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Bella Juan Jesus

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Nel gelo di Charkiv il calciatore romanista saluta tutti con una storia social che scatena le polemiche perché considerata troppo politica. Tra i tanti fraintendimenti emerge una verità: un messaggio esplicitamente antifascista è oggi scomodo.
Sulla vicenda pubblichiamo un breve contributo esterno.

Il fatto è il seguente: Juan Jesus ha salutato la giornata di ieri (21 febbraio) con una storia su Instagram. Il contenuto della storia era il seguente: una ripresa panoramica dell’Ucraina innevata, la scritta (gialla, entusiastica) “Buongiorno!!!!”, la gif con la faccia baffuta di Dalì, e una canzone in sottofondo. Il motivo della polemica era proprio la canzone: “Bella ciao”. Inutile dire cosa ha seguito. Il calciatore è stato accusato di stare facendo politica, con toni più o meno offensivi a seconda della barbarie del commentatore social di turno. Però, dato che alla barbarie si risponde con la cultura, proviamo a rendere igienico qua quel dibattito. In tre comodi punti.

1) Come sottolineato dai commentatori più attenti, e poi confermato dallo stesso Juan Jesus sempre su Instagram, la storia era un riferimento a una serie tv spagnola. Si tratta de “La casa di carta”, su Netflix da fine dicembre. Non c’era niente di politico nel post goliardico di Juan Jesus.

2) Una seconda precisazione è doverosa: seppure fosse stato, per assurdo, un post politico, perché questo polverone? La canzone “Bella ciao” è forse intrinsecamente portatrice di un messaggio violento? Al contrario: il testo parla di reazione nei confronti dell’invasore. Inutile ora aprire qui un giudizio storico su chiunque si sia appropriato di questo canto. Parliamo dell’oggi, piuttosto. E arriviamo così alla terza precisazione.

3) Chi è che canta “Bella ciao” oggi? Torniamo al 2013, quando durante le manifestazioni contro il premier turco Erdoğan, in piazza Taksim a Istanbul e in tante altre città turche, alcuni manifestanti hanno intonato il motivo della canzone. Parliamo di popolazioni oppresse e sterminate. Parliamo del popolo curdo, ad esempio.

Impossibile ripercorrerne la storia qui, in poche righe, per cui ci limiteremo a riportare due fatti di stretta attualità; il primo è l’assedio ad Afrin, che dura dal 20 gennaio nel silenzio generale. I curdi ci hanno salvati dall’Isis, eppure ora lasciamo che vengano decimati. Il secondo riguarda un altro gesto di un calciatore, che voleva essere goliardico e invece la politica se n’è appropriata con l’ingenua complicità dell’atleta. Si parla del gesto di Ünder, fenomeno turco che, dopo aver segnato contro il Benevento ha fatto un saluto militare che però per la Turchia è l’equivalente del nostro saluto fascista. Se Ünder fa i gesti che gli pare, anche omaggiare un capo che sta sterminando etnicamente una popolazione rea solo di non essere turca, che male c’è se Juan Jesus scherza con “Bella ciao” in sottofondo?

V.M.

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