Torino: un primo commento a caldo sulla giornata di oggi
Gli avvenimenti di questi ultimi due giorni a Torino stanno creando un’enorme catena di discussioni.Vogliamo esprimere un primo breve commento a caldo, per sgombrare il campo da alcuni ragionamenti che, a nostro avviso, portano sul vicolo cieco della semplice rinuncia (consapevole o meno) alla comprensione di ciò che sta accadendo. In quanto militanti che impiegano le proprie vite all’interno ed all’esterno delle scuole nel tentativo di incidere e trasformare radicalmente la realtà, sarebbe per noi un enorme e clamoroso errore sbrigare la faccenda con qualche facile etichetta: “fascisti”, “reazionari”, “populisti”…Siamo abituati a vivere le cose in prima persona, a fidarci poco delle rappresentazioni che vengono date a livello sociale e mediatico di avvenimenti e fenomeni coi quali volenti o nolenti siamo costretti a confrontarci. Per questo stamattina ci siamo recati in piazza, con orecchie e occhi aperti, per comprendere e confrontarci con la realtà nuda e cruda, che a volte (al contrario di quanto purtroppo si pensa in certi ambienti di movimento) è differente dal nostro orticello, è differente da come la immaginiamo e la rappresentiamo. In piazza castello questa mattina la presenza di studenti era numericamente molto significativa (qualcuno dice oltre i 1500…) e, al contrario di quanto avremmo potuto pensare se fossimo stati a casa incollati al computer, la presenza di fascisti (organizzati o no…) era inesistente o quanto meno insignificante. Questo per quanto riguarda almeno la piazza studentesca, decisamente diversa da quel mondo di piccoli imprenditori e commercianti che indubbiamente esprimono il nucleo più ambiguo e preoccupante della protesta.Un primo dato è quindi questo: oggi la componente studentesca è stata protagonista, sono state le scuole di periferia a comporre il corteo più numeroso, e in questo corteo abbiamo sentito slogan e cori che molto hanno in comune con le mobilitazioni studentesche di quest’autunno. Cori contro Cota e Fassino, contro il governo e la crisi…vogliamo davvero credere che per una manciata di tricolori (peraltro portati con uno spirito che di certo è più simile al tifo calcistico che al nazionalismo, e lo testimonia il fatto che la componente di migranti è stata consistente, e che di contenuti razzisti o xenofobi non c’è stata traccia!) avremmo dovuto disertare la piazza e dissociarci duramente? Questo si che sarebbe stato un bel regalo a chi cerca, da destra, di strumentalizzare una piazza di studenti e studentesse che hanno semplicemente visto la giornata di oggi come occasione per alzare la testa e far sentire la propria voce! Le pratiche utilizzate, quelle del blocco selvaggio di stazioni e di qualsiasi snodo importante, seppur nel caos di un corteo praticamente abbandonato a se stesso (anche perchè ha rifiutato di avere a che fare con i vari leaderini che vedevano nell’eccedenza del corteo studentesco un “pericolo”) sono state significative ed interessanti, poiché vissute con determinazione e voglia di fare. Veramente significativa è stata anche la marginalità dei rappresentanti di istituto, anch’essi travolti dall’effervescenza degli studenti, che spontaneamente sceglievano dove andare a bloccare, che si staccavano dal corteo per dirigersi verso altri obbiettivi, in un centro cittadino interamente percorso da gruppi più o meno grandi di manifestanti con intenzioni e composizioni estremamente eterogenei.
Da un lato quindi una piazza che non ci saremmo mai aspettati fino a ieri sera, che nasce spontaneamente e dentro mille contraddizioni, dall’altro però una piazza composta da studenti e studentesse come noi, che vivono i nostri stessi problemi e disagi, che come noi vedono nelle mobilitazioni non tanto un momento di sfogo ma piuttosto una possibilità concreta di cambiamento. Questo per noi è un punto centrale: nella giornata di oggi in maniera particolare un soggetto studentesco e giovanile che era rimasto più defilato nei cortei studenteschi di inizio anno si è nuovamente riaffacciato sulle piazze, e di questo non possiamo che dare una valutazione positiva. Allo stesso tempo però questo ci rimanda a ripensare e a valutare quelli che sono stati oggettivamente i nostri limiti, nella necessità di non lasciare alcuno spazio di manovra ai vari ridicoli personaggi che rappresentano l’estrema destra nella nostra città. Per fare questo però non dobbiamo essere schizzinosi, dobbiamo immergerci nella realtà e lasciare a casa i paraocchi. La giornata di oggi dimostra ancora una volta che non esiste un manuale per far nascere e crescere le mobilitazioni, ma che ogni nostro passo va mosso sul terreno della realtà e non della rappresentazione, e che va poi valutato ed analizzato.Per questo siamo stati in quel corteo, per questo abbiamo voluto tessere legami con quella piazza.
Kollettivo studenti autorganizzati – Torino
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