Palermo – Sabato 26 marzo manifestazione contro la guerra imperialista in Libia.
Nel pomeriggio di ieri, si sono succedute due assemblee, una presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di studenti medi e universitari e l’altra delle realtà di movimento cittadino nelle quali è stata affrontato l’attualissimo tema dell’intervento militare in Libia.
L’assemblea degli studenti medi e universitari ha affrontato anche la più che attuale questione sul nucleare, a fronte della volontà del governo di andare avanti nella costruzioni di centrali nucleari per “scopi civili” nonostante il ripensamento, almeno di facciata, della comunità internazionale in materia di energia nucleare. A nulla sembra servire il pericolo di una catastrofe nucleare in Giappone che potrebbe investire non solo la zona asiatica ma l’intero pianeta. Parlando di guerra e di realizzazione di centrali nucleari è necessario parlare di militarizzazione dei territori, che l’enorme dispiegamento di forze militari a difesa di obiettivi sensibili, come appunto una centrale nucleare, verrebbe incrementato a livello nazionale.
Le riflessioni si sono incentrate su diversi aspetti : in primo piano la demistificazione della stampa ufficiale che fa passare come un’azione democratica l’operazione “Odissea all’alba” che nient’altro è che la solita guerra imperialista, col chiaro intento di ri-disegnare un assetto geopolitico in Nord Africa per l’acquisizione delle risorse minerarie e per la gestione delle rivolte delle popolazioni del Maghreb, volte a riproporre, con ogni probabilità, un nuovo Kosovo. L’ altro aspetto è il ruolo che il governo italiano sta assumendo all’interno della coalizione dei “volenterosi”: da un lato l’Italia è avamposto reale delle operazioni militari, sia con le basi Nato presenti sul territorio, sia con l’accordata disponibilità delle proprie basi militari; dall’altro il governo italiano si trova a tentare di risolvere delle divergenze interne, non tanto sulla questione della legittimità dell’intervento in Libia, piuttosto sulla posizione dell’Italia stessa all’interno della coalizione che auspica un maggiore intervento della Nato contro la gestione diretta delle operazioni militari da parte della Francia di Sarkozy, volta alla tutela dei propri interessi nella zona, e sul piano interno in merito alla questione profughi che ogni giorno approdano sulle coste siciliane. La Sicilia in tal senso è paradigmatica: sull’isola sono presenti la più importante base Nato del Mediterraneo a Sigonella (Catania) con la presenza stabile di oltre 4000 marines, e la Stazione aerea del 37° Storno dell’aereonautica militare italiana a Birgi (Trapani), dalla quale sono già partiti i Tornado che, a detta del Ministro della Difesa “stanno perlustrando il territorio libico” e non imponendo con i bombardamenti la “no fly zone”. Inoltre è sempre in Sicilia che l’altra faccia della guerra si consuma quotidianamente : è il caso delle migliaia di profughi che ogni giorno “sbarcano” a Lampedusa in cerca di spazi altri di libertà e di un futuro possibile.
La questione migranti, d’altronde, rappresenta al meglio le contraddizioni interne alla compagine governativa che si trova in seria difficoltà nella gestione di quella che il governo chiama “emergenza immigrati”. Ogni giorno sulla stampa si legge del “pericolo di un’imminente invasione” di oltre 50.000 profughi volti ad assaltare il territorio italiano, tra questi, sempre per le fonti ufficiali, sarebbero presenti centinaia di terroristi pronti ad attaccare il paese, vengono paventati pericoli di epidemie che travolgerebbero anche le popolazioni locali, insomma una vera e propria catastrofe! Il Ministro dell’Interno, il leghista Maroni, come risposta alla questione migrante sta portando avanti le solite politiche xenofobe e razziste, prima deportando i migranti nei Cie presenti sul territorio nazionali per poi rimpatriarle, sia facendo costruire veri e propri lager di Stato, detenendo di fatto centinaia di persone in una situazione di prigionia, è il caso dell’ ex- residence degli Aranci di Mineo, (Catania) requisito e riconvertito a Centro di accoglienza (!). I migranti, di fatto, vengono trattati come invasori, e viene vietata loro la libertà di spostamento, obbligati a restare nei luoghi di approdo in attesa dei cosiddetti “aiuti umanitari”, si trovano rinchiusi in non-luoghi che come Lampedusa, per loro, rappresentano Alcatraz.
L’assemblea degli studenti medi e universitari ha assunto la proposta di mobilitazione lanciata durante il meeting di Parigi, il Knowledge Liberation Front, per i giorni 24, 25 e 26 marzo che vedrà numerose iniziative di contestazione, in diverse città europee, al sistema finanziario ed alla sua espressione maggiore, le banche.
La manifestazione lanciata per sabato 26 marzo alle ore 16:30 che partirà d piazza Verdi (di fronte al Teatro Massimo), sarà inserita quindi in una giornata di contestazione ricca di contenuti e che in ogni suo aspetto sarà pronta, ancora una volta, a combattere il sistema e la sua crisi.
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