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Firenze liberata

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“FIRENZE LIBERATA” di NINO CAMUS

PAM IL PARTIGIANO. LA STORIA D’LTALIA SCRITTA COL SANGUE DEI SUOI FIGLI, 1946 NUMERO 5. MILANO: IL CUCCIOLO

 

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“Bollettino: 11 agosto 1944 – la 22° Bis. Brigata Sinigallia – Divisone Arno – Corpo Volontari della Libertà – Comando della Toscana – dopo i duri combattimenti quasi corpo a corpo a Fontesanta e nei sobborghi di Firenze, vincono le forze nemiche ed entrano in Firenze da veri liberatori precedendo di qualche ora le forze inglesi”

 

RIASSUNTO

Attendendo gli inglesi, ormai quasi alle porte di Firenze ma che segnano il passo, le forze della Resistenza non interrompono le loro azioni. La squadra di recupero viveri rientra con brutte notizie, due di loro sono stati uccisi. Il Commissario della Divisione Arno chiede al Comandante PAM di parlare ai suoi uomini per saggiarne il morale. Facendo loro credere che la situazione è disperata, il Commissario li invita, nel caso lo ritengano necessario, ad abbandonare il campo. Tutti i garibaldini, come un solo uomo, rifiutano, preferendo morire piuttosto che arrendersi. Il Commissario rivela poi che si è trattato di uno scherzo di cattivo gusto per saggiare la loro fedeltà. I garibaldini lo investono affettuosamente di male parole; infatti scenderanno fra breve dalla montagna verso Firenze. Giulia, una staffetta, porta brutte notizie a PAM: le truppe tedesche si stanno veramente avvicinando e PAM invia Otto e due uomini a fare un’ispezione. Accertata la presenza di militari tedeschi, i tre garibaldini decidono di eliminarli e di raggiungere la Compagnia “Faliero Pucci” per cercare volontari. Mentre Libero torna con 20 volontari, Otto decide l’attacco…

 

A questo punto la narrazione, che sarebbe dovuta proseguire sul numero 6 del giornale, si interrompe. Il numero 5 è infatti l’ultimo pubblicato della serie. Non è dato sapere se tale interruzione fu dovuta alla morte del suo Autore, Nino Camus, scomparso a Milano l’11 marzo del 1947 a causa di una gravissima malattia.

 

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NOTIZIE STORICHE

La Divisione Garibaldi d’assalto “Arno”, che alla morte di Luigi Barducci (09/08/1945) cambiò il proprio nome in “Potente”, era costituita da 4 brigate variamente dislocate nel luglio del 1944, alla vigilia della Battaglia per Firenze:

 

“Bruno Fanciullacci” di stanza su M. Morello

10a “Caiani” di stanza su M. Giovi

22a “Lanciotto Ballerini” di stanza nel Pratomagno

22a bis “Vittorio Sinigaglia” di stanza su M. Scalari /M. S. Michele. Questa Brigata agiva a Sud della città, nel Comune di Bagno a Ripoli, oltre che in quelli di Rignano sull’Arno, Incisa, Figline Valdarno, Greve in Chianti e Impruneta. Di quest’ultima facevano parte due distaccamenti: “Faliero Pucci” (già “Stella Rossa”) costituitasi sul Monte Giovi e “Faliero Pucci Bis” costituitasi in S. Donato in Poggio.

La presenza di alcuni partigiani indicati con il loro nome di battaglia è confermata in una intervista rilasciata dal partigiano “Sugo”, alias Marcello Celano, appartenente alla Brigata “Sinigaglia” di cui si riportano alcuni estratti.

 

Il comandante della 1a Compagnia della “Sinigaglia”, Sergio Donnini, aveva il nome di battaglia “Otto”. Della Sinigaglia facevano parte anche: i’ Chimico, l’Aquila, i’ Gamba, I’ Lepre, i’ Nonno, i’ Lupo, il Balena, il Raspa, Vittorio, i’ Gorini, Gianni (Sirio Ungherelli), Libero, Gracco (Angelo Gracci), Vladimiro, i’ Farda, Giobbe, i’ Marinaio, i’ Fumo (Sergio Bini), i’ Formicola, Truciolo e i’ Triglia, i’ Frana, Marco ed altri. La Brigata Garibaldi “A. Sinigaglia”, formatasi intorno ad un esiguo gruppo di 6 o 7 uomini, si rafforzò con l’arrivo di alcuni partigiani già esperti, appartenenti alla “Stella Rossa”. Arrivò in Fontesanta intorno al 22/23 di giugno, dopo uno spostamento piuttosto rischioso. Tutti i giorni era impegnata in qualche attacco perché i tedeschi, che si preparavano alla ritirata, dovevano necessariamente passare dalla zona in cui operava. La mattina del 3/8/1944 le retroguardie tedesche giunsero a Casa Gamberaia per organizzare una linea di difesa contro gli Alleati e annientare la “Sinigaglia”. Durante un’azione intrapresa per vendicare un compagno, una pattuglia garibaldina restò isolata e, dopo un breve combattimento, venne scompaginata. Il comandante della 1a Compagnia della “Sinigaglia”, Sergio Donnini (Otto), fu catturato e condotto verso Troghi per essere giustiziato. Si formò un commando per la liberazione di Otto composto da cinque partigiani: il Sugo, i’ Fumo, i’ Formicola, Truciolo e i’Triglia. Durante lo scontro a fuoco Otto riuscì a sorprendere il soldato che lo scortava, lo uccise e riuscì a scappare. Al loro rientro in Fontesanta trovarono solo un piccolo gruppo di partigiani, dato che Gracco (alias Angelo Gracci) era già sceso verso Firenze.

Nel pomeriggio il bosco di Fontesanta era in preda ad un grosso incendio. I tedeschi avevano attaccato in forze con i lanciafiamme per stanare i partigiani. Le fiamme, sprigionatesi nei boschi di Montisoni, venivano spinte dal vento verso Poggio Firenze. Le uniche forze che ancora contrastavano i tedeschi erano quelle della IIa Compagnia della “Sinigaglia”. Alla fine degli scontri il nemico ebbe 16 caduti. Attendendo gli inglesi, ormai quasi alle porte di Firenze, la Resistenza non interruppe le sue azioni.

Nel frattempo i’ Triglia e un altro partigiano incontrarono gli Inglesi a San Polo e, pensando che nessuno avrebbe creduto a questo incontro, si fecero dare da questi ultimi un pacchetto di sigarette. Di ritorno, lo riferirono a Gracco, che però impedì loro di diffondere la notizia. Quindi il Commissario della Divisione radunò tutti e disse:

[…] Siamo circondati e non c’è verso di salvarsi […] è un rastrellamento e qui non c’è spazio. Se qualcuno vuole andare via da solo ce la può fare a passare nelle maglie nemiche […] chi non se la sente alzi una mano e può andare; Nessuno alzò la mano! A questo punto Gracco aggiunse: No ragazzi […] siamo in contatto con gli Inglesi e (ci) fece vedere il pacchetto di sigarette […] [Intervista partigiano Sugo – Fontesanta – Liberazione Firenze]

Il pensiero di scendere a Firenze per la Liberazione galvanizzò i partigiani che iniziarono la discesa. Erano circa trenta – trentacinque uomini.Giunti che furono in Fortezza, Alexander provò a dar loro il ben servito. La Firenze “di là d’Arno” era già “liberata”, ma l’altra parte di Firenze era ancora da liberare. Quando gli Inglesi dissero di voler disarmare i partigiani, questi rifiutarono: «si fa alle fucilate con gli Inglesi perché noi il fucile non si lascia». [Intervista partigiano Sugo – Fontesanta – Liberazione Firenze]

Gracco e Potente andarono a parlamentare. Alla fine gli Inglesi accettarono di lasciar loro le armi e così i partigiani toscani «porta[rono] a termine la Liberazione di Firenze» [Intervista partigiano Sugo – Fontesanta – Liberazione Firenze].

La 22a Bis Brigata “Sinigaglia” – Divisione “Arno” – Corpo Volontari della Libertà – Comando della Toscana – dopo i duri combattimenti quasi corpo a corpo a Fontesanta e nei sobborghi di Firenze, vinse le forze nemiche ed entrò in Firenze precedendo di qualche ora le forze inglesi. [Intervista partigiano Sugo – Fontesanta – Liberazione Firenze; Benucci P.(i Fumo) Fontesanta]

 

La sera dell’11 agosto 1944 Firenze era libera.

Intanto, sin dai primi rintocchi della Martinella, il CTLN (Comitato Toscano di Liberazione Nazionale) e il comando militare s’erano insediati a Palazzo Riccardi, mentre a Palazzo Vecchio una giunta comunale, già da tempo designata dal Comitato di liberazione, assumeva l’amministrazione della città. Sindaco era il socialista Gaetano Pieraccini, vicesindaci il comunista Renato Bitossi e il democristiano Adone Zoli.

  1. A pagina 1 di questo fumetto Camus ha raffigurato un personaggio con un berretto a scacchi, di cui si riconoscono le stellette di commissario politico, che offrendo ai partigiani la possibilità di ritirarsi prima della battaglia finale vuole in realtà saggiarne il morale. Pur non avendone indicato né il nome di battaglia, né quello anagrafico, Camus raffigura qui Sirio Ungherelli (Gianni). L’episodio è riportato sia nell’intervista al partigiano Sugo sia nel volume Quelli della Stella Rossa, memorie del comandante Sirio Ungherelli, già commissario politico della Brigata “Sinigaglia”, in un libro pubblicato dall’ANPI di Firenze dopo la sua morte. (1999), mentre Libero, che compare in quarta pagina, potrebbe essere Libero Santoni.

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In seconda di copertina del numero 5 viene narrata l’azione compiuta il 26 agosto 1944 da un gappista milanese (Bombe alla stazione) che, vestito da repubblichino, fece saltare uno zaino imbottito di esplosivi vicino al Posto di Sosta Militare della Stazione Centrale di Milano. Il Gappista, prima di far esplodere lo zaino, raccolse e portò in salvo un gruppetto di bambini. Nell’esplosione morirono 9 tedeschi e 24 rimasero feriti.

 

Il numero 5 termina con “Il figlio fucilato” di Paul Campani, creatore di famosi personaggi televisivi. Si tratta di una storia di fantasia, che si discosta dagli altri episodi narrati nell serie «PAM il partigiano». Inoltre la qualità del fumetto, pur essendo buona, è senz’altro inferiore a quella riscontrata nei lavori di Giovanni Camusso. Al confronto il tratto di Campani è preciso, ma tanto lineare da risultare piatto.

 

 

 collezione fumetti

 

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