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Nasce l’attentatore di Adolf Hitler

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Georg Elser fu un attivista tedesco. E’ passato alla storia per avere attentato alla vita di Adolf Hitler

I primi anni e i primi lavori

Johann Georg Elser nasce il 4 gennaio del 1903 a Hermaringen, nel Baden-Württemberg (Germania), figlio di Maria e di Ludwig. Frequenta, tra il 1910 e il 1917, la scuola elementare di Königsbronn, rivelando una certa abilità per i lavori manuali e per il disegno. Benché il padre, commerciante di legname e agricoltore, desideri che il figlio prosegua le sue attività, Georg comincia a lavorare in fonderia come operatore di tornio. Nel giro di un paio di anni è però costretto a rinunciare per motivi di salute. Così Georg Elser si dedica al mestiere di carpentiere, per poi lavorare come falegname per interni. Dal 1925 è impiegato a Costanza in una fabbrica di orologi, mentre nel 1929 torna a fare il carpentiere.

L’attivismo politico

Nel frattempo Else entra in un’organizzazione paramilitare del Partito Comunista Tedesco, il Rotfrontkämpferbund (in italiano: Lega dei combattenti del fronte rosso), anche se in realtà non gli presta molta attenzione. Nel 1930 diventa padre di Manfred, avuto dalla sua fidanzata, Mathilde Niedermann, dalla quale – tuttavia – Elser si allontana poco dopo. Nel 1932 inizia a lavorare con i suoi genitori, dopo aver fatto ritorno a Koenigsbronn. Mentre a partire dall’anno successivo inizia a votare per il Partito comunista, pensando che questa forza sia quella in grado di proteggere gli interessi dei lavoratori. Nonostante ciò, non può definirsi comunista, perché è un protestante praticante. Da questo momento Georg Elser, che già era stato un oppositore fermo del nazismo sin da quando il movimento si era palesato, rifiuta di eseguire il saluto nazista e rinuncia ad andare ad ascoltare i proclami di Adolf Hitler alla radio.

L’opposizione all’ideologia del nazismo

Le ragioni della sua opposizione vanno individuate nella contrarietà alle restrizioni dei diritti civili, nel ribrezzo provato nei confronti della propaganda nazista, nello sdegno provocato dalle limitazioni alle libertà dei lavoratori imposte dal regime e nell’opposizione al controllo totale sul sistema educativo che il governo mette in atto. Nel 1936 Georg Elser è in una fabbrica di montaggio di Heidenheim. E’ qui che viene a conoscenza del programma di riarmo dei nazisti. Un paio di anni più tardi, condivide con molti tedeschi la paura di una nuova guerra, che appare sempre più probabile a causa della Crisi dei Sudeti. Ecco perché Elser inizia a pensare di uccidere Adolf Hitler al fine di decapitare il nazismo. L’8 novembre del 1938 si reca a Monaco per partecipare al discorso proposto dal regime in occasione dell’anniversario del Putsch di Monaco non andato a buon fine.

Georg Elser e l’attentato alla vita di Hitler

Convinto che solo con la morte di Hitler si potrebbe evitare che la Germania venga devastata da un nuovo conflitto bellico, decide di approfittare delle blande misure di sicurezza adottate, per mettere in atto il suo piano. Nei mesi successivi, vi si dedica con grande passione, rinunciando praticamente a ogni rapporto con parenti e amici e concentrandosi unicamente sulla preparazione dell’attentato. Dopo aver ottenuto un lavoro in una cava, asporta progressivamente, senza farsi notare, la quantità di esplosivo di cui ha bisogno per realizzare una bomba. Quindi, messo in scena un finto incidente, si trasferisce a Monaco lasciando il lavoro, per mettere in atto il colpo in Baviera nella birreria in cui Hitler si ritrova con i suoi fedelissimi. Per diverse sere di seguito Georg Elser entra di nascosto nel locale prima che chiuda e, non visto, realizza una nicchia all’interno della colonna nei pressi del palco destinato ad accogliere Hitler.

Il giorno dell’attentato

Arriva finalmente l’8 novembre 1939: è il giorno programmato per l’attentato. Elser inserisce nella nicchia la bomba da lui ideata. Tuttavia accade quel giorno che il Führer se ne va in anticipo rispetto alle previsioni. Hitler lascia la birreria Bürgerbräukeller di Monaco, sette minuti prima dello scoppio programmato della bomba. La deflagrazione causa comunque la morte di otto persone e il ferimento di più di sessanta avventori.

La fuga

Intanto Georg Elser si dirige a Costanza per scappare in Svizzera. Viene però arrestato da due doganieri mentre sta provando ad attraversare il confineconfine. In un primo momento gli inquirenti non ipotizzano che Georg abbia a che fare con l’attentato, fino a quando non trovano nella sua giacca una cartolina della birreria Bürgerbräukeller. Viene quindi trasferito a Monaco per essere sottoposto a un interrogatorio da parte della Gestapo. Pur rifiutandosi di parlare, porta con sé numerosi segni del suo piano. Alcune cameriere del locale sostengono inoltre di averlo riconosciuto.

La detenzione

In seguito a un pestaggio, infine, ammette di essere il responsabile dell’attentato. Georg Elser viene pertanto portato al quartier generale della Gestapo, dove viene torturato, per poi essere imprigionato nel campo di concentramento di Sachsenhausen. Successivamente viene condotto nel campo di concentramento di Dachau. Qui viene sottoposto a un regime di detenzione speciale. Elser viene a trovarsi in una condizione che, per altro, suscita diverse maldicenze tra gli altri prigionieri, molti dei quali arrivano a pensare che in realtà l’attentato fallito sia stato una messa in scena. Di conseguenza pensano che Elser sia un collaboratore del regime. I nazisti si rifiutano di credere che abbia agito da solo, e vogliono tenere l’attentatore in vita per sottoporlo a un processo alla fine della guerra, per individuare i veri responsabili – che presumono essere britannici – della sua azione.

La morte

Nell’aprile del 1945, tuttavia, la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra MondialeSeconda Guerra Mondiale appare ormai prossima, con il campo di Dachau nel mirino delle truppe alleate. Hitler decide di eliminare Elser, consapevole del fatto che il processo che aveva in mente non potrà mai essere organizzato. L’ordine di uccisione viene trasmesso dal capo della Gestapo Heinrich Müller a Eduard Weiter, il comandante del campo di Dachau. Georg Elser muore all’età di 42 anni, fucilato il 9 aprile 1945, poche settimane prima della fine della guerra.

 

da biografieonline

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