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Filippine, decenni di antimperialismo

Asterio Palima ci racconta un fronte popolare che dura da decenni nelle Filippine, esprimendosi in una guerriglia caratterizzata da manifestazioni sia urbane, sia nelle campagne con modalità diverse; immerso in una realtà congelata dalle grandi famiglie che gestiscono il paese dalla fine della Seconda guerra mondiale, ma  soprattutto con quei clan al soldo degli Usa, potenza colonizzatrice dalla fine dell’Ottocento quando gli yankee si sostituirono agli spagnoli.

Gli afflati sono comuni a quelli che diedero vigore ai movimenti degli anni Sessanta, conditi di maoismo, attenti a ottenere il benessere delle classi popolari e per questo pronti a più riprese a dialogare con il potere costituito, persino quando questo era in mano a Cory Aquino… ma sempre, a un passo dalla soluzione, la coerenza degli intenti o il mancato appoggio popolare impedivano la pacificazione e quindi si tornava a riprendere le armi. Come ora, forse.

Ma soprattutto suonano particolari, forse addirittura idealiste, le parole di Asterio Palima, pacato ultrasettantenne del National Democratic Front of the Philippines in esilio da anni con guizzi negli occhi quando si ventila la possibilità che questa ultima, ennesima, rottura dei dialoghi di pace – capitata solo ieri, 2 febbraio, dopo sei mesi di contatti e accordi, a un passo dalla firma e dall’ingresso al potere nel governo del controverso Duterte, in gioventù anche lui facente parte del partito comunista di ispirazione maoista e ora anche un macellaio giustizialista contro cui la guerriglia continuerà a combattere, riconoscendo la continuità, dopo le prime dichiarazioni antimperialiste –, questa sospensione della tregua a partire dal 10 febbraio, possa essere una strategia per ottenere di più: si intuisce l’ideale a lungo perseguito dall’ispirazione sognante del vecchio guerrigliero in esilio che continua a credere nella applicazione di accordi sul welfare del popolo e poi nello scardinamento capitalista del sistema attraverso la resistenza anche armata ma mantenendo presente il suo obiettivo pragmatico di liberazione, decolonizzazione e ripresa del proprio futuro: sembra una figura carica di significati che arrivano dritti dalla Storia.

Ascolta l’audio

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 da Radio Blackout

 

 

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