
Di ritorno da A foras Camp 2016, 7-11 settembre Lanusei, Ogliastra, Sardegna.
La partecipazione è stata trasversale, intergenerazionale, eterogenea nei contenuti e orizzontale nelle discussioni.
Quando siamo partiti con il tour di presentazione, in vista dell’assemblea generale, uno degli obiettivi principali era di allargare la platea facendo in modo che fossero persone dalle più svariate esperienze e provenienze a farsi carico di far andare avanti i progetti, concentrandosi su una piccola parte del tutto e al contempo dando tutto per completarla e metterla a disposizione di chi non avrebbe potuto usufruirne in loco. Il protagonismo di tutti e tutte ha permesso il raggiungimento del nostro obiettivo, così che i momenti politici hanno avuto luogo senza molti intralci, ha inoltre garantito una dignitosissima tenuta del luogo che ci ha ospitato.
L’accoglienza a Lanusei e la repressione
Sin dal principio non è mai mancato il sostegno all’iniziativa da parte degli ogliastrini in generale, durante il campeggio si è addirittura concretizzato in aiuti materiali e disponibilità su aspetti fondamentali che ci hanno permesso di superare lo sforzo logistico senza troppi problemi. Un appunto sul fatto che, sia al campeggio che al corteo dell’11 settembre, la presenza dei “lanuseini” e delle “lanuseine” è stata scarsa, ciò è certamente un dato su cui riflettere, fa comunque da contraltare il fatto che mai in paese si sia alzata una voce contro l’iniziativa e i partecipanti che hanno invece avuto il piacere di chiacchierare con la gente del posto incontrata in piazza spiegando le motivazioni della lotta e ricevendone il sostegno.
Ben più proficuo è stato il lavoro con il comitato Ogliastra-Sarrabus, parte integrante del campeggio e compagn* con la quale abbiamo instaurato un rapporto che non parla solo di basi militari ma, soprattutto, di difesa del territorio, dei presidi ospedalieri e istruzione.
Sicuramente sui risultati della partecipazione paesana all’evento ha inciso l’opera di terrorismo messa in atto dalla questura di Nuoro nei nostri confronti. Se pensavamo di allargare la platea chiedendo autorizzazioni e facendo tutto secondo norma abbiamo trovato da una parte l’incompetenza dei rappresentanti delle istituzioni, dall’altra un continuo martellamento delle forze dell’ordine di vari corpi sulle stesse istituzioni e sull’ufficio tecnico per non farci avere i permessi.
Quando parliamo di terrorismo ci riferiamo a visite senza appuntamento a consiglieri comunali e sindaco, che si sono risolti in veri e propri interrogatori conditi da storie fantasiose sul nostro conto da parte di DIGOS e antiterrorismo. Controlli continui e ripetuti svolti anche nella struttura che ci doveva ospitare, anch’essi conditi da fiabe e minacce nel caso in cui ci avessero permesso il pernottamento, tralasciando le note di colore. Prima e durante il campeggio ci siamo ritrovati con Lanusei blindata dai posti di blocco e dalle ronde di polizia e carabinieri. Molte sono state le auto fermate, gli oggetti sequestrati, tra cui alcuni pericolosissimi coltellini da viaggio; sono riusciti addirittura a recapitare a un nostro compagno un foglio di via da Teulada e Sant’Anna Arresi datato 2 novembre 2015. Insomma, se qualcuno avesse avuto la speranza che le istituzioni non si sarebbero piegate alla narrazione e agli obblighi imposti dalla questura di Nuoro e che il campeggio sarebbe filato liscio senza il tentativo repressivo e censorio delle fdo, questo è stato il risultato. La sfiducia verso le istituzioni cresce, l’autorganizzazione è un valore importantissimo ma soprattutto la lotta contro l’occupazione militare non la si può delegare a nessuno.
A propostito di autoorganizzazione, si sottolinea il pieno successo della parte organizzativa del campeggio, che è stata totalmente autogestita e autofinanziata dai partecipanti stessi al campeggio. Tutte le attività portate avanti (pasti, cena popolare, concerto e altri eventi collaterali, organizzazione logistica, pulizie …) sono state portate avanti dagli stessi partecipanti al campeggio, chi più chi meno, ognuno ha contribuito oltre che alla riuscita politica anche a quella organizzativa.
Il programma politico: I 6 workshop proposti dall’assemblea generale hanno trovato molto interesse tra i partecipanti, sono stati eseguiti e completati tutti e si sono formati dei gruppi dalle 20 alle 30 persone (alcuni anche più numerosi) che hanno continuato con il lavoro e il confronto anche fuori dalle 6 ore utilizzate per ognuno. Per chi volesse i resoconti, o dare dei contributi, lasciamo qualche recapito:
1) Storia del movimento contro l’occupazione militare in Sardegna e Scenari Internazionali (vpillai@vincenzopillai.it)
2) Le collaborazioni tra università e apparato militare (anatrino@autistici.org)
3) La narrazione militarista nelle scuole elementari medie e superiore (casolbia@autistici.org )
4) La fabbrica di bombe di Domusnovas RWM spa ( s_imbessi@autistici.org )
5) Comunicazione esterna, arte e propaganda: creare un immaginario per il movimento contro l’occupazione militare (argala@autistici.org)
6) Economia, lavoro, salute, ambiente: le ricadute sociale dell’occupazione militare della Sardegna (entula94@yahoo.it)
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Approfittiamo per ringraziare infinitamente chi ha arricchito il campeggio con i suoi spettacoli teatrali, approfondimenti e musica. Un abbraccio enorme all’associazione amicizia Sardegna Palestina, la B.o.B. Crew di Lanusei, Bettina Pitzurra & Maria Grazia Dentoni, Ado Sanna l’Adoliere, Giorgigheddu, Futta e gli Spiri2all, Dr Drer e CRC Posse, l’AutCast Crew e gli Tzoku che sFortunatamente, causa maltempo, non hanno potuto suonare.
La tenuta dell’assemblea generale e le prospettive:
Uno degli obiettivi principali che ci eravamo dati era testarci come assemblea generale sarda sulla pratica e sull’approfondimento collettivo di determinati temi. Il campeggio è stata una palestra di condivisione, confronto, utile per fare dei passi insieme, per farci le ossa in vista delle mobilitazioni autunnali e alimentare complicità e affiatamento tra tutte le componenti. Se pensiamo che fino ad oggi trionfava la diffidenza e il settarismo tra le varie organizzazioni, individualità e collettivi, possiamo affermare che “A Foras Camp”, abbia messo seriamente in difficoltà chi pensava di avere la ricetta pratica su come affossare l’apparato militare, chi aveva la bibbia ideologica con cui evangelizzare le masse, chi pensava alla propria organizzazione come “il movimento”.
Tanti modi un’unica lotta è lo slogan che ci accomuna, non ci sono vie univoche, non abbiamo il feticcio dei mezzi, abbiamo che discutere collettivamente momento per momento quale sia il mezzo migliore da utilizzare verso la nostra controparte. In questo senso è andata l’assemblea plenaria del 10 settembre, luogo in cui circa 200 persone hanno espresso la volontà di organizzare almeno due grosse manifestazioni all’anno per portare tutto il popolo sardo a bloccare le esercitazioni. Oltre le azioni previste da ogni tavolo di lavoro che andranno avanti durante tutto l’anno, concentrate nei territori, abbiamo individuato delle date di mobilitazione collettiva che possano essere tesoro per tutti i sardi e le sarde schierate contro l’occupazione militare.
Da segnalare innanzitutto il campeggio del 6-10 ottobre organizzato nella zona di Decimomannu dalla Rete No Basi né qui né altrove.
L’assemblea generale sarda si rincontrerà il 16 ottobre in un luogo ancora da decidere per fare un bilancio collettivo del campeggio, ma soprattutto per trovare le date unitarie di mobilitazione dell’autunno e oltre. Già qualcosa è uscito in questo senso, infatti sono stati diversi gli interventi che hanno preso in considerazione di agire sull’asse Decimo-Capofrasca in questo autunno/inverno. Altra proposta che sembra essere stata accolta positivamente è quella di organizzare una data di mobilitazione di massa il 2 giugno, festa della Repubblica e delle Forze Armate.
GRAZIE PER QUESTE 5 GIORNATE INDIMENTICABILI, NON SARA’ L’ULTIMO CAMPEGGIO, TORNEREMO OLTRE LE RETI, TORNEREMO NELLE ASSEMBLEE DI TUTTO IL TERRITORIO SARDO, TORNEREMO A VIVERE UN’ALTRA INTENSA STAGIONE DI LOTTA! A FORAS MILITARIS, NATO, BOMBAS, SEMPRI AINNANTIS SARDOS
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