Free Movement Day: corteo e cariche
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L’Atc risponde a modo suo al “Free movement day” lanciato dal Collettivo Autonomo Studentesco. Viene caricato infatti il corteo degli studenti medi che reclamava risposte dall’azienda bolognese in merito ai rincari sui prezzi dei biglietti e degli abbonamenti.
Più di un centinaio di studenti erano partiti da piazza XX Settembre puntando verso la sede dell’azienda di via Saliceto, agitando ancora una volta le soluzioni proposte dal Collettivo Autonomo Studentesco per venire incontro alle difficoltà degli studenti e delle loro famiglie in tempo di crisi. Riduzione del 50% dei biglietti, sconto del 30% sugli abbonamenti annuali, indizione di giornate dedicate all’ambiente durante i quali si possa viaggiare gratuitamente e che gli studenti viaggino gratuitamente negli orari di inizio e fine lezioni, queste le proposte sulle quali gli studenti affermano di non aver mai ricevuto risposte concrete dall’Atc.
Questa, dopo le minacce di agire legalmente negli scorsi mesi, ha deciso ancora una volta di rispondere con la forza agli studenti blindando l’accesso della sede e facendoli caricare dalle forze dell’ordine. Ciò quando i manifestanti erano ormai consapevoli del fatto che nessun dirigente dell’azienda aveva intenzione di confrontarsi con loro, e avevano deciso allora di muoversi loro verso gli uffici dei piani alti e lì prendere parola.
Dopo le cariche gli studenti si sono ricompattati, dirigendosi verso piazza Maggiore, bloccando il traffico su tutta via Indipendenza, ripercorrendo al megafono le tappe della campagna “Atc non puoi rubarci la città!”, dallo sciopero del biglietto al sanzionamento delle macchinette obliteratrici. L’Atc, dopo aver inviato ieri un comunicato in cui asseriva di non essere responsabile degli aumenti tariffari e in cui di fatto delegava le sue responsabilità agli enti locali, di fatto ha ammesso lo scaricamento dei costi della crisi sugli studenti e sulle loro esigenze.
In una città dove si spendono 800.000 euro per riqualificare piazze che non hanno alcun problema da risolvere se non quello di eliminare gli studenti che le vivono, è evidente come gli aumenti delle tariffe siano funzionali solo ai profitti dell’azienda di trasporti. Gli studenti dichiarano di essere determinati a proseguire fino all’ottenimento delle loro richieste.
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