InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sciopero generale a Seattle

||||

Nel febbraio 1919 la guerra era appena finita, i leader degli IWW erano in prigione, ma l’idea dello sciopero generale degli wobblies divenne realtà per cinque giorni a Seattle, nello stato di Washington, quando l’astensione dal lavoro di centomila persone fermò la città.

Tutto cominciò quando trentacinquemila lavoratori dei cantieri navali entrarono in sciopero per un aumento salariale. Chiesero il sostegno della centrale sindacale di Seattle, che consigliò uno sciopero cittadino; nel giro di due settimane centodieci sezioni sindacali – per la maggior parte dell’ AFL , solo alcune degli IWW – votarono a favore. In ogni sezione interessata la base elesse tre delegati al Comitato per lo sciopero generale. Il 6 febbraio 1919, alle dieci del mattino, lo sciopero ebbe inizio.

Non fu facile raggiungere l’unità. In città i rapporti tra gli IWW e l’ AFL erano tesi. I lavoratori giapponesi furono ammessi al Comitato per lo sciopero generale, ma senza diritto di voto. Ciò nonostante sessantamila membri del sindacato incrociarono le braccia, e altri quarantamila lavoratori si unirono alla loro lotta.

A Seattle il movimento dei lavoratori aveva una robusta tradizione radicale. Durante la guerra il presidente dell’ AFL cittadina, un socialista, venne incarcerato e torturato per essersi opposto alla leva, il che provocò grandi manifestazioni di piazza in segno di protesta.

La città smise di funzionare, salvo per le attività organizzate dagli stessi scioperanti per provvedere alle prime necessità. I vigili del fuoco accettarono di restare al proprio posto; i lavoratori delle lavanderie si occuparono solo della biancheria degli ospedali. I veicoli autorizzati a circolare portavano un cartello: «Esentato dal Comitato per lo sciopero generale». Nei quartieri si allestirono trentacinque posti di distribuzione del latte. Ogni giorno all’interno di grandi cucine si preparavano trentamila pasti che venivano trasportati in luoghi di ritrovo pubblici sparsi in tutta la città e lì serviti aprezzi politici: gli scioperanti pagavano venticinque centesimi a pasto, il resto della popolazione trentacinque. Con quella somma ci si poteva servire liberamente di stufato, spaghetti, pane e caffè.

Per tenere sotto controllo la situazione si organizzò un servizio d’ordine sindacale costituito da reduci di guerra. Sulla lavagna di uno dei suoi quartieri generali si leggeva: «Questa organizzazione ha lo scopo di difendere la legalità e l’ordine senza ricorrere alla forza. Nessun volontario avrà alcun potere di polizia, né sarà autorizzato a portare armi di alcun tipo, ma si limiterà a esercitare la persuasione». Durante lo sciopero a Seattle il tasso di criminalità diminuì. Il comandante del distaccamento dell’esercito federale inviato in zona disse al comitato organizzativo che in quarant’anni di carriera non aveva mai visto una città tanto tranquilla e disciplinata. L’Union Record di Seattle, un quotidiano scritto da lavoratori, pubblicò la poesia di una certa Anise:

Ciò che li spaventa di più è
che NON SUCCEDE NIENTE !
Si erano preparati ad affrontare
DISORDINI .
Hanno mitragliatrici
e soldati,
ma questo SILENZIO SORRIDENTE
li sbalordisce.
Gli affaristi
non capiscono
un’arma di questo genere […].
È il tuo SORRISO
a SCONVOLGERE
la loro sicurezza.
Corri all’artiglieria, compagno!
È il furgone della spazzatura
che avanza per la strada
con il contrassegno di ESENTATO
DAL COMITATO PER LO SCIOPERO GENERALE .
Sono i centri di distribuzione del latte
ogni giorno più efficienti,
e i trecento
lavoratori veterani di GUERRA
che guidano le folleSENZA PISTOLE ,
perché tutto questo parla
di un NUOVO POTERE
e di un NUOVO MONDO
in cui loro si sentono
FUORI POSTO .

Il sindaco fece prestare giuramento a duemilaquattrocento vicesceriffi, molti dei quali studenti dell’Università di Washington. Il governo federale portò in città mille marinai e marines. Lo sciopero generale si concluse dopo cinque giorni, secondo il comitato a causa delle pressioni esercitate dai funzionari inviati dai diversi sindacati, ma anche per le difficoltà quotidiane che si venivano a creare in una città con le saracinesche abbassate.

Lo sciopero era stato pacifico, ma quando finì vi furono retate e arresti: nella sede cittadina del Partito socialista, in uno stabilimento tipografico. Trentanove membri degli IWW furono incarcerati in quanto «capibanda anarchici».

 

Da

storia del popolo americano dal 1492 ad oggi  di Howard Zinn

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Fondi PNRR per impianti di biometano: dalla provincia di Salerno fino in Lussemburgo

Riceviamo questo articolo frutto di un’inchiesta svolta sul territorio nella provincia di Salerno […] Ad Auletta un gruppo di aziende con una struttura societaria molto complessa guida la realizzazione di un nuovo impianto finanziato con 14,5 milioni del PNRR. I cittadini contestano il progetto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

György Lukács, Emilio Quadrelli e Lenin: tre eretici dell’ortodossia marxista

György Lukács, Lenin, con un saggio introduttivo di Emilio Quadrelli e una lezione di Mario Tronti, DeriveApprodi, Bologna 2025 di Sandro Moiso, da Carmilla La recente ripubblicazione da parte di DeriveApprodi del testo su Lenin di György Lukács (1885-1971), accompagnato da una corposa introduzione di Emilio Quadrelli (1956-2024) oltre che da un’appendice contenente una lezione di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu verso la soluzione finale

Il piano annunciato dal governo di Netanyahu, che pare attenda soltanto il passaggio di Donald Trump nel Golfo, per essere messo in atto ha i contorni ben precisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Scontro aperto tra India e Pakistan: operazione “Sindoor”

A seguito dell’attentato che ha ucciso 26 turisti indiani nel Kashmir amministrato dall’India avvenuto a fine aprile, la risposta dello stato indiano è arrivata nella notte tra martedì 6 maggio e mercoledì 7 maggio, con l’Operazione definita Sindoor: una serie di bombardamenti si sono abbattuti sul Pakistan, nella parte di territorio pachistana del Kashmir e nella provincia pachistana del Punjab.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: parla il CAM, “La Commissione di Pace e di Intesa è una farsa” (I)

Siamo chiari, questa Commissione non rappresenta gli obiettivi politici della nostra organizzazione e del movimento mapuche autonomista che è attivo nei processi di recupero territoriale. di Héctor Llaitul La nostra politica continua ad essere la ricostruzione nazionale e la liberazione del Wallmapu, obiettivi che, una volta di più, non sono compresi né abbordati dalla classe […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Vertenza LEAR: tutto fumo, niente arrosto

Gli anni passano, tragedie come queste rimangono però all’ordine del giorno e trasformano il tessuto sociale delle nostre metropoli. Sembra che non si impari mai niente dagli errori commessi nel passato.