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Abitare nella crisi: tra resistenze e occupazioni verso nuove mobilitazioni contro sfratti e art5

In questo senso la notizia della nuova occupazione torinese di via Ciriè e la volontà di rilanciare la necessità di tornare adoccupare, laddove ci sono stati sgomberi e non solo, ha prodotto la proposta di individuare la prima settimana di dicembre come nuova occasione di convergenza della mobilitazione nazionale, provando ad individuare una data comune per unagiornata di riappropriazione di ffusa su tutto il territorio nazionale, anche per ribadire il fatto che la minaccia dell’articolo 5 non sta fermando i movimenti di lotta per l’abitare e le occupazioni.

Importante il passaggio in avanti, sia interno che esterno, rappresentato dal Kidzbloc. In più di una città si è manifestato contro l’art 5 dando protagonismo ai bambini e alle bambine, alle loro relazioni, ai loro diritti. Soprattutto nella resistenza dell’ex Telecom, nei cortei della settimana di lotta 12/16 ottobre, come nei laboratori di preparazione della mobilitazione a palazzo Chigi a Roma, si è visto come le comunità degli abitanti nelle occupazioni siano in grado di aprire contraddizioni sociali rilevanti con il loro attivismo protagonista. Le scene di resistenza, di convinzione, di gioia e di rabbia dei più piccoli sono sicuramente il prodotto di una crescita costante di consapevolezza che il presente va tenuto ben saldo nelle nostre mani, necessità sempre più chiara nei movimenti per il diritto alla casa. Per questo non si intende mollare questo terreno di lotta e si prepara una nuova grande mobilitazione per la fine del mese di gennaio 2016, quando si intende contestare la convention di moda organizzata annualmente a Firenze da Pitti per vestire i bimbi ricchi. Porteremo nella città di Renzi e della Leopolda la sfilata dei diritti negati e assedieremo la fortezza dove la distanza tra i partecipanti e la città di sotto sarà assoluta, con il kidzbloc che reclama un presente degno per se e per le proprie famiglie, respingendo al mittente le briciole che il governo intende elemosinare verso le classi sociali più disagiate.

Proseguire la battaglia contro l’articolo 5 e il fallimentare “piano casa” del 2014, fortemente osteggiato dai movimenti e imposto con la forza dal governo Renzi, significa anche irrompere con decisione dentro il Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco con l’apertura della porta santa l’otto dicembre prossimo. Porteremo nel cuore di un evento che allude alle povertà e alla carità cristiana, la materialità di una condizione sociale che riguarda milioni di uomini e di donne alle prese con morosità, pignoramenti, redditi precari, disoccupazione, sfratti, cartelle di equitalia, ticket sanitari e bollette da salasso tali da rinunciare a curarsi (41% della popolazione) o rischiare il distacco di acqua, luce e gas. Per declinare il diritto all’abitare nella sua interezza e cogliere la necessità di una cancellazione del debito, del suo rifiuto, rovesciando un evento pensato per fare profitti e per recuperare consensi religiosi. La scelta di individuare la settimana che va dal primo all’otto dicembre, con la giornata di mobilitazione in Valsusa, consente di produrre una spinta enorme per irrompere con le dovute maniere alla partenza dell’evento e nello stesso tempo continuare a mantenere vivo quel nesso “dalla valle alla metropoli” che ci ha consentito di costruire la giornata indimenticabile del 19 ottobre 2013.

Per condividere la possibilità di produrre nuovi ed ancora più incisivi momenti di aggregazione e mobilitazione nazionale, in cui queste lotte e questi temi possano farsi sempre più acuti e taglienti, allargare le crepe nel muro ed entrare a gamba tesa nella primavera elettorale (dove molte città saranno chiamate alle urne), si propone inoltre un’assemblea a Roma per il 15 dicembre. L’idea è di un momento di condivisione delle iniziative prodotte, di come si è riusciti a declinare la campagna “prima i poveri”, di come le tante effervescenze impegnate nelle lotte per la casa e per il reddito, per la difesa del salario e contro il jobsact, contro la buona scuola e la devastazione e il saccheggio dei territori, possano connettersi individuando terreni e pratiche di azione comune, comunque distanti da tentazioni legate al voto. Il Giubileo durerà un intero anno e sarà attraversato dall’election day, soprattutto a Roma, dove il tentativo di pacificazione coatta è avviato da diverso tempo. Non è possibile consentire che la voce delle lotte venga silenziata in nome di una pace sociale che deve consentire lo svolgimento virtuoso di un evento sacro, giocando sul ricatto di uno spazio che non si può violare in nome di grandi principi di rispetto religioso. Quando i vescovi parlano di condono del debito oltre che di assoluzione dell’anima, dobbiamo decidere se lasciare a loro la gestione della questione sociale o se invece ci organizziamo per apparire con grande impatto dentro il Giubileo, contro il partito dei bonus e delle elemosine. Un PD, sempre più partito della nazione, che regala ai ricchi e toglie ai poveri come un novello Robin Hood alla rovescia.

Il 15 novembre il pontefice consegnerà la lettera alla città di Roma per il Giubileo. In quell’occasione, i movimenti romani intendono presentare la loro di lettera alla città di sotto, con un invito esplicito alla lotta.

Una sola grande opera: casa, reddito, dignità!

 

Abitare nella Crisi

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