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Potabile per decreto

La denuncia dell’Isde: “Acqua contaminata potabile per decreto”

Come accade ormai da decenni nel mondo che prescrive di “imparare a vivere con le nocività” la tossicità/velenosità di un alimento, di una merce o del sito in cui si vive varia a seconda dei parametri che “esperti” fissano come limite oltre cui non si può essere esposti. Il problema è sempre lo stesso: chi decide del grado di veleno che un corpo/ambiente può tollerare senza essere messo seriamente in pericolo? Quali controlli effettivi sulla sfere impenetrabili che decidono su questioni tanto delicate e dalle conseguenze difficilmente calcolabili? La questione eè vecchia e riguarda il nodo dei rapporti tra Potere, Scienza e sua (non) neutralità.

Gli interrogativi tornano a galla in questi giorni, relativamente alla potabilità dell’acqua, bene comune quanto mai essenziale alla sopravvivenza quotidiana. Anche per l’acqua, vale la stessa logica messa in opera per le radiazioni, i fumi tossici, gli inceneritori che ci accendono a pochi chilometri dalle città, ecc.

La normativa che regola la potabilità delle acque potrebbe presto diventare meno restrittiva. Le modifiche al Decreto legislativo 31/2001 – riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano –, proposte dallo schema di decreto messo a punto dai ministeri della Salute e dell’Ambiente, consentirebbero infatti “di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene”. Questo l’allarme lanciato dall’Isde (International Society of Doctors for the Environment)-Italia.

Secondo quanto denuncia la dottoressa Antonella Litta, referente dell’Isde per l’Italia, viene inserita una cosiddetta soglia di sicurezza (1mg/l) per una sostanza che non dovrebbe in alcun modo essere presente nell’acqua potabile. Perché la microcistina è una sostanza classificata dall’Iarc, l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, come cancerogeno di classe “2B”. Si tratterebbe, secondo la dottoressa Litta, di “un apripista all’azione di cancerogeni più aggressivi ed anche un interferente endocrino”, in grado cioè di alterare il sistema ormonale. Inoltre, non essendo termolabili, resistendo cioè alle alte temperature, le microcistine vengono assunte dall’organismo umano anche attraverso i cibi cotti con l’acqua contaminata, oltreché con gli ortaggi (innaffiati) e naturalmente i pesci.

Nei giorni scorsi all’appello lanciato dall’Isde, affinché quello schema di decreto venga rigettato dalla Commissione Europea si è unito anche il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. “Essendo impegnati da anni per il diritto all’acqua pubblica e di qualità, riteniamo assolutamente irresponsabile intervenire sulla normativa attuale modificandola in modo peggiorativo”, si legge nella nota diffusa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

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