InfoAut
Immagine di copertina per il post

Beppe Grillo, il gatto che mangiò se stesso?

Il movimento fondato da Beppe Grillo è infatti cresciuto, e con forza elettorale grazie potere carismatico emanato dal suo fondatore. Un potere carismatico generato nel campo di forza dello spettacolo, eccezionale rispetto alla tradizione politica (in questo caso il “nè di destra nè di sinistra” è il modo non originale ma sicuramente dirompente con il quale il M5S si è differenziato dalla tradizione). Ma proprio questa crescita tanto più, a causa del successo, ha imposto l’uscita dal terreno del puro spettacolo tanto più ha generato serie sconfitte politiche. E qui possiamo individuare quattro ragioni legate a sapere, potere, comunicazione e tessuto economico della società. Vediamo in estrema sintesi

SAPERE

Il linguaggio della politica, ancora oggi, parla di “rapporti di forza” pensando che essere numerosi, e moralmente legittimati, automaticamente generi degli effetti. Non è così: le nostre sono società si strutturano secondo continue successioni di equilibri e confitti altamente complessi, non a caso sono società tecnologiche, dove la forza, quella duratura, si annida solo in saperi estremamente sofisticati (e per questo, potenti). Il movimento a 5 stelle si è invece caratterizzato per generare una leva politica, e culturale, altamente inesperta. Causa anche la degradazione del sapere politico di massa delle società post-industriali, si tratta di una leva che ha mancato un elemento fondamentale per la propria stabilizzazione: la capacità di generare quei saperi di acculturazione di massa necessari per fare stabilmente politica in grandi numeri. All’inizio del ‘900 nelle scuole operaie si facevano lotte e ci si alfabetizzava leggendo anche Hegel. Nel M5S abbiamo dirigenti politici che più di una ampia collezione di click, e di titoli ottenuti del declinante diplomificio italiano, non hanno fatto. E non è che nelle commissioni comunali, regionali o del parlamento si impari più di tanto (a parte le procedure). La mancanza di sapere necessario, assieme all’incapacità di generarlo, per incidere in una società altamente complessa è stato quindi una delle ragioni per cui il M5S ha subito un brusco stop. È un problema di tutti i movimenti, anche più a sinistra, ma per il M5S la questione, quando si è stati ad un passo dal potere, è tanto più stringente. Il sapere è potere, e potenza, e senza quel potere, e quella potenza, non si aprono le porte della politica, quella vera. Resta solo lo spettacolo della denuncia. Spettacolo sottoposto alle mutevoli leggi dell’intrattenimento.

POTERE

Tutte le organizzazioni di massa, nei decenni precedenti, che non siano stati semplici cartelli elettorati hanno vissuto di un equilibrio tra due componenti: potere carismatico e potere di massa diffuso. Il M5S ha radicalizzato entrambe le componenti: quello carismatico, proveniente dallo spettacolo e sostanzialmente indiscusso, di Grillo e quello della democrazia assembleare, istantanea, di base e di rete. Nel M5S abbiano così visto il continuo conflitto tra potere carismatico (di Grillo), democrazia di base (delle reti di attivisti e “quadri”) e rete (con uso di quest’ultima, e delle regole che genera, come chiave risolutiva di ogni conflitto. E’ finita che ne ha generati di ulteriori). Il tentativo di mettere a norma il potere eccezionale (in senso antropologico) di Grillo da parte dela rete di attivisti e quadri, e quello di Grillo nel perperturare il non voler percepire limiti (se non quelli che pensa di essersi dato) alla propria natura, ha così generato una impasse fortissima nel M5S. Ma si tratta di qualcosa che era già presente, nel movimento 5 Stelle, prima della vittoria a Parma. Ai primi veri stop elettorali tutto questo è riemerso. C’è anche un’altra questione: le reti sociali, professionali, i mondi intermedi reali e possibili che hanno votato il M5S sono tenuti lontani da tutto questo. Il M5S del 2013 è il primo partito operaio d’Italia. Si vede presenza operaia grillina nelle mobilitazioni sull’articolo 18? Allo stesso tempo il movimento 5 stelle del 2013 è stato il primo partito della piccola e media industria. Pochissima rappresentanza politica visibile anche di tutto questo mondo, nonostante le intenzioni. Ecco così l’effetto frammentazione di poteri: carisma, quadri, rete, mondi intermedi, strati sociali. Tutto entra in una dinamica centrifuga. Qui probabilmente ha fatto grosso difetto l’engineering organizzativo del gruppo Casaleggio. La logica da start-up visionaria, esclusiva e aggressiva con la quale è stata delineata l’organizzazzione M5S, secondo Casaleggio, male si adatta alla dimensione del potere delle attuali società di massa. E qui fa bene scoprire che le logiche organizzative di impresa, anche innovativa, si adattano davvero poco all’organizzazione sociale.

COMUNICAZIONE

Beppe Grillo rappresenta una enorme lezione, per certi versi maggiore rispetto a quella rappresentata da Berlusconi, su come distribuire la comunicazione politica nelle società europee post-industriali. Un accumulo originario di spettacolo televisivo generalista, teatrale unito alla comunicazione di rete. Si è ben capito, specie negli ultimi due anni, che questo accumulo rappresenta un potere denotatore enorme rispetto ad assetti di potere di una società neoliberista in crisi. Una volta però finita la fase esplosiva, o quando è necessario un momento di riaccumolo per nuove esplosioni, non basta certo la comunicazione attorno ad una persona. Per quanto questo potere sia carismatico. Berlusconi per tutto questo si è servito del più importante impero editoriale italiano dell’ultimo quarto di secolo. Ma Grillo, più semplicemente, non ha insegnato come si fa a comunicare al proprio movimento. I risultati stanno nella netta distinzione tra chi parla come un manuale di educazione civica al resto della società e chi lo fa secondo i ritmi dello spettacolo. Tra chi costruisce il verbo e chi ha la funzione di accompagnarlo c’è uno scarto comunicativo, e di capacità di fare media, enorme. Anche la distinzione simbolica tra Grillo (figura antropologicamente eccezionale) e i sui parlamentari (figure antropologiche della normalità) non favorisce processi ricchi, sia sul piano tecnico che dei contenuti, di comunicazione.

La capacità di comunicare, senza scomodare dei classicissimi, è potere di connessione sociale. Quando il potere carismatico non comunica, non è crisi dell’uno ma crisi di un potere di connessione sociale. E se non c’è un dispositivo di sostituzione del potere carismatico, che non è mai continuo, la connessione sociale di un movimento finisce per evaporare.

TESSUTO ECONOMICO DELLA SOCIETÀ

Dovrebbe aiutare a capire qualcosa il fatto che i partiti pigliatutto (catch-all-parties) tipici della comunicazione politica all’americana sono “nè di destra nè di sinistra” giusto nel momento elettorale. Successivamente, una volta ottenuto il potere, svoltano verso destra. Verso cioè quel dispositivo di potere proprietario che ne valorizza le caratteristiche dei promotori (figure singole, carismatiche, eccezionali legate ad una organizzazione elettorale). Questo perché la distinzione destra-sinistra non è tanto qualcosa di genericamente culturale ma attraversa la faglia di antropologia economica che divide in due le nostre società. Infatti quando prevalgono i rapporti di proprietà una società si struttura a destra. Quando economicamente tende a riprodursi secondo un tessuto di redistribuzione della ricchezza è maggiormente egualitario, con distinzioni sociali meno stridenti, la società si struttura a sinistra. Il movimento 5 stelle si è dato una logica decisionale random (optare, di volta in volta, per decisioni politiche di destra o di sinistra a seconda di criteri di concretezza) e “non ideologica” proprio nel momento sbagliato. Ovvero quello in cui la struttura proprietaria della società (dalla impresa multinazionale alla Pmi) si ristruttura anche a costo (perchè economicamente è sempre un costo) di liquidare quella egualitaria. Generando sia forti tensioni sociali che persino impoverimento economico. Per questo essere “né di destra né di sinistra”, al di fuori del momento elettorale, è un nonsenso. Perchè la struttura proprietaria della società sta impoverendo quella che riproduce tessuto egualitario di redistribuzione entro una crisi epocale. Per cui il M5S si trova ad appoggiare politiche che, assieme, non possono tenersi: sia la logica dei tagli, dietro la parola d’ordine della “riduzione degli sprechi”, che il reddito di cittadinanza; sia la protezione del lavoro che quella delle PMI che questa protezione negano. Per non parlare dell’assenza di una logica globale di pensabilità dei problemi, la re-italianizzazione della politica, sia nel linguaggio che nelle scadenze, che non aiuta a innovare proprio in Italia. Prova ne sono le parole in libertà di un deputato M5S sull’Isis ma anche, ad esempio, una visione critica dell’euro, condivisibile in molti tratti, che non sa vedere il continente se non in una dimensione, oggi economicamente impronibile proprio in senso post-capitalista, di piccole patrie.

Da un punto di vista non legato a logiche di schieramento, non fa male definire populista il movimento di Grillo. Proprio come il People’s party americano, a cavallo tra ‘800 e ‘900, è un movimento di risposta ad un grave esercizio dell’egemonia del capitale finanziario sulle nostre società. Lo ha fatto sia utilizzando fattori conservatori della società che elementi felicamente innovativi. Poi, come vediamo, la crisi. Ed ora?

La crisi non sarà fine ma trasformazione nel M5S se prevaranno il distacco dell’autoreferenzialità e dall’idea di autosufficienza. Il Movimento 5 Stelle è stato un ottimo detonatore politico. E può esserlo anche in futuro. Ma non è l’unica opposizione antiliberista in Italia. Elettoralmente non arriverà mai al 51 per cento e non rappresenta nè il complesso nè il baricentro della società italiana. Dal punto di vista M5S da queste considerazioni sono eresia, altro che Savonarola. Ma, la storia è piena di esempi del genere, ci sono partiti di massa che, sapendo dove erano veramente finiti hanno saputo adattarsi, mutare e fare lunghe marce. Come quel partito che si è inventata la metafora dell’indifferenza del colore del gatto nel momento in cui si necessita di un felino per mangiare il topo. Certo la situazione è quella in cui il gatto, in questo caso Beppe Grillo, rischia di mangiare sé stesso. Il M5S infatti o fa una potente svolta culturale o rischia, nemmeno tanto lentamente, una autoestinzione. Oppure rischia di finire in pasto ai piranha dei mass media generalisti che non attendono altro. I grandi poteri costituiti hanno sempre fame di Savonarola. Di qualsiasi religione siano e qualsiasi confine, incautamente, valichino.

Per Senza Soste, Nique La Police

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Raffaele Sciortino – L’imperialismo nell’era Trump. Usa, Cina e le catene del caos globale

Che cos’è l’imperialismo oggi, nell’era di Trump? da Kamo Modena Non è una domanda scontata, né una mera speculazione teorica; al contrario, siamo convinti che sia un nodo fondamentale, tanto per chi vuole comprendere il mondo, quanto per chi mira a trasformarlo – partendo, ancora una volta, da dove si è, da dove si è […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dal margine al centro: ripensare il/i Sud tra giustizia sociale e territoriale

Parlare del margine, per Jacques Derrida, significa, in realtà, parlare del centro.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I Costi Planetari dell’Intelligenza Artificiale

“Artificial Intelligence is neither artificial nor intelligent.” – Kate Crawford, Atlas of AI

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mimmo Porcaro – L’Italia al fronte. Destre globali e conflitto sociale nell’era Trump

La tendenza alla guerra delle società capitalistiche è diventato un fatto innegabile, lo vediamo sempre più concretamente; ed è una dinamica che arriva a toccarci sempre più direttamente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Los Angeles, o la fine dell’assimilazione

“Non è nostro compito inventare strategie che potrebbero permettere al Partito dell’Ordine di respingere il diluvio. Il nostro compito è piuttosto quello di individuare quali compiti necessari ci vengono assegnati giorno per giorno, quali forze di creatività, determinazione e solidarietà vengono chiamate in causa, e quali forme di azione appaiono ora ovvie a tutti.”

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’autunno braudeliano dell’America

Riprendiamo dal sito Phenomenalword questo interessante contributo sulle antinomie della Trumpeconomics a cura di Di Benjamin Braun (Assistant Professor of Political Economy, LSE), Cédric  Durand (Professor of Political Economy, University of Geneva).  Fazioni del capitale nella seconda amministrazione Trump. Secondo lo storico Fernand  Braudel, il declino egemonico è storicamente accompagnato dalla finanziarizzazione. Di fronte a una […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

TRUMP II: La guerra commerciale si fa globale. 

Riprendiamo e traduciamo il contribuito che i compagni di Chuang hanno dato al neonato progetto editoriale “Heatwave”.  Buona lettura. In questo primo contributo al nuovo progetto Heatwave, rispondiamo alle domande di questo collettivo sull’impatto globale delle ultime ondate di dazi americani. La panoramica completa di questa inchiesta può essere letta sul loro sito web, insieme […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“I padroni del mondo:come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”

Venerdì 6 giugno presso il CSOA Askatasuna alle ore 19.30 si terrà insieme all’autore Alessandro Volpi la presentazione del libro “I padroni del mondo: come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024).  D’accordo con l’autore pubblichiamo l’introduzione del libro. Mappe. Esiste un legame evidente fra l’idea che serva una continua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il posto di Hamas (e di chi chi seguirà o precede) in Palestina

Qualche precisazione sul ruolo del movimento, all’interno di una più ampia cornice di lotta anticoloniale di Lorenzo Forlani, da lorenzoforlani.substack.com Mi sembra sia arrivato il momento, o forse non ha mai smesso di esserlo. Vogliamo parlare di Hamas? E parliamo di Hamas, una volta per tutte, tentando di scrollarci di dosso paranoie, tensioni mai sopite, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Vicenza: in mille in strada per difendere i boschi dal TAV

Un migliaio di persone sabato 12 luglio hanno partecipato alla manifestazione per la difesa del bosco di Ca’ Alte e della città, dopo lo sgombero dell’area lungo l’argine avvenuto nei giorni precedenti. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea regionale a Mazzé “Noi siamo sicuri che dire no alla guerra deve significare il ricomporre le lotte: le lotte ambientali con le lotte operaie, con le lotte di tipo sociale”

Pubblichiamo alcuni materiali a caldo in merito all’Assemblea Regionale di Confluenza dal titolo “IL DESTINO DELL’AGRICOLTURA E DEL SUOLO IN PIEMONTE: TRA AGRI-FOTOVOLTAICO E NUCLEARE”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino: Stefano, Jacopino e Pietro finalmente liberi! Aggravamento delle misure per Sara.

Le misure cautelari per i giovani arrestati a seguito della manifestazione in solidarietà a Ramy Elgaml di gennaio scorso a Torino erano scattate dopo pochi mesi e avevano visto quattro arresti domiciliari e quattro obblighi di firma.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Spagna. Sei attiviste condannate a tre anni di carcere, insorgono i sindacati

Cinque attiviste e un attivista sindacali sono entrati nel carcere di Villabona per scontare una condanna a tre anni e mezzo di reclusione. È accaduto ieri a Gijon, nella regione settentrionale spagnola delle Asturie.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Raccolta solidale per spese legali maxi-processo No Tav

Nel 2011 la popolazione valsusina fu in grado di costruire una mobilitazione territoriale e nazionale contro l’apertura del cantiere dell’alta velocità a Chiomonte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Che ci fanno dei soldati israeliani nelle scuole del Chiapas?

Questi giovani (tutti ex soldati) entrano nelle scuole pubbliche locali attraverso una associazione di “volontari” chiamata in inglese “Heroes for life” e più esplicitamente in ebraico “Combattenti senza frontiere” con il fine dichiarato di “dare un’altra immagine al mondo delle IDF”.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Maturità: Valditara vergogna!

Il ministro Valditara non ha perso neanche un’ora per risparmiarsi una sua solita uscita contro chi prova a esprimere il dissenso dentro la scuola.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Top 10 dei giganti dell’agribusiness: la concentrazione delle corporations del food & farming nel 2025

La pubblicazione del 2022 dell’ ETC Group “Food Barons” ha messo in luce la crescente concentrazione del potere delle multinazionali nel sistema alimentare industriale.1  di ETC Group & GRAIN, da ECOR Network Ha documentato l’aumento di fusioni e acquisizioni, la crescente influenza del capitale finanziario e la penetrazione della digitalizzazione e di altre tecnologie dirompenti […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Napoli: scarcerati Angelo e Mimì. Andranno a processo il 12 ottobre. Decine di presidi in tutta Italia

Con le nuove norme introdotte dal governo i due imputati rischiano pene importanti in particolare per l’accusa di resistenza aggravata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obbligazioni di guerra a sostegno di Israele

Un’indagine rivela che sette sottoscrittori di “obbligazioni di guerra” sono stati determinanti nel consentire l’assalto di Israele a Gaza.  Dal 7 ottobre 2023 le banche hanno sottoscritto obbligazioni emesse dal governo israeliano per un valore di 19,4 miliardi di dollari. di BankTrack, PAX e Profundo (*), da La Bottega del Barbieri Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo […]