InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ben Ali è scappato ma i suoi cani restano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo a tarda notte ci arriva il bilancio più preciso dei feriti: tre per arma da fuoco, 30 feriti dalle squadre antisommossa ed un morto, un ragazzo di 17 anni di nome Mohammed Hanchi, colpito al collo da una fucilata. Tanto è forte il suono degli spari quanto è assordante il silenzio dei media ufficiali tunisini. Quelli italiani semplicemente brancolano nel buio che sa di malafede.

In serata arriva una dichiarazione del presidente ad interim Ghannouchi che annuncia le elezioni previste per luglio ma non risolve il nodo centrale delle proteste, la esigenza di azzerare la classe dirigente legata alla dittatura.
image012

 

 

 

 

 


 

Sabato 26 è una giornata di rabbia, la notizia del ragazzo ucciso da un proiettile alla gola pervade la kasbah, l’altra notizia è che il corpo si trova nelle mani dei militari e l’attesa della famiglia diventa l’attesa di tutti. Immediatamente dalle piccole vie del suk centinaia di giovani reclamano il diritto a manifestare la propria rabbia e indignazione. I ragazzi escono dalla medina e appena si affaciano sul viale della città coloniale iniziano i lanci di lacrimogeni. Il riot si allarga a tutta la zona, il gas entra fin dentro la città vecchia, una pioggia di pietre si abbatte sulla polizia che non riesce a respingere i manifestanti.
Nel primo pomeriggio un corteo determinato di più di 5000 persone accompagna il corpo di Mohammed al cimitero. Ai piedi della kasbah la polizia continua ad aumentare di numero, un commissariato viene dato alle fiamme, sembra che tutta la plebe della kasbah sia in strada.
image014image016

 

 

 

 

Da quel momento in avanti inizia la guerriglia

image018image020

 

 

 

 

 

Non si risparmiano colpi di mitra, gas cs, bombe sonore contro ragazzi armati di pietre. Tra Rue de Palestine e Rue de Paris si organizzano barricate con ogni materiale a disposizione, ma la violenza della polizia non è destinata a fermarsi, tutto ciò che accade ai piedi della kasbah viene documentato dagli stessi manifestanti e immediatamente portato con una corsa disperata tra i vicoli della medina fino al centro di comunicazione che si trova all’ interno della parte occupata. L’interazione tra il reale ed il virtuale è trasparente in questa tenda. Le voci della strada arrivano sul web attraverso le mani di Fatima, giovane operaia della Telecom tunisina, velo sui capelli e una energia incrollabile. Escono verso il resto del mondo dalla bocca di Omar, faccione scuro e dottorato su Edward Said all’università. A questo livello l’intelligenza collettiva si manifesta come un nervo vivo di questa rivoluzione in corso. (http://www.facebook.com/setting.kassaba)
Per ore si organizzano cordoni e barricate per difendere la piazza centrale dove sono situate le tende e il palco della protesta.
La prime informazioni confermate parlano di un bilancio di tre morti, mentre voci non confermate parlano di 15 morti. Il dato di fatto è riassunto nell’affermazione di un uomo del presidio che laconico afferma, “Ben Alì è scappato via, i suoi cani sono rimasti qua”.

Nella notte di sabato dopo la violenza della giornata una calma da coprifuoco si stende sulla città, mezzi militari presidiano le strade. Nel frattempo  ci arrivano notizie dalle provincie che compongono un mosaico complicato di rivolte in corso anche a Sfax, Sousse, Kasserine ,Gafsa,…

Fare una rivoluzione senza leader e senza armi non è una cosa semplice, è da inventare, ma i tunisini e le tunisine ne vanno orgogliosi nonostante il dramma di queste giornate. La mancanza di centro si traduce in un caos apparente che però nei fatti si dimostra ancora una forza ed una intelligenza collettiva arricchita proprio dalla molteplicità delle forme di vita.

Dal presidio e dalla base del sindacato UGTT  viene lanciato un appello alla direzione generale dei trasporti di permettere l’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici per permettere a quante più persone possibili di raggiungere Tunisi.

Da oggi i media tunisini hanno dichiarato lo sciopero generale, nessuno se ne era accorto che invece stavano lavorando per la Tunisia…chissà che non ottengano la libertà di poter raccontare cosa sta facendo il suo popolo.

Da Tunisi:
Yara Nardi_ Vittorio Sergi_  Laura Sponti


Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

maghrebtunisia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina, le linee guida del plenum sul piano 2026-2030

Si è conclusa la quarta sessione plenaria del XX Comitato centrale del Partito comunista. Fissati gli obiettivi generali del XV piano quinquennale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia in rivolta: proteste e scioperi contro l’inquinamento dell’impianto chimico

Il 21 ottobre 2025, la città tunisina di Gabès è stata paralizzata da uno sciopero generale e da massicce proteste contro l’inquinamento causato dall’impianto chimico statale gestito dal gruppo Tunisian Chemical Group (CGT)

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: solidarietà internazionalista, João Pedro Stédile spiega la posizione del MST sul Venezuela

João Pedro Stédile, nell’intervista che ha concesso a Rádio Brasil de Fato, spiega la posizione politica del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) di fronte alla situazione in Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sui diritti degli Indiani americani

In corrispondenza con noi Sibilla Drisaldi del Healing and Freedom Movement e Donald Hatch, detto Buddy, rappresentante della tribù Cheyenne e Arapaho del Sud Oklahoma. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: accendiamo i riflettori della festa del cinema sulla Palestina, blocchiamo l’ambasciata israeliana

Venerdì 24 novembre alle ore 18 in piazza Verdi a Roma è stato chiamato un corteo da parte di diverse realtà di cui riprendiamo il comunicato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: “fermiamo la macchina di guerra”. Presidio lunedì 20 ottobre alla Malpensa

Lunedi 20 ottobre è prevista la partenza da Malpensa del volo CV06311 con cinque carichi di ali di F-35 diretti allo stabilimento Lockheed Martin di Fort Worth, USA, per l’assemblaggio e la successiva spedizione verso Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dalla strategia di Trump ai pakal

Nelle analisi non è bene separare le diverse dimensioni della dominazione, né di nessun oggetto di studio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel Paese Basco meridionale: risposta antifascista contro i nostalgici di Franco

Durante il raduno, i sostenitori della Falange hanno moltiplicato i saluti fascisti, sfilando con bandiere spagnole e simboli della dittatura militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global March to Gaza: migliaia di persone in marcia nel Convoglio Sumud dalla Tunisia e da molti altri Paesi del mondo

Di seguito il comunicato della Global March to Gaza che vede l’adesione e il ricongiungimento anche con il Convoglio Sumud partito dalla Tunisia lunedì 9 giugno e alcuni aggiornamenti e corrispondenze dalle carovane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: la repressione si abbatte sul dissenso al governo

In Tunisia si stringono le maglie della repressione contro il dissenso interno. A termine di un’interrogatorio durato tutta la notte, all’alba di giovedì 20 aprile è stato convalidato l’arresto del leader storico del partito islamico tunisino Ennahdha, Rached Ghannouchi e all’opposizione del governo di Saied.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: proseguono le proteste contro le politiche del presidente e per avere verità per i morti di Zarzis

Nel mirino in particolare l’accordo con l’Fmi, che prevede fondi per tagliare il debito statale a fronte degli ennesimi sacrifici per le classi più popolari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra in Ucraina, crisi alimentare in Libano e Tunisia

Diversi paesi del Nordafrica importano materie prime, in particolar modo cereali, dall’Ucraina. Una situazione dovuta, in parte, alla scelta di puntare sulle monoculture, a scopo di esportazioni. La guerra in Ucraina, quindi, ha determinato una crisi alimentare in questa regione, l’aumento dei prezzi di beni di prima necessità che ha ulteriormente acuito le differenze sociali. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia: rimpasto istituzionale o colpo di Stato?

di Karim Metref da La Bottega del Barbieri La Tunisia, il più piccolo Paese del Nord Africa, attraversa un momento cruciale. La pandemia sta compiendo una vera e propria strage. La povertà spinge migliaia di giovani a tentare la fuga tramite le micidiali rotte del Mediterraneo centrale. Ci sono proteste e violenze per le strade. La […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TUNISIA. PARLAMENTO DIMISSIONATO DAL PRESIDENTE SAIED. ESERCITO NELLE STRADE

Momenti di tensione stamani davanti all’ingresso del Parlamento, la cui sicurezza è affidata da questa notte all’esercito dopo che il presidente tunisino Kais Saied ha dimissionato il governo sospendendo il parlamento per 30 giorni, revocare l’immunità ai deputati e licenziare il premier Hichem Mechichi. Si sono formati due gruppi contrapposti, da un lato i sostenitori […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Da Gibuti alla Tunisia. Basi ed esercitazioni di guerra

Gibuti, un’enclave desertica tra Eritrea, Etiopia e Somalia, 23.000 Kmq di superficie e 900mila abitanti ma con una posizione geostrategica tra le più importanti al mondo, proprio di fronte lo Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale rotta commerciale marittima e petrolifera tra l’Asia e l’Europa. È in […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

8 MARZO. In Tunisia il femminismo di Stato ha fallito, le donne vogliono di più

Femministe in prima fila nelle manifestazioni: chiedono giustizia sociale, lotta alla corruzione, l’applicazione delle riforme rimaste sulla carta. E avanza #EnaZeda, il #Metoo tunisino, “che ha rotto un tabù importante”, ci spiega la docente Renata Pepicelli di Melissa Aglietti Roma, 8 marzo 2021, Nena News – Le donne tunisine tornano in piazza, affamate di diritti e di libertà. […]