InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lettera-denuncia delle detenute di Sollicciano

Freddo, sovraffollamento, infestazioni di topi e scarsa assistenza sanitaria, questi i principali problemi che denunciano le autrici della lettera che affermano “Viviamo peggio degli animali” sottolineando, se ancora ce ne fosse bisogno, come il carcere sia un luogo dove anche i diritti più basilari sono negati e la dignità personale profondamente lesa.

“Siamo infestati dai topi infatti alcune detenute nella notte sono state morse e non hanno avuto assistenza medica, cioè in ritardo. Siamo state costrette a dormire con una sola coperta e alcuni sono senza il cambio delle lenzuola che avviene ogni 15 giorni ma dobbiamo essere fortunate e la rifornitura che comprende 4 rotoli di carta igienica a testa, due flaconi di detersivo per lavare i pavimenti, saponette per lavare i panni una volta al mese. Ci sono detenute con problemi psichici, con epilessia e attacchi di panico e alcune asmatiche e sono rinchiuse da sole, abbandonate a se stesse peggio del manicomio di Montelupo fiorentino”

Negli ultimi anni i casi di suicidio e tentato suicidio nel carcere fiorentino sono stati ben oltre la media nazionale e il problema del sovraffollamento ha assunto dimensioni ben oltre la soglia della criticità. Già due anni fa il numero dei detenuti era di 990 uomini e 112 donne con un totale di 1021 persone fra cui addirittura tre bambini, in una struttura che dovrebbe ospitare 480 persone.

E’ bizzarro come a fronte di questa situazione in cui è violata ogni basilare norma igienica e umanità il Comune di Firenze specifichi nella sua “Guida” per i detenuti di Sollicciano che un motivo di sanzione disciplinare sia “negligenza nella pulizia e nell’ordine della persona o della camera”.

Se il carcere è sicuramente l’istituzione totale per eccellenza, dove la privazione della libertà è assoluta è anche l’istituzione in cui tutto viene messo a profitto. Analogamente ad altre strutture detentive o assistenziali, si pensi alle strutture d’accoglienza (in cui il Comune di Firenze spende cifre enormi) o ai Cie (in cui quotidianamente si lamentano situazioni di alloggi fatiscenti e situazioni igienico sanitarie gravose), ogni persona che entra nel meccanismo diventa una fonte di profitto per molti attori: i gestori delle strutture in primis, ma anche tutta la rete delle cooperative e degli enti gestori che traggono il massimo profitto dalla vita degli abitanti.

 

Il carcere è un business

Ogni detenuto costa allo Stato circa 200 € al giorno, di cui forse una minima parte viene usata per le esigenze del detenuto stesso (che peraltro è costretto a pagare la propria permanenza in carcere circa 50 € al giorno), la maggior parte va a finanziare tutti quei soggetti che sul carcere speculano e fanno profitto.

Analogamente un “ospite” in una struttura d’accoglienza costa al Comune di Firenze 70 € al giorno, in un mese fanno più di 2000€, e dato che molte persone finiscono nelle strutture dopo sfratti o situazioni di emergenza abitativa, risulta ancor più paradossale come dando la stessa cifra alla persona stessa l’emergenza si risolverebbe da sola.

E’ sempre più evidente come il grande contenitore della così detta marginalità sociale (non è un mistero che la detenzione è strettamente legata alla povertà) sia funzionale alla speculazione e al profitto sulla povertà stessa fregandosene dei diritti umani più basilari a conferma anche di un’idea  di carcere come espiazione ed estrema punizione al di là di ogni vuota retorica di reinserimento sociale.

 

da firenzedalbasso

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

denunciadetenuteletterasolliciano

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Quando il polemos si fa prassi

Majakovsky aveva paura che «una corona» avrebbe potuto «nascondere la sua fronte così umana e geniale e così vera» e «che processioni e mausolei» avrebbero offuscato la «semplicità di Lenin».

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – Conclusa la seconda edizione. Video e Podcast degli incontri

La seconda edizione del Festival Altri Mondi/Altri Modi si è chiusa. E’ stata un’edizione intensa e ricca di spunti: sei giorni di dibattiti, musica, spettacoli, socialità ed arte all’insegna di un interrogativo comune, come trovare nuove strade per uscire dal sistema di oppressione, guerra e violenza che condiziona quotidianamente le nostre vite?

Immagine di copertina per il post
Culture

Le ultime parole scritte da Malcolm X riguardavano il sionismo. Ecco cosa disse

Per Malcolm X, il sionismo era indissolubilmente legato al più ampio colonialismo europeo. In un passaggio poco conosciuto scritto poco prima del suo assassinio, affermò chiaramente che vedeva il sionismo non solo come una minaccia per la Palestina, ma per l’intero Terzo Mondo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Oscar 2024: celebrità e stelle del cinema chiedono cessate il fuoco a Gaza

Numerose celebrità e stelle del cinema di Hollywood di alto profilo hanno manifestato il loro sostegno e la loro solidarietà ai palestinesi della Striscia di Gaza, chiedendo un cessate il fuoco sul tappeto rosso degli Oscar 2024.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alle radici della Rivoluzione industriale: la schiavitù

E’ considerato come uno dei più noti storici dei Caraibi, insieme a Cyril Lionel Robert James, soprattutto per il suo libro intitolato “Capitalismo e schiavitù”, appena pubblicato in Italia da Meltemi editore.

Immagine di copertina per il post
Culture

ALTRI MONDI / ALTRI MODI VOL.II “Viaggio al centro della Terra”

Non si tratta di cercare degli altrove impossibili, altri mondi alternativi, comunità utopiche. Il centro della Terra è qui, in un angolo di mondo inesplorato.. in altri modi di agire, di contrapporsi, di emanciparsi, tutti da esplorare.

Immagine di copertina per il post
Culture

Art Not Genocide: oltre ventimila artisti firmano contro la presenza israeliana alla Biennale di Venezia

«Offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza è inaccettabile».

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Culture

Dune nell’immaginario di ieri e di oggi

Dune può dirsi un vero e proprio mito contemporaneo capace di segnare profondamente l’immaginario collettivo

Immagine di copertina per il post
Culture

La propaganda di Israele nel più popolare sport americano

Israele ha approfittato dei 123 milioni di telespettatori, il massimo dallo sbarco sulla Luna del 1969, che hanno visto la finale del campionato di Football americano, per fare propaganda.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Le ragazze di Torino in sciopero della fame

Da martedì 6 febbraio al carcere di Torino nella sezione femminile è iniziato un nuovo sciopero della fame.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Per un aumento delle liberazioni anticipate. Lettera dal carcere femminile di Torino

Sta circolando in rete questa lettera-appello da parte delle detenute del carcere Lorusso-Cotugno di Torino. Le detenute ancora una volta cercano di attirare l’attenzione sulle condizioni di vita all’interno dei penitenziari.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Abbiamo bisogno del vostro sostegno. Lettera delle detenute della 3^ sezione femminile del carcere di Torino

I governi passano i disagi restano le parole e le intenzioni volano i guai aumentano come la tendenza di farci scontare la pena in un sistema illegale. Una contraddizione che non viene risolta …

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il vero crimine è stare con le mani in mano!

Pubblichiamo la lettera scritta dalle detenute del carcere Lorusso e Cutugno di Torino che hanno deciso di intraprendere un mese di sciopero della fame per esprimere rabbia di fronte alle istituzioni sorde alle richieste della popolazione carceraria e per mostrare solidarietà a chi è morto dentro quelle mura.  Scriviamo da una cella della sezione femminile […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lettera di Giorgio dal carcere: Ascoltare, Imparare e Camminare

Da inizio maggio sono sceso di un piano, dal terzo, il peggiore, quello dei nuovi giunti del blocco b, al secondo piano, nella quinta sezione, dove vige la “sorveglianza dinamica”: oltre l’aria del mattino e del primo pomeriggio, dalle 7.30 del mattino alle 8 di sera si può circolare nel corridoio, a parte una mezz’ora, […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Lettera di protesta a Kilimangiaro!

Nel programma “Alle Falde del Kilimangiaro” andato in onda su Rai 3, il 6 marzo scorso, sono state veicolate informazioni false, lesive per le donne e per l’azienda proponente, venendo meno ai criteri minimi di competenza che il pubblico servizio deve soprattutto alle proprie abbonate. Durante il programma in questione, a partire dal min 02.55.20, […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Tunisia, una lettera aperta contro la disinformazione de La Stampa

Assistiamo da tempo al tentativo di trasmettere un’immagine stereotipata e semplificata della complessa realtà che ruota intorno al mondo arabo, in particolare da quando,in seguito alle “rivoluzioni” arabe del 2011 e all’aumento del fenomeno migratorio nel bacino Mediterraneo, l’attualità di alcuni Paesi ha acquistato visibilità in diversi media mainstream. Come spesso è avvenuto per la Siria, […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Lettera aperta della moglie di Karlos

Questa è la storia di un uomo, un popolo ed un bambino. Il 24 febbraio di quest’anno, la DIGOS, l’Interpol e la polizia spagnola, sono andati ad arrestare Carlos, mentre era con il figlio con il quale sceglieva uno stendino per i panni in un negozio di casalinghi. É un uomo normale che fa la […]