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Nuova occupazione abitativa a Parma

Una nuova occupazione a scopo abitativo a Parma. Sabato, tre famiglie si sono riappropriate del diritto all’abitare, occupando uno stabile lasciato vuoto da anni.

Ieri, sabato 18 maggio, con l’appoggio della Rete Diritti in Casa di Parma, tre famiglie si sono riprese il diritto ad una casa occupando uno stabile vuoto da anni in via Casa Bianca 64.

Particolarmente indicativa è la storia di una delle tre famiglie, formata da madre, padre e due bimbe di due anni e quattro mesi, da anni in Italia; il padre ha sempre lavorato ma poi la ditta è fallita e per due anni lui non ha visto un euro, ora sono in causa ma intanto sono arrivati lo sfratto, la vita in cinque in 20 metri quadri e poi la strada per lui, il dormitorio per moglie e figlie (dalle 19 di sera alle 8 di mattina però, il resto della giornata in strada pure loro). Una situazione disumana, insostenibile, che si sta concludendo, almeno in parte, con l’unico atto possibile, la riappriopriazione di un diritto negato. Le altre due famiglie hanno storie simili, in Italia da anni, una da venticinque, un lavoro e poi la crisi e la strada, crisi che i padroni non pagano mai.

Il proprietario dell’immobile occupato, ad esempio, ne ha altri cinquanta, alcuni vuoti di certo, eppure nel 2010 non ha esitato a sfrattare una famiglia che abitava, per poi non curarsi di un intera casa con tre appartamenti. Il diritto all’abuso e alla speculazione vale più della dignità delle persone. Lui di certo la crisi non la paga, la crea. E allora azioni come l’occupazione servono anche come attacco diretto agli speculatori e ai loro privilegi .

Altra nota, sul luogo sono “apparsi” digos, due macchine dei vigili urbani, 6 pattuglie della polizia e due dei carabinieri, tutto questo per identificarci e poi andarsene, ma non erano in” bolletta”? Gli facciamo tanta paura? Forse a loro no, ma certamente cominciamo a farne ai padroni della città, ai poteri economici che comandano Comune e Provincia. Bene,vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro, non possiamo che continuare, solo la lotta dal basso paga.

Rete Diritti in Casa – Parma

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