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Centocelle: è guerra tra mondi

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Diffondiamo un contributo pubblicato da Levante – Testate dal basso, all’indomani della seconda passeggiata in difesa del quartiere che ha visto ancora una volta migliaia di persone illuminare e attraversare il quartiere di Centocelle. Il contributo è stato scritto da un abitante del quartiere che prova a dare una lettura della complessa e grave situazione di Roma Est.

E siamo a quattro. Il 25 aprile prende fuoco la Pecora Elettrica, poi è stata la volta della Pinzeria di via delle Palme quasi un mese fa, proprio di fronte alla libreria-caffè. Il 6 novembre si riaccende la Pecora elettrica e dopo pochi giorni è stato dato fuoco al Baraka Bistrot in via dei Ciclimini.
Siamo a 4 incendi dolosi nel giro di pochi mesi.

Dopo il secondo incendio della libreria che ha numerosi aficionados nel mondo della sinistra, la risposta del quartiere è stata importante. E’ stato organizzato in quattro e quattrotto un corteo di migliaia di persone che hanno sfilato da Piazza dei Mirti a via Federico Delpino. Lo slogan di apertura recitava: “Combatti la paura! Difendi il tuo quartiere!”. Quando qualcuno ha avuto l’idea di usare i cellulari per farne delle piccole luci da alzare in alto come se fossero migliaia di piccole fiaccole, Centocelle si è illuminata tutta: un quartiere vivo, bullicante, straripante, troppo e tutto insieme.

Sembrava una di quelle manifestazioni contro le vittime di mafia e tanti interventi e slogan la nominavano, così proprio così, un quartiere contro la mafia. Ma cos’è la mafia? Cos’è il fascismo? Altro nemico nominato ad Aprile perchè non potevano essere che loro…Loro chi? I fascisti, se incendiano una libreria antifascista il 25 aprile…. Chi se no?

Cosa succede a Centocelle?

Bella domanda. Ma una cosa è certa, fino a chè non prende fuoco qualcosa nessuno vede. Centocelle è un quartiere che si sta trasformando ad una velocità mai vista. Perfino per distruggere il Pigneto e San Lorenzo ci sono voluti decenni. Il quartiere delle piante e dei fiori, il quartiere dei tossici di eroina degli anni ’80, il quartiere degli immigrati di fine anni ’90, il quartiere con la moschea più grande di Roma, quel quartiere si sta trasformando repentinamente. E c’è un mondo che è sempre stato lì e che nessuno ha mai visto e nominato perchè Centocelle era periferia e quello che succede in periferia non è importante, perchè ora assume importanza? Adesso che dimostra segni di rigidità, gravi molto gravi, come gli incendi dolosi degli ultimi mesi, tutti si accorgono di Centocelle. In primis le vittime di questi incendi, i commercianti sbarcati dai mondi saturi della movida per eccelenza.

Ma cosa guardare?

Possiamo guardare in superficie o inoltrarci in profondità e osservare che oggi ci sono due mondi che si scontrano e uno di questi è evidentemente più forte e fa paura. Possiamo andare in profondità e vedere che le istituzioni, in fondo, hanno tutto da guadagnarci perchè come è successo e succede sempre, hanno la possibilità di dispiegare il loro controllo sul territorio con un consenso diffuso attorno. Possiamo andare in profondità e vedere che la logica predatoria con cui siamo abituati ad agire nel nostro quotidiano si dispiega su più livelli e questo è uno di quelli più eclatanti. Ma ne potremmo nominare a bizzeffe di episodi che rimandano a tale logica, negli ultimi anni, che hanno attraversato i nostri quartieri senza scomodare ogni volta il fascismo o le mafie. Potremmo nominare la Tor Sapienza (2015) dell’assalto al Centro di accoglienza, Tiburtino Terzo (2017) idem, la Valle Aurelia (2016) degli assalti al campo rom, la Tor Pignattara dell’omicido di un ragazzo Pakistano, Ostia (2018), Torre Maura (2018), Centocelle (2019).2019 11 14 centocelle 2 mondi2

Voi dite che stiamo parlando di cose diverse? Sicuramente, i fatti, i soggetti, le dinamiche sono diverse ma la logica è la stessa.

Potremmo guardare in profondità e osservare che a prescindere dal ruolo che ogni soggetto ha in questa storia, ci vogliono educare a richiedere la mediazione e l’intervento di quello stesso soggetto che crea e decide che la logica predatoria è l’unica natura delle relazioni che ci sta tra gli esseri umani, nelle relazioni, nei rapporti di amicizia, nei rapporti di vicinato, nel quartiere, nel mondo. Gli spazi dove questi si incontrano vengono spenti: le piazze, le strade, i circoli, gli spazi sociali, i consultori, i presidi medici di base, le scuole, le biblioteche e rimane una pattuglia per chiedere aiuto. Ci sta Stefano Cucchi a due passi da qui. Lì, a Tor Pignattara, che ci ricorda cosa vuol dire sicurezza, quel tipo di sicurezza che ci vogliono proporre.

Ora, chi incendia i locali a Centocelle è il prodotto di una città predatoria. Il prodotto più meschino. La domanda che ci dovremmo porre alla luce di queste considerazioni è: cosa vuol dire veramente occuparsi del proprio quartiere?

Nessuno ha la soluzione. Ma chi ha detto che siamo in cerca di una?

Intanto guardare in faccia, dritto negli occhi dove viviamo può essere un grande salto di consapevolezza.

difendi il quartiere roma est copia

 

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