InfoAut
Immagine di copertina per il post

E’ guerra. L’esercito russo entra in Ucraina

||||

Infine gli scenari peggiori riguardo alla crisi ucraina si stanno verificando. L’esercito russo sta entrando nel paese confinante seguendo diverse direttrici: a est, dal Donbass. Da nord, entrando dalla Bielorussia, mentre a sud la marina di Mosca ha chiuso la navigazione sul mar d’Azov. Non è confermato, anche se è altamente probabile, che truppe russe siano entrate anche dalla zona della Crimea, ossia da sud.

Bombardamenti ed azioni mirate su infrastrutture strategiche del paese stanno avendo luogo in diverse aree. Vengono riportate notizie di scontri a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli. Ma anche a Kiev, nella capitale ucraina, pare che sia in corso un tentativo dell’esercito russo di conquistare l’areoporto.

Putin ha annunciato l’attacco come un’operazione di difesa del Donbass, annesso di fatto nei giorni scorsi ai territori della federazione, con l’obbiettivo di smilitarizzare lo stato ucraino. Nella notte erano state riportate notizie di bombardamenti nell’area di Donetsk. D’altronde il discorso degli scorsi giorni lasciava poco spazio all’immaginazione.

Il Servizio di sicurezza federale russo afferma che il fuoco dell’artiglieria dall’Ucraina ha colpito un checkpoint nella regione di Kursk. Nessuno è rimasto ferito, dice l’FSB, che ha aggiunto che le truppe di frontiera russe hanno risposto al fuoco e “soppresso ulteriori bombardamenti”. Secondo fonti russe le difese aree ucraine sarebbero state annientate, mentre Kiev parla di 5 aerei ed un elicottero abbattuti. 

Intanto sia la popolazione russa che quella ucraina saggiano le prime avversità della guerra dispiegata, si parla di Kiev come di una città vuota, con lunghe file di mezzi di cittadini che stanno evacuando la capitale. Il presidente Zelensky ha imposto la legge marziale. Il bilancio provvisorio conta al momento di 50 vittime, ma non c’è una reale affidabilità di questi report. Intanto in Russia la borsa di Mosca ha perso il 45% e il rublo perde oltre il 6,5% nei confronti di euro e dollaro. Si parla già di code agli sportelli di Mosca e mercato nero, ma anche in questo caso sono notizie da verificare.

La guerra che a parole nessuno voleva, oggi è un fatto di realtà. Riportiamo di seguito la corrispondenza da Kiev raccolta da Radio Onda d’Urto:

{mp3remote}https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2022/02/Sabato-Angieri-corrispondente-manifesto-da-Kiev.mp3{/mp3remote}

In diverse città di tutto il mondo stando andando in scena, o stanno venendo organizzate le prime proteste contro la guerra. Diverse le realtà anticapitaliste che in Russia, Ucraina e Biellorussia stanno tentando con estrema difficoltà di opporsi al conflitto, in un clima in cui tra legge marziale e censure la militarizzazione delle società diventa sempre più stringente.

USA e la NATO dopo aver costruito per settimane le condizioni per cui il conflitto diventasse uno scenario di guerra aperta procedono all’incasso, l’UE annuncia “il pacchetto di misure più dure mai adottato”.

Qui alcuni appunti dei giorni scorsi sul conflitto.

Secondo le notizie giunte nel pomeriggio sarebbero in corso scontri intorno alla centrale di Chernobyl e il secondo aeroporto di Kiev sarebbe nelle mani dell’esercito russo.

 

25/02

Grandi esplosioni nel cielo questa notte in periferia di Kiev, secondo il NY Times, due missili terra aria sono stati lanciati dentro la città ed hanno colpito edifici nella periferia di Kiev. A un certo punto, intorno alle 4, le truppe si sono fermate intorno alla capitale, non si capisce se per scelta o perché non siano riuscite a passare, come viene riportato da Valerio Nicolosi, giornalista di MicroMega a Kiev. Sulla stampa estera viene definita la piu grande guerra di terra degli ultimi anni. Il presidente ucraino appella alla mobilitazione generale, mentre i “sabotatori russi” – così definiti da Zelensky – sono giò entrati nella capitale e il presidente sarebbe l’obiettivo numero 1 insieme alla sua famiglia, mentre il sindaco di Kiev ha annunciato di essere pronto a prendere le armi per difendere la popolazione.

Secondo la cronaca di Valerio Nicolosi, questa mattina ci sono file di centinaia e centinaia di carri armati fuori da Kiev, pare che i reparti speciali di sabotaggio siano già dentro la città. Inoltre, gli ucraini hanno fatto saltare un ponte fuori dalla città per rallentare l’avanzata russa.

Ieri sera Biden nel suo discorso alla nazione ha definito l’aggressione un atto che “non può rimanere impunito”. Putin viene definito un “bullo” e l’America come la “garante della libertà”, il presidente americano ribadisce che non manderà militari in Ucraina ma che ci saranno sanzioni che saliranno di intensità nelle prossime ore. Sanzioni che toccano aziende russe, limitano l’import-export in ambito tecnologico. Il ministro degli esteri cinese invece ieri ha detto che l’integrità territoriale di tutte le nazioni deve essere rispettata seppur capisca i legittimi interessi della Russia. Macron ha chiamato Putin in serata su richiesta del presidente ucraino, ma la conversazione non ha ottenuto alcun risultato.

Secondo un bollettino officiale del Ministero della Difesa di Mosca sarebbero stati colpiti aeroporti, una base navale, diversi punti di comando, un elicottero e quattro droni ucraini sono stati abbattuti.

Da Al Jazeera, sul fronte ucraino, il presidente distribuisce armi ai cittadini per difendere la nazione, chiamando anche a manifestazioni contro la guerra, in Russia ci sono stati momenti di piazza importanti che chiedono la pace e la libertà. Il governo russo ha risposto con arresti a tappeto, abbiamo approfondito la situazione qui. Anche in Italia ci sono stati e sono previsti presidi in varie città contro la guerra che ribadiscono con parole chiare “Né con Putin né con la NATO”, da Bologna a Livorno, a Brescia a Catania.

Vista la sproporzione di forze tra gli eserciti in campo è stata chiesta la no fly zone sull’Ucraina con il sostegno della NATO ma per ora non ci sono state risposte a riguardo, gli USA e la NATO si stanno muovendo, da ieri, sulla costruzione di un pacchetto di sanzioni che ancora non sono definite. In particolare l’Ucraina ha chiesto l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento internazionale Swift che collega migliaia di istitui bancari in 200 paesi, resta una minaccia bisbigliata da parte degli USA ma che ancora resta un’ipotesi. Questa decisione implicherebbe conseguenze anche per l’Europa, come sottolinea Simone Pieranni giornalista che si occupa di Esteri sul Manifesto.

Di seguito il podcast apparso su MicroMega di Valerio Nicolosi che racconta l’assedio di Kiev.

https://open.spotify.com/episode/33VQ4vOMoLEC1ZUWFflz3F?si=0a7UX4BvQkGvMQP9UMwlbw

 

Di seguito un breve aggiornamento con Cosimo Caridi, giornalista e videomaker che si trova a Kiev:

[iframe width=”100%” height=”300″ scrolling=”no” frameborder=”no” allow=”autoplay” src=”https://w.soundcloud.com/player/?url=https%3A//api.soundcloud.com/tracks/1221744445&color=%23ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false&show_teaser=true&visual=true” ]

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

guerranatorussiaucraina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La salute negata dell3 prigionier3 politich3 curd3 in Turchia

Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato alla conferenza “Le condizioni di salute nelle carceri turche” organizzata dal Congresso Democratico dei Popoli (HDK), accogliendo con calore e gioia il loro invito ad Istanbul, insieme ad altre realtà sociosanitarie autonome provenienti dall’Europa, per lo più da Germania e Grecia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre la repressione: più di 15mila in piazza per la Palestina

Comunicato sulla piazza nazionale del 5 ottobre a Roma di Giovani Palestinesi d’Italia – GPI e Unione Democratica Arabo Palestinese – UDAP.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La privatizzazione dello stato

Il “monopolio della violenza legittima” è per Max Weber la sintesi dello Stato moderno, una definizione accettata e poco contestata. Credo che non sia più così da quando lo stato è stato privatizzato dal grande capitale. Un buon esempio è la proliferazione di forze di polizia private in tutto il mondo, che non sono regolamentate […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: in diecimila rompono gli argini per la Palestina

Più di diecimila persone ieri hanno raggiunto la Capitale per manifestare il fermo sostegno alla Palestina e al Libano sotto attacco da parte di Israele nella complicità internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

5 Ottobre: GPI e UDAP confermano la manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano

Manifestazione nazionale per la Palestina e il Libano lanciata da Giovani Palestinesi d’Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese per sabato 5 ottobre 2024 a Roma (ore 14, piazzale Ostiense – metro Piramide).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: Israele ha dato l’ok all’invasione di terra. L’Iran replica con circa 200 missili

Alle ore 18.30 (in Italia) circa 200 missili scagliati dai “Guardiani della Rivoluzione”, i Pasdaran, sono partiti dall’Iran alla volta di Israele e delle basi militari nei Territori Occupati Palestinesi.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente

Proponiamo una prima parte del dibattito dal titolo “Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente” che si è tenuto a settembre a Venaus in occasione del campeggio di Ecologia Politica Network.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La guerra post-umana

Tra pace e guerra non esiste un sottile confine, ma una vasta zona grigia, dove gli stati danno vita a quella che viene definita competizione strategica, utilizzando in diverse combinazioni i quattro elementi che formano il potere di uno stato: diplomatico, militare, economico e informativo. Proprio quest’ultimo fattore, complice la pervasività delle tecnologie digitali, ha […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Esplosioni in Libano: si apre un nuovo capitolo del genocidio

Dopo le prime esplosioni di migliaia di cercapersone in dotazione a membri di Hezbollah avvenute in Libano, un’ulteriore ondata di esplosioni in contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche in Siria.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

USA: sciopero all’azienda Boeing

Lo sciopero alla Boeing, grande azienda statunitense che produce aerei civili e militari, ha coinvolto moltissimi lavoratori nell’area di Seattle che hanno aderito allo sciopero a seguito di una negoziazione sindacale che ha disatteso diversi obiettivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’asse della normalizzazione: la Turchia e alcuni Paesi arabi sostengono l’economia di guerra di Israele

Mentre l’Asse della Resistenza dell’Asia occidentale cerca di indebolire l’esercito, l’economia e la sicurezza di Israele, una manciata di Stati arabi e la Turchia si sforzano segretamente di rafforzare Israele e rifornire la sua guerra a Gaza. Questo è il nuovo “Asse della Normalizzazione” della regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verde marcio

Ursula von der Layen ha dedicato un’ampia parte dei 48 minuti e 20 secondi del discorso in cui ha presentato la sua “strategic vision” per i prossimi cinque anni

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Vietato protestare contro Leonardo spa!

Le lettere indirizzate a Luigi Spera, recluso nel carcere di Alessandria, sottoposte a censura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Le guerre del Capitale

Passano i mesi e, nonostante le mobilitazioni di massa in tutto il mondo, con milioni di persone che chiedono a gran voce un immediato cessate il fuoco, su Gaza continuano a piovere bombe.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra in Medio Oriente: non è un se, ma un quando

Chi vuole un ampliamento del conflitto? Chi vuole trasformare la carneficina di Gaza in una guerra regionale?