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Occupazioni al Sabin e al Fermi, le scuole bolognesi proseguono la lotta!

Il liceo Fermi ha occupato per una sola giornata, venerdì: nell’istituto di via Mazzini si sono tenute discussioni sul tema delle periferie, sulla lotta per la casa, insieme a proiezioni di film e altre iniziative. Da sottolineare la reazione scomposta del preside della scuola che ha subito accusato gli occupanti di aver commesso migliaia di euro di danni per delegettimare la protesta studentesca. Gli studenti sono rimasti nell’istituto appena terminate le lezioni, bloccando la scuola con un’occupazione lampo per protestare contro le condizioni pessime in cui si trova l’istituto e anche per contrastare quell’aumento esponenziale di potere che si trova ad avere il dirigente da quando la Buona Scuola è stata approvata. L’istituto è stato attraversato da tantissimi studenti che hanno partecipato in modo attivo a ciò che significa un’occupazione: voler vivere i propri spazi in maniera differente dalla solita burocrazia ostruzionista, costruirci oltre che informazione e lotta, anche una socialità che viene sempre più impedita tra gli studenti.

Il liceo Sabin invece ha occupato giovedì mattina prima che cominciassero le lezioni, ha iniziato da subito a caratterizzare i propri spazi organizzandosi nell’autorganizzazione dell’istituto, dalla preparazione di tanti gruppi e laboratori per le mattinate, alla stesura di documenti contro la riforma e che spiegavano le motivazioni della protesta, alla suddivisione degli ambienti che sarebbero stati utilizzati. Nei gruppi tenutisi all’interno dell’occupazione temi come la solidarietà alla lotta per la casa e l’antifascismo hanno animato le discussioni, in un clima di attacco da parte della governance scolastica.

La componente docente nelle prime ore di occupazione si è espressa minacciando a più riprese gli studenti, tentando di impedire l’avviamento delle attività; ma gli occupanti non si sono lasciati intimidire e hanno continuato la protesta. Oltre ai gruppi sono stati organizzati pranzi e cene sociali,  in condivisione tra tutti, aprendo spazi di socialità alternativa dal solito. L’occupazione è cessata sabato pomeriggio rilanciando la continuità di percorsi di lotta da qui in avanti nell’istituto di ponte Matteotti.

Il comunicato di Assemblea Sabin che riassume quanto successo negli scorsi due giorni:

Stamattina 12/12, successivamente ad  un assemblea tra noi occupanti, abbiamo preso la decisione collettiva di disoccupare autonomamente, ripromettendoci che questa esperienza sarà la pista di lancio ad un percorso di lotta contro le ingiustizie e le infime prese di potere esercitate da presidi -in primis- e professori. Infatti durante questa mobilitazione hanno agito senza scrupoli cercando di provocare confusione. Fin dalle prime ore dell’occupazione attraverso gruppi e interessanti e informativi abbiamo coinvolto gli studenti in dibattiti, laboratori e proiezioni e in pranzo sociali costruendo anche momenti di solidarietà tra studenti. Questo non sarebbe però avvenuto secondo la preside che ci ha definito “fancazzisti”, all’interno di un discorso privo di contenuti, dicendo di non aver visto svolgersi nessun gruppo; per concludere con minacce mirate agli occupanti che in un momento di tensione tale si sono riuniti in assemblea nel cortile per trovare il modo di calmare la situazione agitata all’interno dell’istituto. Dopo un momento di riorganizzazione interna ci siamo ripresi gli spazi per continuare a portare avanti le attività dell’occupazione. Queste giornate sono il proseguimento  di un percorso di lotta con un crescendo di una consapevolezza tale da permetterci di non cedere a nessun tentativo futuro di repressione da parte di un qualsiasi organo scolastico, in quanto dotato  unicamente di una dialettica a senso unico, ben lontano dalle necessità di noi studenti! Pertanto rilanciamo la mobilitazione ai prossimi momenti di organizzazione nostri e di tutte le scuole bolognesi e non che si stanno opponendo alla Buona Scuola!

Gli/⁠le occupanti del Sabin

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