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Vertice tav in prefettura… Maroni “l’ottimista”

Questa mattina mercoledì 8 giugno si è svolto a Torino l’incontro del comitato provinciale per la sicurezza. Presenti al tavolo i vertici delle forze dell’ordine, il vice capo della polizia Izzo, il ministro dell’interno Maroni, le istituzioni locali (per la provincia Saitta PD, per la regione Cota Lega Nord, il sindaco di Torino Fassino PD) e ovviamente l’immancabile commissario tav Virano. All’ordine del giorno la vicenda tav a Chiomonte con la mancata apertura dei cantieri prevista già per fine maggio. Esclusi a priori dal tavolo i vertici istituzionali locali nella persona del presidente della comunità montana val di Susa e Sangone Sandro Plano, contrario all’opera ma unico vero riferimento istituzionale per  i territori interessati dall’opera. Le dichiarazioni finali sono per voce del ministro Maroni che si dichiara ottimista sulla tempistica di aperutra del cantiere ma preoccupato dei costi dell’operazione. Restano delusi i fans dell’elmetto che da giorni, Pd in testa invocavano l’uso dell’esercito per mettere in sicurezza il sito di Chiomonte. L’intera operazione ha assicurato il ministro verrà gestita dalle forze di polizia di cui non verrà fatto risparmio. Punto debole però i costi della sicurezza che, prosegue Maroni, rischiano di diventare superiori al costo dell’opera. Se appunto un’opera non è voluta dalla popolazione il costo per imporla con la forza rischia di diventare superiore al costo reale del costruirla. Il movimento ovviamente non si tira indietro ed è pronto ad affrontare uno schieramento di polizia che a quanto emerge sarà ricordato negli anni. Cambiano le divise ma la militarizzazione sarà in ogni caso inevitabile portando in una valle di 30000 abitanti un contingente di polizia superiore ai mille uomini (queste le voci trapelate). Rapporto che si impenna se avvicinato ai 1011 abitanti del comune di Chiomonte. Se questo sarà il presidio delle forze dell’ordine citato da Maroni alcune domande sarà automatico porsele. Restano così a bocca asciutta i fans della tav capeggiati dal PD che volevano alpini e chissa cosa altro ad invadere la val di Susa. Un’ultima ma meno importante considerazione e monito dal movimento no tav vogliamo farla. Qualsiasi scenario si aprirà nei prossimi giorni in val di Susa il mandante politico e reale è il ministro Maroni, seduto sulla poltrona romana grazie allo slogan PADRONI A CASA NOSTRA tanto caro alla lega nord di cui è fiero rappresentante. La val di Susa, valle alpina del nord sarà un banco di prova difficile per la Lega di Bossi e molte contraddizioni verranno a galla. Per il momento dalla val di Susa è tutto, ricordando ai legionari romani che QUI LA PAURA NON E’ DI CASA.

da notav.info

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