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New Jersey, i tribunali si affidano agli algoritmi

La libertà su cauzione è una misura che è sempre andata a discapito della popolazione povera, infatti persone accusate di reati lievi sono costrette ad aspettare per mesi il processo in carcere non potendosi permettere nemmeno cauzioni relativamente modeste.

L’idea è che il nuovo sistema di valutazione del rischio, chiamato Public Safety Assessment, possa valutare in maniera neutrale e senza pregiudizi la possibilità di scarcerare le persone in attesa di giudizio. Questo sistema elabora i dati di circa un milione e mezzo di casi negli Stati Uniti per stabilire, in base alle correlazioni individuate, il punteggio dell’imputato. I fattori tenuti in considerazione sono molteplici, come l’età, i precedenti penali, i carichi pendenti, invece ignora i dati riguardanti, per esempio, la razza.

In realtà, diversi studi stanno dimostrando che gli algoritmi ed i dati utilizzati non sono esenti da pregiudizi, in quanto, loro stessi, costruzioni sociali. Per esempio, la razza gioca un fattore determinante nella probabilità di essere fermati, perquisiti e arrestati. Lo stesso (e le due cose spesso si sovrappongono) per chi proviene da quartieri poveri. Questo tipo di correlazioni spesso portano ad ritenere più pericoloso un nero di un bianco, anche a parità di condotta.

Questo è uno dei primi passi di una giustizia in cui parte delle decisioni verranno prese dalle macchine e dove si potrebbe assistere ad una graduale sostituzione degli esseri umani. Quello che però risulta evidente è che la delega tecnologica del controllo sociale non garantirà una “legge uguale per tutti” e non sarà la via di fuga rispetto all’ingiustizia inscritta nelle relazioni sociali capitalistiche.

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