InfoAut
Immagine di copertina per il post

Charlotte NC: “Benvenuti alla fine del mondo”

Nulla può chiudere la finestra di disaffezione di massa aperta dalla rivolta di Ferguson. La marea infinita di critiche rivolte contro il movimento insurrezionale, i pacificatori nelle organizzazioni di sinistra e di “comunità”, la Guardia Nazionale e la risorgente base fascista hanno dato una struttura intermittente alle ribellioni, ma non sono finora riusciti a sradicarle completamente. Nessuna menzogna può capovolgere gli effetti inebrianti della verità.

Nessuno può mettere in dubbio l’assoluta chiarezza strategica degli insorti del ​​20 settembre, che ha rotto con i folli deliri a cui milioni si aggrappano e che li privano di competenze di lotta di base alla luce delle esecuzioni della polizia razzista. In un bello e creativo sviluppo di una tattica comune dagli ultimi due anni di rivolta, si sono precipitati sulla I-85, hanno saccheggiato i lotti dei semiarticolati bloccati e li hanno bruciati nel bel mezzo della strada interstatale.

21 settembre – 2 ° GIORNO

Nella seconda notte di disordini ci sono voluti solo 30 minuti per smascherare la polarizzazione etica alla base dell’intero movimento Black Lives Matter. Quello che è comunemente descritto come un unico movimento, in realtà ne sono almeno due. Anche questa è una semplificazione. La struttura capillare del potere ha probabilmente prodotto 5, 10, 20 basi di riaggregazione e trasformazioni affettive, tutte sotto gli stessi slogan. In ogni caso, è chiaro che vi siano forze investite in una ristrutturazione policy-friendly rispetto ad addestramenti alla diversità, rinvii a giudizio, telecamere indossabili, commissioni di esame, ecc. Queste fazioni – di cui i “capitoli”, Black Lives Matter organizzati, i gruppi di sinistra, le chiese, le organizzazioni studentesche e gli “alleati bianchi,” più o meno costituiscono la base – rappresentano le evidenti tendenze revisioniste in una sequenza storica aperta da proletari insurrezionali neri, anarchici, gruppi comunisti, bande di strada ed elementi rabbiosi della classe operaia.

Erano solo le ore 19:30 della notte del 21 settembre, che in 600 marciavano verso una chiesa nel centro di Charlotte. I giovani travisati nella folla hanno interrotto la celebrazione proprio all’inizio delle preghiere. “Fanculo a questa merda di Gesù”, gridavano. Una demarcazione chiara è stata effettuata tra gli elementi che volevano che la notte proseguisse nel disordine della notte precedente e coloro che cercavano di impedire che quella soglia venisse raggiunta. Il grosso della folla ha cacciato via la polizia. Un piccolo gruppo di poliziotti ha cercato scampo nell’Omni Hotel, che è stato attaccato. Justin Carr, un manifestante, è stato colpito alla testa. Il sangue si è riversato sul marciapiede. La situazione era cambiata. A centinaia hanno saccheggiato il negozio degli NC Hornets proprio dietro l’angolo. Un negozio, una paninoteca.

Riceviamo messaggi che hanno sparato a qualcuno presso l’Omni Hotel. Parcheggiamo e corriamo verso la manifestazione. Proprio mentre riprendiamo fiato, gas lacrimogeni vengono sparati nella folla. Granate flash bang esplodono ai nostri piedi. Alla mia sinistra e destra, persone mascherate tirano calci e lanciano indietro i lacrimogeni a terra. Mi calo una t-shirt in faccia. Centinaia di persone esultano e saltano, alcuni stanno tossendo. Un giovane uomo con tatuaggi su tutto il busto e le mani guarda verso di me e dice, attraverso la maschera: “This is it! Benvenuti alla fine del mondo!” Davanti a me, una nube gigante di gas vela sottilmente un muro di poliziotti in tenuta antisommossa.

Per un’ora la folla ha controllato le strade intorno all’EpiCentre, utilizzando le barricate della polizia e cassonetti per bloccare la strada. In quel lasso di tempo i rivoltosi hanno metodicamente distrutto il rivestimento e le finestre dell’Hyatt Hotel e di altre aziende, mentre le barricate sono state lasciate indifese. Bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme e auto della polizia sono state schiantate con i martelli. Elementi della folla hanno attaccato automobili a caso, mentre altri fumavano erba e rappavano l’ormai famosa canzone di Lil ‘Boosie “Fuck the Police”, ​​l’inno del movimento.

Quando infine lo schieramento di polizia antisommossa si è avvicinato alla folla sotto una pioggia di pietre ed alcuni fuochi d’artificio, ha iniziato a sparare ulteriori gas lacrimogeni e proiettili di gomma. La folla si è divisa in almeno due sezioni, dandosi al vandalismo e saccheggiando qualora possibile per il resto della nottata.

Un uomo è in agonia, mentre il suo amico gli tampona gli occhi con una felpa con cappuccio per fermare il bruciore. Prendo una bottiglia d’acqua di qualcuno, faccio un buco nel tappo e gli bagno gli occhi. Scatta di nuovo in piedi, tira fuori qualcosa dalla tasca e urla: “Chi è che sa come rimuovere la spola di una granata?” Prima di rispedire una delle granate a concussione della polizia verso uno schieramento di poliziotti in bicicletta. “Yeah, questa merda ce l’abbiamo pure noi!” Dopo un po’ di altri proiettili sbiciclettano lontano da noi. La folla esulta.

 

SI FA IL BOTTO NEI QUARTIERI ALTI

L’uccisione di Keith Scott è avvenuta in una zona di North Charlotte, lontano dal cluster di torri finanziarie e potenze economiche per cui Charlotte rinomata. E’ utile notare che la rivolta di Mercoledì si è verificata nel cuore di Charlotte e che le manifestazioni che ne sono seguite continuano ad avvenire in questa zona. Ciò la distingue dalla rivolta che di recente ha avuto luogo a Milwaukee. Nella seconda notte di scontri a Sherman Park (Milwaukee) quasi tutte le imprese della zona erano state bruciate, saccheggiate o distrutte con i soli obiettivi immediati rappresentati dalla polizia e dai media. Nei quartieri alti di Charlotte tutto era lì per essere distrutto, anche il Nascar Museum.

Naturalmente il fatto che la rivolta abbia avuto luogo in un importante centro finanziario ha anche comportato che ci siano stati diversi limiti. La maggior parte dei centri urbani sono stati completamente rinnovati per rispondere alle nuove esigenze di contro-insurrezione che hanno seguito l’ultima grande ondata di ribellioni negli anni ’60. Tutto ciò che può essere imbullonato è imbullonato, le telecamere sono ovunque, e le persone sono incanalate senza soluzione di continuità tramite infrastrutture “intelligenti” tra i vari corridoi commerciali e dello shopping. Nel corso della notte, la scarsità dei proiettili ha reso difficile la difesa contro le incursioni della polizia. Infatti, senza persone tatticamente esperte, avrebbe potuto esserci quasi nessun proiettile. Ciò si è rivelato un ostacolo importante alla fine della notte, quando una barricata non era difesa e un numero relativamente piccolo di poliziotti antisommossa in un carrello da golf blindato è stato in grado di disperdere un gruppo molto più ampio di combattenti incapaci di arrivare con qualcosa per tenerli a bada. Il carrello da golf è stato un grande vantaggio materiale per la polizia, che è stata in grado di usarlo per trasportare i poliziotti antisommossa molto rapidamente. Ha svolto un ruolo chiave nel disperdere una folla che aveva imperversato compatta per ore. Ha dato loro una dimensione mobile che non è in genere associata alle tecniche antisommossa negli Stati Uniti, ma è la norma in luoghi come la Grecia o la Catalogna. Gli sviluppi di questo tipo deve essere contrastati in futuro. A questo scopo, segnaliamo: questi carrelli da golf sono come tutti gli altri, hanno pneumatici normali, che possono essere perforati e sono senza finestre e senza porte lasciando gli occupanti vulnerabili agli attacchi. Sono muniti di un cannone sonoro e ospitano fino a 5 poliziotti antisommossa completamente equipaggiati (se 1 o 2 stanno sul retro).

 

RAPIDAMENTE, SULLE DINAMICHE INTRA-FOLLA

Nella notte del 21 la folla sembrava essere quasi interamente unificata nel suo obiettivo: occupare spazi al di fuori del controllo della polizia e saccheggiare e distruggere qualsiasi cosa al loro interno. Con i quartieri alti di Charlotte ridotti a nient’altro che una celebrata zona commerciale, non c’è davvero nulla da risparmiare. Ci sono volute solo un paio di granate flash bang per spedire i pacificatori di corsa a casa per la notte. I giustizieri delle finestre potevano aspettarsi applausi ad accompagnare il loro coraggio. Centinaia di persone si sono aiutate l’un l’altra a travisarsi, appiccare il fuoco, rilanciare gas lacrimogeni, assemblare proiettili, e stare al sicuro dalla polizia. Tuttavia, le ostilità non erano dirette solo contro la polizia e la proprietà, e soffermarsi su dinamiche “razziali” dentro e fuori della folla è di grande importanza strategica.

1. I rivoltosi bianchi sono stati più o meno accettati dalla folla a maggioranza nera, come è stato anche nel caso di Milwaukee. Come ha dichiarato un importante partecipante: “Questa sera siamo tutti neri,” dopo aver visto alcune persone bianche partecipare alla rivolta. 2. I guidatori bianchi sono stati sottoposti ad una sorta di prova: è stato loro chiesto di alzare i pugni e dichiarare “black lives matter”. A quanti hanno rifiutato sono stati distrutti o schiantati i veicoli. Questo è occasionalmente accaduto anche per gli automobilisti nere, suggerendo una generale corrente anti-sociale della folla, ma la tendenza generale è stata quella di ordinare la situazione “razzialmente”. Ciò principalmente avveniva mentre non c’era niente a cui appiccare fuoco, né polizia, né finestre da distruggere. 3. Pertanto, sembra che “razza” sia stata utilizzata come vettore per determinare l’etica.

Abbiamo tenuto l’intersezione dell’Hyatt per più di un’ora, appiccando incendi e distruggendo l’hotel. Due ragazzi mascherati iniziano a smuovere un grosso pezzo di cemento in mezzo alla folla in modo che possa essere frantumato in proiettili da usare contro la carica della polizia che sembra imminente. Una donna inizia a gridare a nessuno in particolare che “queste persone bianche non sono con noi e devono andarsene.” Si avvicina e spinge via il pezzo di cemento dalle loro mani. Un grosso gruppo assiste ed incoraggia i ragazzi a riprendersi il calcestruzzo. Mentre lei continua a gridare di lasciarlo, un nero preleva lui il pezzo e comincia a romperlo. La polizia gasa e sgombera la zona.

 

LA NECESSITÀ DEL PARTITO

La polizia antisommossa carica giù per la rampa verso il nostro blocco autostradale. Ognuno inizia arrampicandosi su una collina in direzione di ciò che abbiamo pensato essere la strada, ma che in realtà è una stazione di metropolitana leggera. Infine abbiamo abbastanza pietre e ne lanciamo a decine dal ponte verso il basso sui poliziotti sottostanti. Uno di loro deve aver avuto buona mira, poichè alcuni lacrimogeni atterrano sul ponte. Si passa attraverso un hotel, giù per diverse rampe di scale e di nuovo in strada. Finestre cadono ovunque. Un negozio 7-11 sta venendo saccheggiato. Pietre lanciate sulla polizia in bicicletta la mancano e distruggono le finestre dietro di loro. “Spacca quella merda, Spacca quella merda !” urla qualcuno a pieni polmoni mentre arriviamo su una collina e vediamo brillare ardentemente una hall della Bank of America. Il suo intero isolato è distrutto. La polizia è più determinata a disperderci ora, e noi stessi siamo un po’ iperattivi. Stiamo tenendo bene la piazza da alcune ore, ma la nostra capacità di farlo sta diventando limitata.

Il 22 settembre, tre giorni dopo l’uccisione di Keith Scott, un’altra manifestazione era in programma di svolgimento nei quartieri alti di Charlotte. Gli arrestati della sera prima erano ancora rinchiusi, si diceva su richiesta della Guardia Nazionale. Il membro del Congresso Robert Pittenger riporta la notizia che tutti i manifestanti odiano i bianchi ” perché i bianchi hanno successo.” Agenzie stampa di destra montano ed esagerano le tensioni “razziali” che sono state minime o inesistenti. Personalità di sinistra deliberatamente e ingenuamente cedono l’azione alla polizia, riposizionando il partito degli insorti come un semplice movimento di protesta, vergognosamente vittimizzato da un nemico troppo militarizzato.

A centinaia si sono riuniti riuscendo a chiudere brevemente la I-277. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e proiettili di gomma tra la folla. Clero, avvocati, sinistroidi, ed altri hanno usato la forza fisica e l’intimidazione per assicurare la relativa docilità della folla, a volte spingendo ed espellendo persone travisate, lanciatori di bottiglie, o anche quanti imprecavano contro polizia. Qui, i controrivoluzionari, reazionari, pacificatori, e riformatori sperano di evitare l’insurrezione e di schiacciare il suo orizzonte rivoluzionario. Ciò dovrebbe essere impossibile.

I poteri sperimentali e ritmi che stanno divaricando l’America, esponendola all’incertezza ed alla trasformazione, si devono comporre in un piano di consistenza. Sarebbe dovuto essere stabilito lo spazio e il tempo per incontrarsi e discutere. Abbiamo bisogno di chiese, parchi, stazioni radio, case collettive, centri, imprese, o qualsiasi luogo che possa ospitare un evento pubblico per combattere l’idiozia dei riformatori e la polizia. Forse un falso gruppo di testa organizzativo avrebbe potuto fare una dichiarazione coraggiosa alla stampa facendo appello a forme più profonde e più audaci di disordine. Forse un piccolo gruppo di persone impegnate avrebbe potuto prolungare la fantasia dei rivoltosi con la rottura tempestiva di una centrale di notizie – come è avvenuto durante l’insurrezione greca del 2008 – o con un flash mob altamente distruttivo avrebbe potuto rinegoziare l’equilibrio delle forze per la settimana successiva. E’ troppo impossibile immaginare un collettivo di erboristi e di studenti di agopuntura organizzare una clinica temporanea, pubblicizzando trattamenti per gas lacrimogeni, spray al peperoncino e proiettili di gomma? Che complesso di appartamenti recentemente sgomberato avrebbe potuto essere occupato e trasformato in un laboratorio di potenziale rivoluzionario? Queste competenze, poteri, capacità e strumenti non si sviluppano durante la notte.

E ‘chiaro che qualcosa sta crescendo tra il blocco No Dakota Access Pipeline, lo sciopero delle prigioni in corso a livello nazionale ed i movimenti e le rivolte contro le uccisioni di polizia a sfondo razziale. C’è stata una grande esplosione di energia di protesta da Ferguson, e soprattutto a partire dall’inizio dell’anno. Dobbiamo continuare a elaborare e intensificare il processo insurrezionale, per costruire quello che possiamo, dove possiamo e distruggere ciò che è alla nostra portata. Vivere e combattere insieme. I poteri stabiliti nel collasso degli apparati devono essere resi irreversibili, oppure emergeranno nuovi controlli meno attaccabili, più oscuri, più resilienti. I più zelanti non possono soddisfarci con i soli disordini.

La verità è in rivolta.

R.I.P. Keith Scott Lamont e Justin Carr

INTERNAZIONALE DEGLI AGITATORI

Settembre 2016

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“I padroni del mondo:come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”

Venerdì 6 giugno presso il CSOA Askatasuna alle ore 19.30 si terrà insieme all’autore Alessandro Volpi la presentazione del libro “I padroni del mondo: come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024).  D’accordo con l’autore pubblichiamo l’introduzione del libro. Mappe. Esiste un legame evidente fra l’idea che serva una continua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il posto di Hamas (e di chi chi seguirà o precede) in Palestina

Qualche precisazione sul ruolo del movimento, all’interno di una più ampia cornice di lotta anticoloniale di Lorenzo Forlani, da lorenzoforlani.substack.com Mi sembra sia arrivato il momento, o forse non ha mai smesso di esserlo. Vogliamo parlare di Hamas? E parliamo di Hamas, una volta per tutte, tentando di scrollarci di dosso paranoie, tensioni mai sopite, […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Note preliminari sul «sistema degli Stati»

È generalmente noto che Karl Marx, nel piano del Capitale, prevedesse una sezione dedicata allo Stato – sezione di cui non scrisse nemmeno una bozza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Russia: i segreti della resilienza economica

Abbiamo tradotto il testo di Mylène Gaulard, docente di economia presso Università Pierre Mendes France – Grenoble 2, apparso originariamente su Hors-serie in quanto intende mettere a nudo l’enorme distanza tra la narrazione dominante occidentale (e principalmente europea) sul conflitto in Ucraina e la realtà materiale dei rapporti di forza economici e geopolitici che si stanno ridefinendo su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

György Lukács, Emilio Quadrelli e Lenin: tre eretici dell’ortodossia marxista

György Lukács, Lenin, con un saggio introduttivo di Emilio Quadrelli e una lezione di Mario Tronti, DeriveApprodi, Bologna 2025 di Sandro Moiso, da Carmilla La recente ripubblicazione da parte di DeriveApprodi del testo su Lenin di György Lukács (1885-1971), accompagnato da una corposa introduzione di Emilio Quadrelli (1956-2024) oltre che da un’appendice contenente una lezione di […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Vertenza LEAR: tutto fumo, niente arrosto

Gli anni passano, tragedie come queste rimangono però all’ordine del giorno e trasformano il tessuto sociale delle nostre metropoli. Sembra che non si impari mai niente dagli errori commessi nel passato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Gli aceri di corso Belgio a Torino incontrano un gelso di Gerusalemme: la Storia e le storie narrate dagli alberi

Il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio ha organizzato domenica 18 maggio un incontro pubblico con Paola Caridi, autrice del saggio Il gelso di Gerusalemme – L’altra storia raccontata dagli alberi, pubblicato l’anno scorso da Feltrinelli. Si è scelta questa data anche per commemorare  la Nakba, la “catastrofe”, l’espulsione di 700.000 palestinesi dalle loro terre operata dagli Israeliani nel 1948. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I tribunali danno il via libera al progetto dell’A69, ma la lotta si sta organizzando

Francia: è stato lanciato un appello a concentrarsi davanti alle prefetture questo mercoledì, in vista di giorni di mobilitazione a luglio contro il cantiere della A69.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Bentornata Nicoletta!

Nella giornata di ieri è stata scarcerata Nicoletta Dosio, dopo più un anno di detenzione domiciliare scontato presso la propria abitazione di Bussoleno finalmente è libera!