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Tutta Italia in piazza contro la Buona Scuola. La polizia manganella

Oggi giornata di mobilitazione in tutta Italia contro la riforma detta della “buona scuola” approvata dal governo Renzi. Migliaia gli studenti e i docenti in piazza che hanno mandato un messaggio chiaro ai piani alti, dove si pensava di essere riusciti a far passare la pillola dell’ennesima riforma che, dietro la foglia di fico del rafforzamento dell’autonomia scolastica, continua lo smantellamento della scuola pubblica e la messa al lavoro gratuita degli studenti attraverso l’aumento dei tirocinii non retribuiti (a riprova che in Italia più che mancare il lavoro sembra che manchi la voglia di pagarlo…).

A Roma più di duemila studenti, convocati dai collettivi autorganizzati, si sono ritrovati a Piramide per partire in corteo verso il ministero dell’istruzione dove hanno raggiunto i docenti del sindacato COBAS. Vista la partecipazione massiccia il corteo ha proseguito verso Montecitorio per portare la protesta sotto le finestre dei responsabili delle scellerate politiche di governo. Durante il corteo è stata sanzionata Feltrinelli, il colosso dell’editoria tra i responsabili del caro-libri che pesa su tante famiglie. Finito il corteo gli studenti hanno deciso di terminare con un’assemblea al Pantheon per discutere su come proseguire la lotta. Un’iniziativa che la polizia politica, la DIGOS, ha cercato di impedire in tutti i modi facendo schierare la celere. Dopo qualche momento di tensione e spintoni da parte degli agenti, gli studenti sono riusciti a guadagnarsi il Pantheon e la possibilità di riunirsi in assemblea.

 

A Napoli 10’000 persone tra studenti e docenti si sono ritrovate in piazza del Gesù per sfilare in corteo per le vie della città. Al tentativo di raggiungere Confidustria, tra le principali promotrici della riforma della scuola targata Renzi, la polizia ha reagito con una violenta carica (come si vede dalla immagini a fondo articolo e nel video che segue). Calci e manganellate, due studenti arrestati e tre feriti di cui uno finito all’ospedale con i denti fracassati dalla celere. Un migliaio di studenti si sono poi spostati verso la questura, bloccando il traffico per chiedere il rilascio dei fermati. Per domattina alle ore 10 è stata convocata una conferenza stampa all’Ex OPG “Je so’ pazzo” per mostrare in che modo sono andati i fatti, mostrando video e foto della giornata e rilanciare la mobilitazione. 

A Torino un migliaio di studenti si è dato appuntamento in Piazza Arbarello. Presenti studenti dai licei e degli istituti professionali; alcuni di questi si sono mossi in corteo selvaggio partendo dalle scuole per raggiungere il concentramento in piazza. Dopo aver dribblato la polizia, presente in forze, il corteo è partito determinato verso la sede torinese del MIUR (il ministero dell’Istruzione) che è stata bersagliata con un fitto lancio di uova marce. Il corteo si è poi diretto verso il centro provando a raggiungere la Mole Antonelliana ma si è trovato davanti un importante dispiegamento di polizia. Ci si è quindi diretti verso la sedi della RAI che è stata anch’essa sanzionata visto il ruolo scandaloso di propaganda a senso unico in favore della “Buona Scuola” giocata dalla televisione pubblica negli ultimi mesi. Il corteo si è poi diretto verso il deposito della GTT, l’azienda dei trasporti pubblici torinesi, occupato per una mezz’ora per protestare contro il caro-trasporti che pesa sempre di più sui giovani. Infine, studenti e professori si sono diretti verso il campus universitario Einaudi per un’assemblea.

 

A Milano quasi 4’000 tra studenti, precari della scuola e professori sono partiti da largo Cairoli per dirigersi verso il Pirellone. Arrivati a via Pola, sotto l’Ufficio scolastico regionale della regione Lombardia, il corteo si è trovato a fronteggiare un ingente schieramento di polizia con blindati e agenti in assetto anti-sommossa. È partita una violenta carica che ha fatto sei feriti tra i manifestanti, di cui un professore evacuato in ambulanza. Il corteo si è concluso con un’assemblea tra studenti e professori per decidere come proseguire le mobilitazioni.

 

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