Nelle carceri, secondo i dati aggiornati a ieri dal report ministeriale gestione Coronavirus, siamo a circa 4.300 positivi tra personale penitenziario (1.646) e detenuti (2.625) rispetto ai 2.300 complessivi del 7 gennaio quando i detenuti positivi erano 1500.
Secondo l’associazione Antigone “la variante Omicron ha portato ad un’impennata dei contagi anche in carcere, dove la popolazione detenuta non ha ancora ricevuto nella sua interezza la terza dose del vaccino – va ricordato che i detenuti, alla partenza della campagna vaccinale furono inseriti tra le categorie prioritarie – e la cui situazione di salute, in molti casi, non è ottimale a causa di patologie pregresse”.
A questo quadro “si aggiungono le informazioni che arrivano da alcuni istituti, dove pare sia saltata la possibilità di separare positivi e negativi per l’assenza di spazi dove spostare proprio chi risulta contagiato. Inoltre, in altri casi, pare che le direzioni abbiano smesso di fornire mascherine nuove ai reclusi”. Per Antigone, “aumenta la preoccupazione, anche a fronte di un numero di persone ristrette che, dopo il calo registrato allo scoppio della pandemia, ha ripreso lentamente a salire fino a tornare stabilmente sopra 54 mila, a fronte di una capienza ufficiale di 50 mila posti (ma quella effettiva sappiamo essere inferiore per via di reparti chiusi o in ristrutturazione). Dall’inizio dell’anno vanno segnalati anche tre suicidi: a Salerno, Vibo Valentia e Foggia.
Proprio oggi la ministra Cartabia parlando della questione ha dichiarato “Più grave tra i problemi è il sovraffollamento, ormai al 114%. È una condizione che esaspera il rapporto tra detenuti e rende gravoso il lavoro degli operatori penitenziari”
Alessio Scandurra Osservatorio Nazionale Sulle Condizioni Di Detenzione dell’Associazione Antigone Ascolta o scarica
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