InfoAut
Immagine di copertina per il post

Barcellona. Tornem al Banc: manganelli contro acqua e farina

Una settimana di lotta che evolve e si adatta. Lunedí scorso, il quartiere di Gràcia, a Barcellona si risveglia militarizzato: furgoni della Brigada Mobil dei Mossos d’Esquadra, la celere catalana, bloccano 4 strade, attorno al mercato, per poter sgomberare il centro sociale Banc Expropiat.
Questo spazio occupava dal 2011 una sede della CatalunyaCaixa, rimasta vuota dalla crisi iniziata nel 2008, e proprio con lo spirito degli indignados del 15M aveva deciso costruire reti di mutuo supporto sui simboli di chi aveva generato la crisi economica attuale.
Si organizzavano corsi di lingua (catalano, castigliano, euskera, inglese), cineforum, dibattiti e attività varie, un negozio gratis, una rete di alimenti (come un banco d’alimenti, con la differenza che chi recuperava il materiale erano gli stessi utenti, autorganizzandosi in maniera assembleare). Tutto ció fatto con una forte struttura anticapitalista.
Il locale era però situato in un posto abbastanza difficile da difendere: in un angolo tra Travessera de Gràcia e Carrer Mare de Deu dels Desemparats.
Ciononostante, servono otto ore di operazioni perché il locale venga sgomberato, e anche le ultime resistenti che si erano incatenate all’iterno della cassaforte del Banc vengono fatte uscire dal locale.
La risposta non è fatta attendere: la sera stessa una prima manifestazione di piú di mille persone, prova a rioccupare il locale, protetto da placche di metallo installate poco dopo lo sgombero. La brigada mobil carica, con manganelli e utilizzando proiettili di Foam, in sostituzione ai proiettili di gomma. I manifestanti cercano di resistere come possono: incapaci di riorganizzarsi e a seguito delle continue cariche (e dei notevoli feriti) di disperdono.
Martedí si covoca una nuova manifestazione, con una area piú pacifica e si cerca di generare una dinamica simile all’Effetto Can Vies di esattamente due anni prima. Piú di mille manifestanti, pacificamente per evitare la ulteriorie criminalizzazione dei mass media, arriva alla porta del locale e riesce ad aprirla. Le grida di gioia per il successo dell’impresa vengono messe a tacere da una nuova serie di cariche, che sgomberano l’area: una lunghissima carica, frontale, colpisce per pochi minuti, vissuti come interminabili, il blocco dei manifestanti che si difendeva in maniera pacifica, alzando le mani, fino a far retrocedere quasi per intero la manifestazione a due vie piú sotto. Il numero dei feriti sale ulteriormente, e molti di questi mostrano traumatismi non proprio regolamentari: in catalogna, infatti, i manganelli possono essere solo utilizzati nella parte inferiore del corpo. Molti feriti mostrano lesioni alla testa e alle spalle.
Il giorno dopo si riprova, sempre con lo stesso clima, di Tornare al Banco. Proprio con questo motto, Tornem Al Banc, quasi tremila persone scendono per strada e trovano ancora una volta la zona dell’edificio presidiata dai Mossos. Si manifesta e si cerca di mettere pressione alla difesa degli agenti, che, nel tentativo di dissolvere la manifestazione feriscono anche giornalisti della Directa e de La Vanguardia. Finito tutto, si decide di organizzare qualcosa per il fine settimana, per poter riposare e decidere strategia migliore.
Si organizzano attività e un punto informativo fino a domenica, per un presidio alle 12, nella piazza poco superiore al centro sociale. La risposta dei Mossos é stata quella di sempre: il blocco totale delle quattro vie attorno al Banc, e una militarizzazione evidente. I manifestanti, ora di meno rispetto alle manifestazioni anteriori, decidono di continuare l’assedio, posizionandoni davanti ai 4 blocchi dei mossos d’esquadra, che sbarrano l’accesso al locale.
Armati di maschere di Manuel Bravo Solano, il palazzinaro proprietario dell’immobile, con parrucche e coi volti dipinti, hanno protestato in un clima festivo, ballando e cantando. Verso le 14, era convocata l’azione “bagna il tuo poliziotto”: con pistole d’acqua e gavettoni sono stati rinfrescati gli agenti che impedivano l’accesso all’immobile cosa che ha portato a una serie di cariche di alleggerimento per parte della polizia. Poco dopo, e mantenendo lo stesso clima, al grido “senza coca non siete niente” i polizioti già bagnati sono stati impanati con farina e coriandoli bianchi. Cosa che ha portato a una nuova serie di cariche e a nuovi feriti. Tra di loro anche Josep Garganté, regidor della CUP per il comune di Barcellona è rimasto ferito, mentre si allontavana dalla prima linea dei mossos verso il Baby Block, organizzato con giochi d’acqua e con molti bambini che avevano frequentato lo spazio infantile del Banc.
La pressione da parte dei manifestanti è continuata fino alle 18, quando è stata fatta una manifestazione per le vie del quartiere, di circa 700 persone. Solo a notte inoltrata, quando alcune delle persone solidali, circa una decina, che erano rimaste ancora li, e dopo la ritirata dei Mossos, si è riusciti ad avvicinarsi al Banc., per poi decidersi ad accampare durante la notte di fronte alla porta.
Una settimana di lotta che si chiude con un bilancio spaventoso a livello di feriti: piú di un centinaio, con traumi gravi: fratture delle rotule, dita spezzate, ferite alla testa e contusioni varie. Lesioni che non hanno ridotto assolutamente la voglia di riappropiarsi di uno spazio cosí presente nel quartiere, e di continuare facendo quello che per 5 anni avevano fatto. Infatti, le attività del Banc continuano, davani alla porta blindata, nell’attesa di un momento piú propizio per rioccupare.

Victor Serri

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libertà per Marwan Barghouti e tutti i prigionieri palestinesi

Questo il messaggio di Fadwa per suo marito Marwan Barghouti dopo averlo visto, dimagrito e quasi irriconoscibile, nel video diffuso dal ministro israeliano Ben-Gvir, che ha vigliaccamente minacciato Marwan nella sua cella.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia. 10 settembre: il popolo deve organizzarsi al di fuori dei quadri imposti dai sindacati e dai partiti politici

Continuiamo a dare contro del dibattito che sta accompagnando la costruzione della giornata del 10 settembre in Francia contro il piano di austerità del governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non possiamo permettere che la Grecia diventi il Parco di divertimento dei soldati dell’IDF: i turisti israeliani che scelgono la Grecia devono confrontarsi con le proteste pro Palestina

Mentre continua l’attacco genocida di Israele a Gaza, i turisti israeliani in Grecia quest’estate si trovano ad affrontare una crescente reazione negativa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pensare l’Europa oggi: spazi e soggetti delle lotte in tempo di guerra

Come agiamo dentro questo quadro e che cosa vuol dire opporsi alla guerra e al riarmo in questa situazione?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia, 10 settembre: bloccare le periferie delle grandi città per fermare il Paese?

Dall’inizio di luglio, la data del 10 settembre e lo slogan «blocchiamo tutto» circolano massicciamente. Si formano gruppi, si organizzano assemblee, si discute sui modi migliori per impedire il piano di austerità di Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La truffa del Ponte continua

Alla vigilia della trasmissione del dossier alla Corte dei Conti, annunciata da Salvini come tappa decisiva dopo l’approvazione del CIPESS, denunciamo ancora una volta l’enorme operazione di propaganda e saccheggio che si nasconde dietro la parola “ponte”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: sgombero contro lo Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo

Sgombero nella mattinata di giovedì 21 agosto 2025 per lo Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo di Milano, esperienza autogestita attiva nel capoluogo lombardo da mezzo secolo esatto.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea sulle scuole: organizziamoci per liberare le scuole dalla guerra

Partecipa anche tu all’assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le grandi opere, ovvero i giocattoli di Salvini

Non lo chiamavano “Trinità” ma “bimbominkia” e anche “cialtrone” e “incapace”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]