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Cile, stop alla costruzione di centrali idroelettriche

L’immenso progetto avrebbe distrutto ettari di territorio incontaminato. Soddisfazione per le organizzazioni ambientaliste. L’italiana Enel perde il primo tempo della partita.Stop alla costruzione di cinque centrali idroelettriche. Questa la decisione del tribunale di Puerto Montt, che ha detto no ed ha bloccato a tutti gli effetti la nascita del megaprogetto idroelettrico HidroAysen in Patagonia.

La corte, dunque, prende tempo e si riserva di indagare e verificare in ogni suo aspetto quello che è stato il percorso che ha portato all’approvazione del progetto, con il benestare del presidente Pinera, nel maggio scorso. 

Dunque, una vittoria per le associazioni degli ambientalisti che da sempre avevano combattuto questo progetto da 3 miliardi di dollari (ma che probabilmente in corso d’opera diverranno quasi 7), che vedeva impegnata anche l’italiana Enel.

Nei mesi scorsi il movimento che si era creato contro il progetto aveva manifestato molto spesso e in alcuni casi erano scoppiati violenti tafferugli con le forze dell’ordine.

Il mega progetto idroelettrico prevedeva la costruzione di tre centrali nei pressi del fiume Pascua e di altre due nelle aree circostanti il fiume Baker. Entrambi i corsi d’acqua sfociano nell’oceano Pacifico. Un guaio per gli ambientalisti che dal primo istante hanno guardato con occhio critico il progetto, a loro avviso pericoloso per la natura e per la normale vita dell’ecosistema. E se consideriamo che la Patagonia è una meta turistica molto battuta negli ultimi anni, si può ben intendere che sarebbe stato causato del danno anche all’industria del turismo.

Comprensibile la reazione di HidroAysen che al contrario delle organizzazioni ambientaliste ritiene il progetto “affidabile” e in grado di produrre energia in modo “ecologicamente sostenibile”.

“Tutto questo è normale – dice Mario Galindo, legale del consorzio idroelettrico – la decisione dei giudici si limita a chiedere nuove analisi ambientali per consentire il progetto che in ogni caso verrà portato avanti” conclude l’avvocato.

HidroAysen, composto dalla cilena Empresa Nacional de Electricidad e dalla Endesa, azienda spagnola controllata dall’Enel era un progetto ambizioso che secondo i suoi padri sarebbe stato capace di generare 2,75 gigawat di potenza, all’incirca il 20 percento della totale capacità energetica del Paese.

Tutto vero ma per arrivare a questo sarebbe stato necessario allagare una fetta di territorio grande circa 6mila ettari e sarebbero stati distrutti altri 2mila ettari di foresta incontaminata.

Il megaprogetto ha avuto da subito l’appoggio dell’amministrazione di Sebastian Pinsera che ha voluto supportare l’iniziativa perché il Paese ha bisogno di cercare nuove fonti di energia che possano soddisfare i bisogni della popolazione e dell’industria cilena.

La costruzione del polo idroelettrico secondo alcuni sondaggi non piaceva al 61 per cento della popolazione. Ci sono due conferme in questa vicenda. La prima è che i movimenti ambientalisti con i loro ricorsi e le manifestazioni hanno ottenuto una vittoria vera. La seconda è che questo risultato riguarda solo il primo tempo della partita che certo l’italiana Enel non ha nessuna intenzione di perdere.

Alessandro Grandi per PeaceReporter

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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