegato in un naufragio e ritrovato nel nostro mare.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Trieste: in Via Gioia uno spazio di accoglienza negato a due passi dal Silos

A Trieste, città di frontiera che non si riconosce tale, vogliamo mostrare che trovare uno spazio dove accogliere le persone migranti è possibile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’accusa si basa su testimoni compromessi – Il processo Iuventa si sgretola!

L’audizione ha contribuito a far emergere i secondi fini e la assoluta mancanza di credibilità dei testimoni su cui l’accusa ha costruito l’intero caso.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Firme false e assistenza inesistente per i reclusi: la Procura indaga sul Cpr di Milano

Il primo dicembre la Guardia di Finanza ha perquisito la struttura per acquisire documentazione. Il reato ipotizzato per l’ente gestore Martinina è frode in atto pubblico. Un’inchiesta di Altreconomia aveva svelato le “false promesse” della società alla prefettura di Milano