InfoAut
Immagine di copertina per il post

Turchia, vince il Si alla riforma costituzionale ma il paese si spacca a metà

Il no ha prevalso soprattutto nelle metropoli come Istanbul (feudo erdoganiano fin dagli anni ’90 e un vero e proprio campanello d’allarme per la tenuta dell’AKP), Ankara e Smirne; e dove c’è una grossa prevalenza della comunità curda ovvero nella zona sud est del paese, nonostante le operazioni militari nella zona abbiano precluso il domicilio elettorale a decine di migliaia di sfollati.

Ciò che ha fatto la differenza é stato il voto all’estero. Secondo i dati ufficiali, in nord Europa più del 60 % degli elettori hanno votato si, con punte di oltre il 70% in Olanda, solo i turchi residenti in Svizzera hanno espresso la loro contrarietà al referendum costituzionale. Molti elettori presenti in quei paesi e originari delle zone interne dell’Anatolia (dove il si ha generalmente prevalso) hanno infatti confermato, anche in quest’occasione, il proprio voto conservatore.

La riforma prevede la concentrazione dei poteri in capo ad Erdogan che potrà rimanere al potere fino al 2029. Il potere esecutivo sarà di fatto nelle mani esclusive del Presidente della Repubblica che sostituirà la figura del Premier. Erdogan potrà emettere decreti legislativi e potrà mantenere il legame con il proprio partito che, prima della riforma, doveva essere sacrificato in nome di un compito più grande, super partes, come garanzia democratica. Il parlamento vedrá i suoi poteri ridimensionati e subordinati a quelli del presidente. Inoltre, in caso di emergenza il Presidente della Repubblica potrà decidere per la sospensione o la limitazione dei diritti civili e delle libertà fondamentali. Inutile sottolineare chi sarà a decidere cosa può definirsi emergenza o meno.

Durante le elezioni il clima che si respirava in Turchia era particolarmente pesante si sono registrate aggressioni nelle urne e la presenza di militari che impedivano l’ingresso a chi veniva riconosciuto come possibile elettore del no. Come é risaputo, inoltre, la grave repressione e censura della stampa, soprattutto quella di sinistra dopo il tentato golpe ha fatto in modo di schiacciare la propaganda verso la riforma costituzionale. Secondo l’Osservatorio Balcani e Caucaso sono state analizzate da alcune associazioni indipendenti le ore dedicate dai telegiornali al fronte del no e del si. Erdogan ha avuto una copertura di 53 ore, il suo partito Akp di 83 ore mentre l’opposizione, il partito repubblicano CHP ha trovato spazio per 17 ore e il partito filo curdo Hdp solo 33 minuti. I social media hanno rappresentato il mezzo principale con cui si é dispiegata la propaganda per il no. Sono stati creati centinaia di account con il nome “hayir”, no in turco, con l’immagine del pinguino, uno dei simboli della battaglia di Gezi Park. Nei mesi precedenti al referendum era stata incisa una canzone per il no sostenuta dalla comunità curda che é stata subito dichiarata incostituzionale e quindi bandita in ogni luogo pubblico. Il testo recitava “no ad una sola bandiera, no ad una sola nazione, no ad una sola lingua. Vota No”.

Continua, inoltre, la campagna #freeturkeymedia per la liberazione di circa 120 giornalisti imprigionati nelle carceri turche e che stanno portando avanti lo sciopero della fame da circa 4 mesi ma con scarsi risultati. Anche la stampa estera viene perseguitata, si trova ancora in carcere un giornalista tedesco mentre da più di una settimana é stato fermato al confine con la Siria il regista e blogger italiano Gabriele del Grande di cui non si hanno notizie certe. Si sta aspettando l’espatrio che però tarda ad arrivare.

L’affluenza alle urne, nonostante gli sforzi di Erdogan di silenziare un intero paese, é stata molto alta e la vittoria del Presidente può essere considerata abbastanza relativa. In termini di consensi la scelta non ha pagato in particolare per gli alleati ultranazionalisti del MHP, con una pesante divisione tra base e dirigenza; e la soffocante unità post-golpe di meno di un anno fa tra AKP, lo stesso MHP e il CHP sembra solo un lontano ricordo. La Turchia non ha appoggiato in maniera netta la riforma costituzionale e considerando il clima che si respira nel paese, milioni di persone hanno votato no e si sono mobilitate per sostenerlo. Nei prossimi mesi questo risultato dovrà avere un risvolto pratico ed Erdogan é consapevole di avere di fronte un paese spaccato a metà di cui una è contraria alla sua figura e all’idea di paese che sta mettendo in pratica.

[Vignetta pubblicata sul portale di informazione turco T24.com.tr: E’ ARRIVATA LA PRIMAVERA “Si, no, si, no” “Prendi questo, che sono già stati tolti i no”]

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Restare a galla insieme in un mondo difficile: Bilancio 2024 delle questioni del lavoro in Cina (Parte 2). 

Proseguiamo la traduzione in lingua italiana di questi preziosi contributi sul contesto delle lotte in Cina nel 2024, tradotti in inglese dal collettivo Chuang.  Consapevoli delle profonde differenze tra il nostro contesto e quello cinese, a sua volta molto difficile da restituire come un intero, alcuni dati e considerazioni che vengono avanzati nel testo sembrano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Teoria del partito

I prezzi sono più alti. Le estati sono più calde. Il vento è più forte, i salari più bassi, e gli incendi divampano più facilmente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il significato dell’ascesa cinese

Riprendiamo e traduciamo da marxist.com questa interessante analisi di Kenny Wallace sul significato dell’ascesa cinese.  Buona lettura! Questa nazione, che appena due decenni fa era ancora immersa nel sottosviluppo, è oggi impegnata in una titanica rivalità con gli Stati Uniti, nella quale riesce a mantenere la propria posizione. Nel frattempo, l’imperialismo americano, di gran lunga […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Emergenza sanità in Calabria: serve una reazione decisa e collettiva!

La tragica notizia del cinquantasettenne morto a Lamezia mentre attendeva l’arrivo di un’ambulanza impone una reazione decisa e collettiva.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Aggiornamenti dalla vertenza ex Ilva: ritiro parziale del piano del governo (video)

La vertenza di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, è tornata nelle ultime settimane al centro del dibattito nazionale.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il prezzo da pagare per il lavoro: condannati a due anni e due mesi di reclusione

Nel primo pomeriggio di venerdì 5 dicembre Maria, Eddy, Dario, Vincenzo, Enrico, Marco, Luigi, Davide, tutte/i compagne/i del nostro movimento dei disoccupati organizzati sono state/i condannate/i in primo grado a due anni e due mesi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania: “Non siamo carne da cannone”, sciopero studentesco contro il servizio militare. Il Bundestag approva la leva

Nuova giornata di sciopero contro il servizio militare da parte di studenti e studentesse tedeschi, mentre si votava nelle aule del Bundestag la riforma della leva del governo di Friedrich Merz.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Morte di Ramy Elgaml: altri due indagati per falso tra i carabinieri premiati con l’Ambrogino d’Oro

Altri due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di aver fornito false informazioni al pubblico ministero e di falso ideologico in atti pubblici nell’ambito dell’indagine sulla morte di Ramy Elgaml

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo operaio sotto la Prefettura. Sfondate le reti della polizia, lacrimogeni sulle tute blu

La rabbia operaia continua a riempire le strade della città ligure contro il (non) piano del governo Meloni sul destino di migliaia di operai ex-Ilva e sul futuro del comparto siderurgico in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: riflessioni attorno “all’assalto squadrista alla sede della Stampa” e alla libertà di informazione

Il centro sociale Askatasuna di Torino è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’azione alla redazione de La Stampa del 28 novembre durante la manifestazione nel giorno dello sciopero generale