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Basta mancette, reddito per tutt_ subito!

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Nell’ennesimo discorso a reti unificate di Conte, parte integrante della torsione comunicativa “da stato di guerra” dello Stato insieme ai quotidiani bollettini sui decessi di Borrelli, abbiamo assistito all’ennesima presa in giro dal fronte istituzionale.

Di fatto la soluzione trovata da Conte e Gualtieri alle prime insorgenze sociali di chi non ha più risorse è una mancetta. Una pure e semplice mancetta. La quale verrà erogata sotto forma di buoni spesa dai comuni e dagli enti del terzo settore, per un totale di 400 milioni messi a disposizione. Gli altri 4,3 miliardi altro non sono che una anticipazione di soldi che già sarebbero stati stanziati a maggio ai Comuni.

Gli aiuti annunciati non agiscono in maniera strutturale sui problemi delle fasce di popolazione messe in ginocchio dalle ricadute del Covid-19 sull’economia, ma cercano solo di placare la rabbia sociale che ha iniziato a manifestarsi nelle ultime ore. Una mancetta che, va ricordato, tra l’altro è il contraltare dei reparti celere che vengono spediti a presidiare i supermercati. 

In sintesi, nessun provvedimento reale per chi è escluso dall’apertura della cassa integrazione o dalla già ristretta platea di chi poteva ricevere i 600 euro per il mese di marzo. E per aprile, oltre alla volontà tutta retorica di allargare la platea, ancora nessun fatto concreto, ma solo chiacchiere giornalistiche. 

Staremo a vedere se la necessità di “non lasciare indietro nessuno” si tradurrà allo stesso modo di come si è tradotto lo stop alla produzione non essenziale. Ovvero, in gran parte, nel nulla di fatto.

La realtà è che una mancetta transitoria non potrà frenare sul lungo periodo quella che sarà una ricaduta devastante del Covid-19 sulla tenuta economica di gran parte della popolazione. Senza una redistribuzione continua e radicale della ricchezza, che parta anche dal mettere in discussione l’intoccabilità dei grandi patrimoni, siamo di fronte a un semplice pannicello caldo.

Di conseguenza la rivendicazione di una forma di reddito universale slegato dal lavoro, sia nella attuale contingenza sia nei prossimi tempi, deve necessariamente rimanere l’orizzonte politico su cui misurarsi. Evitando di ripiegare da soli su una mediazione al ribasso, pretendendo di più delle briciole che vogliono darci.

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